Brusco scivolone per il prezzo del petrolio nel corso della notte (mercati asiatici). Mentre la stragrande maggioranza degli investitori si interrogata sulle tempistiche del possibile rally del greggio fino a 150 dollari al barile (e questa la view sottesa nella maggior parte delle previsioni elaborate dagli analisti), ecco che si materializzato lo scenario che in pochi si attendevano: stop del rally fino ad allora in atto e clamoroso dietrofront dei prezzi. 

L’evento ha stupito un pò tutti ed e quindi inevitabile che la domanda prevalente questa massima riguardi i motivi alla base del ribasso del greggio. Chiedersi perchè il prezzo del petrolio crolla implica anche domandarsi se questo sia o meno un buon momento per comprare petrolio.

Strategicamente quando i prezzi di un asset sono a sconto rispetto a quella che è media dell’ultimo periodo, acquistare per poi puntare su un successo rialzo, è sempre un’idea da prendere in considerazione. Tra l’altro oggi questo approccio può essere implementato in modo semplice grazie a broker CFD come ad esempio eToro (qui il sito ufficiale)

Perchè il prezzo del petrolio è sceso così tanto?

Il ribasso del prezzo del petrolio è una mezza buona notizia per i consumatori ma è una notizia negativa per i trader rialzisti. Quali sono le ragioni alla base di questa flessione? La guerra in Ucraina è in pieno svolgimento ma, rispetto ad alcuni giorni fa, sembrerebbero esserci dei segnali positivi visto che, in Turchia, sono pronti ad iniziare colloqui definiti seri tra russi ed ucraini. Non c’è però solo questo cauto ottimismo sulle trattative dietro al ribasso del prezzo del petrolio. 

Se il greggio è sceso a 105 dollari al barile è a causa del crescente isolamento di Shangai da parte della Cina, il paese maggior consumatore di petrolio al mondo. Pechino ha infatti inasprito ancora di più il blocco in atto su Shangai. La mossa della autorità cinesi ha spinto molti analisti a nutrire i primi dubbi su quelli che saranno gli effettivi consumi di greggio da parte del colosso asiatico. Il ragionamento è semplice: se la Cina dovesse consumare meno petrolio del previsto, allora prezzi così alti come quelli espressi dal greggio da un mese a questa parte a seguito dell’attacco russo contro l’Ucraina sarebbero immotivati. 

Comprare petrolio a questi prezzi è conveniente? 

Torniamo quindi alla seconda domanda che abbiamo sollevato ad inizio post: comprare petrolio per sfruttare il ribasso in atto è un’idea di investimento da prendere in considerazione?

I blocchi della Cina potrebbero favorire la volatilità direzionale del petrolio nel corso di tutta la settimana corrente. Più blocchi corrispondono a prezzi più bassi e ovviamente vale anche il discorso inverso.

Tuttavia, a causa della crisi geopolitica internazionale, i prezzio del greggio possono si scendere ma solo fino ad un certo punto anche se i colloqui in atto in Turchia tra russi e ucraini potrebbero portare a qualcosa di concreto. 

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Sullo sfondo c’è sempre la posizione dell’OPEC+. L’incontro mensile di questa settimana non sta suscitando grande interesse da parte degli analisti. Il motivo è molto semplcie: le possibilità che i paesi produttori più la Russia possano arrivare a concordare un taglio della produzione, sia pure minimo, sono bassissime o addirittura nulle. Tutto resterà invariato e se tutto resta uguale, i prezzi del greggio non possono che restare comunque su livelli alti. 

A livello globale le scorte di greggio restano scarse. In questo contesto, dal punto di vista dell’analisi tecnica, è possibile che il prezzo del petrolio Brent possa proseguire il suo consolidamento in un intervallo compreso tra i 100,00 e i 120,00 dollari. Il petrolio WTI, invece, dovrebbe confermarsi in un range compreso tra i 95,00 e i 115,00 dollari al barile. Staremo a vedere. 

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