Tra le conseguenze della guerra in Ucraina ci sono anche i rally dell’alluminio e del grano (anche se il discorso può essere esteso a tutti i cereali). In precedenti articoli abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul forte rialzo dell’oro (prezzi con la strada spianata verso 2000 dollari l’oncia), del gas naturale e del petrolio (oil è salito ad oltre 100 dollari al barile).
Completiamo adesso il quadro con queste altre due materie prime che, per loro caratteristica, risentono profondamente di questioni che riguarda l’Est e soprattutto la Russia.
Iniziamo dal grano. A pesare sulla corsa delle quotazioni è ilfatto che Kiev sia tra i maggiori produttori di cereali al mondo e che la stessa Russia sia tra i primi posti nella classifica dei maggiori esportatori. Venendo ai numeri, il prezzzo del grano è schizzato del 6 per cento. Il trend rialzista sta coinvolgendo anche altri cereali come ad esempio la soia, l’avena e il mais. Quest’ultimo, in termini percentuali, è quello maggiormente impostato al rialzo dopo il grano.
Proprio il grano, il mais e la soia avevavo visto i prezzi raggiungere i livelli top appena lo scorso anno. Nel 2021, infatti, grano e soia erano saliti ai massimi dal 2012 mentre il mais era arrivato ai massimi dal 2013.
Secondo gli analisti, i prossimi giorni e settimane saranno molto incerti. Gautier Le Molgat, analista di Agritel, ha evidenziato che solitamente il mercato delle materie prime è molto meno volatile delle azioni o del petrolio ma è spesso oggetto di picchi e poi cadute spettacolari.
Dinanzi alla situazione in atto sul campo, però, è certo che se la guerra dovesse proseguire, il prezzo dei cereali sarebbe destinato a salire. Viceversa, nel caso in cui lo scontro si dovesse concludere rapidanente, allora i prezzi di grano, mais e soia potrebbero ritracciare.
Questi movimenti delle quotazioni possono essere calvalcati attraverso strumenti derivati come i CFD. Il grano, in particolare, è disponibile sulla piattaforma Plus500 (qui il sito ufficiale)
Oltre al grano anche il prezzo dell’alluminio è in forte aumento. A seguito dell’attacco russo all’Ucraina, le quotazioni hanno praticamente agganciato il loro nuovo massimo storico salendo fino a 3.382,50 dollari per tonnellata. Un aspetto per certi versi preoccupante è che il precedente picco del metallo (quota 3.380,15 dollari) era stato raggiunto nel corso della crisi finanziaria globale nel luglio 2008.
Da quel momento in poi i prezzi dell’alluminio si erano sempre tenuti su livelli contenuti salvo poi registrare un forte dinamismo in coincidenza con l’aggravamento della tensione tra Russia e Ucraina. Alla luce di questa situazione è facile prevedere un possibile ulteriore apprezzamento nel caso in cui le dimensioni dello scontro tra Russia e Ucraina si dovessero estendere.
Lato operativo, il balzo in avanti del prezzo dell’alluminio può essere sfruttato attivando posizioni rialziste magari in un momento di momentaneo ritracciamento. E’ anche possibile fare prima pratica con un conto demo gratuito come ad esempio quello offerto dal broker eToro (leggi qui la recensione) per poi iniziare ad investire con soldi veri non appena si è raggiunta una certa esperienza. La demo eToro può essere aperta seguendo il link in basso.
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