La seduta di venerdì della borsa Usa si è chiusa con tutti gli indici in rialzo. Una bella boccata di ossigeno per l’azionariato americano che, per tutto il mese di gennaio, è stato esposto a vendite molto forti. Il rialzo registrato da tutti i panieri di Wall Street (Dow Jones a +1,65 per cento a 34.725 punti, S&P 500 a +2,43 per cento a 4.432 punti e Nasdaq in progressione del 3,13 per cento a 13.771 punti) ha determinato un miglioramento delle performance evidenziate dalla borsa Usa da inizio anno.
Se il Nasdaq è riuscito è passare in territorio positivo dopo essere arrivato ad evidenziare una correzione di ben il 15 per cento, l’S&P 500 non è ancora riuscito a svoltare ed evidenzia anzi un calo del 9 per cento da inizio anno.
In questa situazione sono in tanti a chiedersi se sia arrivato o meno il momento di comprare a prezzi a sconto. Proprio la possibilità di comprare al ribasso ha permesso a molti investitori di veder ricompensati i propri sforzi in un anno in cui tutti i listini della borsa Usa hanno spesso toccato e aggiornato i rispettivi massimi storici.
Adesso, però, le prospettive sono cambiate e gli imminenti rialzi dei tassi FED (tre nella migliore delle ipotesi e ben cinque in quella peggiore), costringeranno chi fa trading online sugli indici di Wall Street a rivedere le proprie posizioni.
Secondo Barclays, il ribasso che la borsa Usa ha messo a segno nel 2022 per iniziare ad inglobare il rialzo dei tassi FED, per quanto molto pronunciato, non sarebbe ancora sufficiente. Gli analisti britannici ritengono che il crollo di Wall Street non sia ancora abbastanza consistente e di conseguenza sono convinti che non sia ancora arrivato il momento per comprare con i prezzi più a sconto possibile.
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Trading Online indici Wall Street: gli spunti della settimana
Per fare trading online sugli indici Usa è necessario tenere conto dei market mover in uscita. L’evento clou della settimana è la pubblicazione del report sull’occupazione negli Stati Uniti. Gli analisti si attendono la creazione di 155.000 posti di lavoro, in ribasso rispetto ai 199.000 creati nel mese di dicembre. La flessione sarebbe un effetto della variante Omicron.
I dati sul mercato del lavoro Usa potrebbe confermare le previsioni circa un possibile intervento più aggressivo del previsto da parte della FED nei confronti dell’inflazione.
Dal board Fomc di gennaio è infatti emersa l’intenzione della Federal Reserve di procedere con un primo rialzo del costo del denaro nel mese di marzo. Durante il suo discorso il presidente della FED Jerome Powell ha lasciato aperta la porta alla possibilità che ci possa essere un intervento addirittura più rapido rispetto quattro aumenti che sono dati per assodati dal mercato.
Venerdì il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha affermato che la banca centrale americana potrebbe decidere di alzare il costo del denaro di mezzo punto percentuale nel caso in cui l’inflazione dovesse restare su livelli alti per un lungo periodo di tempo.
Oltre alla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro Usa, altro market mover che chi fa trading online dovrebbe considerare nel corso della settimana corrente, è la pubblicazione delle trimestrali dei colossi tech. In programma nella nuova ottava ci sono i conti di Google e Amazon. Alphabet renderà noti i suoi risultati martedì mentre il colosso ecommerce giovedì.
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