Cosa sta succedendo alle borse? Perchè i mercati, nonostante i crolli ripetuti, non riescono a rimbalzare? Cosa frena l’azionario globale? Sono queste le domande che, oramai da settimane, agitano i sonni degli investitori. Chi non è caratterialmente forte rischia seriamente di essere travolto dagli eventi perchè, in effetti, non ci sono segnali che lasciano intendere l’avvio di una fase di rimbalzo.
Anche le sedute caratterizzate da verdi tecnici, non evolvono in sceneri positivi. Così capita sovente di assistere a brevi rimbalzi giornalieri che poi sono subito seguiti (praticamente il giorno dopo) da nuovi crolli. Tutta questa situazione non può che far accrescere il senso di impotenza e frustrazione da parte dei traders. Con che aspettative si può quindi guardare alla seduta di Wall Street di oggi se, i precedenti delle scorse settimane, dicono che, dopo, i rialzi delle sessioni precedenti sono solo una parentesi?
E così vero è che la borsa Usa ha chiuso la seduta di venerdì con un forte verde (Dow Jones in rialzo dell’1,47 per cento a quota 32.197 punti; S&P 500 avanti del 2,39 per cento a quota 4.024 punti e indice Nasdaq in rialzo del 3,82 per cento a 11.805 punti); tuttavia, alla luce del sentiment prevalente, non si può non guardare positivamente alla sessione di oggi.
Il rimbalzo a V non c’è stato (ma neppure un rimbalzo di altro tipo)
Chi è solito investire in borsa, probabilmente era pronto a replicare le stesse strategie attuate all’epoca dell’emergenza covid19. Anche in quella circostanza, infatti, i mercati azionari crollarono ma, successivamente, recuperarono tutto grazie ad un classico rimbalzo a V (repentino crollo e, a seguire, un’altrettanto rapida risalita). L’arco di tempo complessivo della “fase covid19 dei mercati”, durò 6 mesi. In appena un semestre, quindi, Wall Street crollò e poi riuscì a recuperare il 35 per cento lasciato per strada.
Se ciò fu possibile, è stato a causa di spinte settoriali molto impattanti. Nella fase di ribasso ad andare a picco furono le quotate legate alla mobilità (trasporti, petroliferi, viaggia, turismo) mentre, sempre in quella fase, si gonfiarono le quotazioni dei titoli attivi nello stay at home (stare a casa) e quindi e-commerce ma anche streaming (Neflix). Durante la risalita, le quotate maggiormente penalizzate dal covid19, trovano un rapido rimbalzo mentre i titoli che più avevano tratto vantaggio dai vari lockdown rallentarono la loro corsa.
A distanzi di mesi dalla fase di rimbalzo a V post covid19, noi non stiamo vedendo assolutamente nulla di tutto questo. Sono passati 4 mesi dall’avvio della fase ribassista dei mercati (Wall Street sempre avanti) e di rimbalzo non c’è neppure l’ombra. Vero è che il drawdown della borsa è più contenuto (siamo su un crollo del 20 per cento contro il -35 per cento dell’era covid19) ma a far preoccupare tantissimo gli investitori è il fatto che non ci sia traccia di inversione di rotta.
Per i trader ribassisti, questo non è un problema. Ci sono investitori che da mesi puntano su un rafforzamento del sell-off. Ciò perchè oggi investire al ribasso in borsa (e quindi speculare sul crollo) è molto più semplice rispetto al passato. Grazie a broker come ad esempio eToro (leggi qui la nostra recensione) si può operare con lo short trading comodamente dal proprio computer e smartphone (mobile trading). Certo vale sempre l’avvertenza di fare prima pratica con un conto demo (immagine in basso) ma tutti possono speculare senza rischi.
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Investire in borsa: ricorda sempre questa lezione
Chi non ha un approccio ribassista sui mercati è nel panico. E’ proprio a questo profilo di trader che si rivolgiamo in questo articolo. Al pari non vive momenti belli chi ha iniziato a fare trading sui mercati negli ultimi anni attratto dal mito della crescita eterna. Molti investitori, in effetti, sono scesi in campo in scia al boom del trading online. Magari molti di essi non avevano neppure le competenze sufficientemente sviluppate. Ora, finchè andava bene con le borse sulla cresta dell’onda, la scarsa preparazione e un carattere poso sviluppato non sono stati un problema. Il guaio è che adesso lo so perchè non tutti sanno navigare quando il mare si muove in modo contrario.
E allora cosa fare? C’è un principio che dovrebbe essere alla base degli investimenti in borsa. Secondo Peter Lynch, uno dei migliori investitori di tutti i tempi, si dovrebbe sempre ricordare che l’approccio dei mercati è di stomaco e non di testa. Studiando la storia, ha evidenziato questo studioso, è possibile capire tante cose a partire dal fatto che, da sempre, i mercati scendono e, spesso, scendono pure di tantissimo. Ecco cosa è avvenuto in passato:
- in 93 anni, il mercato ha subìto 50 cali del 10 per cento con una media di una volta ogni due anni (tecnicamente si parla di correzione)
- in 93 anni i mercati hanno fatto i conti con 15 cali di oltre il 25 per cento con una media di 1 volta ogni 6 anni circa (tecnicamente parliamo di Bear Market)
Quindi, concluse Lynch, i mercati scendono e questo lo dice e certifica la storia. Conclusione: chi non è pronto a questa situazione forse dovrebbe lasciar perdere la borsa.
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