Sembra quasi un miracolo ma questa mattina il prezzo del petrolio è attestato sotto quota 100 dollari al barile. Parliamo del greggio WTI che, alle ore 11,00, scambia a 99,6 dollari, in ribasso del 7,6 per cento rispetto al dato di ieri. In forte contrattazioni anche il contratto sul Brent che evidenzia una flessione del 6,8 per cento a 103,8 dollari al barile.
Non è necessario essere degli esperti di finanza per comprendere che, rispetto al clima delle scorse settimane, la pressione sui prezzi del greggio è leggermente calata.
Lato operativo, il ribasso del prezzo del petrolio significa possibilità di comprare a valori più accessibili per speculare su un possibile successivo apprezzamento. E’ questa una strategia classica del trading online che può essere implementata usando broker CFD come ad esempio eToro (leggi qui la recensione completa).
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Comprare petrolio adesso conviene? I motivi del calo
Per comprare petrolio a prezzi bassi oggi puntando su una ripresa delle quotazioni nel medio termine, è fondamentale avere ben chiari quali sono i motivi alla base dell’odierna flessione. Domanda che anche chi non investe si sta ponendo: quali sono le ragioni alla base dell’attuale ribasso del prezzo del petrolio? Stando a quanto riportano i principali analisti, le ragioni sono due:
- la decisione di Biden di immettere sul mercato 180 milioni di barili al giorno provenienti dalle riserve strategie Usa
- i lockdown decisi dalle autorità cinesi in molte aree del paese a seguito di una ripresa dei contagi da omicron
Per quanto riguarda il primo punto, Biden ha affermato che la decisione di liberare le riserve strategiche deriva dalla necessità di combattere l’inflazione e il rally del prezzo della benzina. Il presidente Usa ha affermato che si tratta del più grande rilascio di riserve petrolifere nella storia che questa è una mossa senza precedenti decisa dall’amministrazione americana per alleviare le sofferenze degli americano. IL presidente Usa ha anche aggiunto che si tratta di una misura ponte “fino alla fine dell’anno, quando la produzione domestica aumenterà”.
Per quanto riguarda invece i lockdown decisi da Pechino in molte aree del Paese, Zhao Qinghe, statistico senior della NBS, ha affermato che gli stop, uniti ovviamente alla forte instabilità geopolitica in atto, hanno avuto pesanti effetti sulla produzione e sul funzionamento delle imprese cinesi. Secondo Zhiwei Zhang, capo economista di Pinpoint Asset Management, gli ultimi PMI della Cina hanno registrato un rallentamento a causa dei tanti focolai di omicron che sono scoppiati in molte città e che hanno portato a blocchi e interruzioni della produzione industriale.
L’analista ha anche aggiunto che poichè lo stop a Shanghai è avvenuto solo alla fine del mese di marzo, le attività economiche potrebbero subire un rallentamento ulteriore anche nel mese di aprile.
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Riunioni OPEC+ e IEA in primo piano
Nel medio termine il prezzo del petrolio potrebbe essere condizionato da due eventi importanti: la riunione OPEC+ e soprattutto il vertice di emergenza che è stata convocato per oggi dalla International Energy Agency per discutere in merito all’offerta di petrolio. Per quanto riguarda il meeting OPEC+, invece, non c’è da attendersi più di tanto. Nel gruppo è infatti presente anche la Russia e non è un caso se il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita abbia già messo in chiaro che il cartello proseguirà sulla strada delle stabilizzazione dei prezzi tenendo fuori la politica.
Alla luce di questa presa di posizione, l’ipotesti più probabile è che l’OPEC alla fine decida semplicemente di proseguire con il rilascio di 400.000 barili al giorno anche per il mese di aprile.
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