Ancora una seduta disastrosa per la borsa di Wall Street che, come da attese, ha avviato le contrattazioni dell’ultima seduta della settimana con un pesante ribasso che si è poi via via allargato. I numeri non lasciano spazio agli equivoci: alle ore 16 italiane la situazione in atto sui tre principali listini dell’azionario americano è la seguente: Dow Jones in ribasso dello 0,29 per cento a 34.619 punti; S&P 500 in calo dello 0,88 per cento a 4.442 punti e Nasdaq in caduta verticale dell’1,50 per cento a quota 13.948 punti circa.
La performance peggiore del paniere dei titoli tech è giustificata dal vero e proprio tracollo che sta interessando il titolo Netflix. Il colosso dello streaming era già andato a picco ieri nel post market in scia alla pubblicazione dei conti del quarto trimestre 2021 avvenuta dopo la chiusura della borsa di Wall Street. Ovvio che con queste premesse, la seduta odierna di Netflix non potesse essere che un disastro.
Ma allarghiamo l’orizzonte a tutta la borsa Usa chiedendoci quali sono i motivi alla base di una flessione così consistente di tutti i panieri. Dietro ai sell c’è il rimbalzo dei tassi dei Treasuries a 10 anni che proprio durante questa settimana sono saliti fino all’1,90 per cento, valore record dal dicembre del 2019. I tassi dei titoli a 30 anni, invece, hanno sfondato il muro del 2,20 per cento.
Tendenza al rialzo anche per i rendimenti ad un anno che, per la prima volta negli ultimi due anni, sono tornati sopra l’1 per cento. Molto significativo il fatto che per ritrovare i rendimenti dei titoli ad 1 anno sopra l’1 per cento si debba andare a ritroso fino all’epoca pre Covid-19. Dopo la galoppata dei giorni scorsi, però, oggi i Treasuries hanno praticamente fatto un dietrofront decisamente robusto con quelli dei titoli a 10 anni che perdono 7 punti base scivolando all’1,75 per cento mentre i rendimenti dei titoli a 30 anni segnano un calo fino al 2,074 per cento.
E’ sulla base di questa curva che è maturato il nuovo calo della borsa di Wall Street.
Operativamente la flessione in atto oggi non è una tragedia ma è invece un’occasione per fare trading. Quando gli indici di borsa sono in calo, infatti, è possibile operare con lo short trading. Investire al ribasso e quindi guadagnare sui cali non è facile e per questo consigliamo sempre di fare prima pratica con un conto demo. Ad esempio si può scegliere l’account dimostrativo messo a disposizione dal broker eToro (leggi qui la nostra recensione). Attivando la demo eToro è possibile avere subito 100 mila euro virtuali da usare per fare pratica.
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Wall Street in fase di arretramento: il bilancio della settimana
Visto che la striscia negativa della borsa Usa inizia ad essere lunga, è il caso di iniziare a fare due conti. Tanto per iniziare sia l’indice Dow Jones che l’indice S&P 500 si apprestano a chiudere la loro terza settimana consecutiva caratterizzata dal segno rosso. Il Nasdaq, che ad oggi registra un calo settimanale dello 0,5 per cento, si sta avvicinando alla sua peggiore settimana dall’ottobre del 2020.
Sia il Dow Jones che lo S&P 500 si apprestano a concludere la terza settimana consecutiva di perdite; il Nasdaq, con un calo settimanale dello 0,5%, sta per chiudere la settimana peggiore dall’ottobre del 2020.
A completare il quadro negativo è l’andamento dell’indice Russell 2000 che potrebbe registrare, dopo la performance di oggi, la sua peggiore sessione da giugno 2020.
Insomma il quadro dell’Ottava in corso è oramai chiaro e l’attenzione degli investitori è praticamente già rivolta a quello che potrebbe accadere la prossima settimana, l’ultima di gennaio.
Appuntamento (market mover) della prossima Ottava è la riunione del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve. La due giorni del summit si terrà il 25 e il 26 gennaio 2022. Sul tavolo ci sono le decisioni di politica monetaria. Non dovrebbe esserci un aumento dei tassi di riferimento al tempo stesso non dovrebbero mancare indicazioni sulle prossime mosse. Stando alle previsioni attuali, il costo del denaro dovrebbe essere rivisto al rialzo nella riunione del braccio operativo di marzo.
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