Fino a poche settimane fa, la Federal Reserve era impegnata a fare passare un messaggio molto preciso: l’aumento dell’inflazione Usa era da considerarsi transitorio. A seguito, però, della pubblicazione degli ultimi market mover, anche la FED si è dovura arrendere all’evidenza riconoscendo il carattere duraturo dell’inflazione negli States. 

La domanda che gli investitori si pongono in scia a questo cambio di paradigma è cosa avverrà adesso. In altre parole cosa può succedere sui mercati se l’inflazione non è più transitoria? 

Secondo il Global Balanced Risk Control (GBaR) di Morgan Stanley Investment Management, da novembre a oggi è stato il comparto azionario dell’energia ad aver incontrato maggiori difficoltà. Questo settore azionario ha messo a segno la performance mensile peggiore tra i vari comparti. In questa situazione anche la volatilità è aumentata. A determinare l’incremento delle oscillazioni di prezzo è stata l’irruzione della variante Omicron del covid19. 

Andrew Harmstone e Manfred Hui, analisti di Morgan Stanley, ritengono che non sia possibile ancora parlare di numeri e previsioni poichè non è ancora ben chiaro quale possa essere l’impatto della nuova variante e se i vaccini saranno o in grado di contenere le oscilllazioni di prezzo. Gli esperti ritengono che l’incertezza possa causare un ribasso delle performance di borsa. Oltre alla variante Omicron, altro fattore in grado di condizionare i mercati è la politica monetaria della FED con la recente apertura ad un aumento del costo del denaro nel 2022. 

Tutte questi indicazioni che sono state prospettate da Morgan Stanley possono essere usate per investire in borsa. A tal riguardo ricordiamo che scegliendo un broker autorizzato come eToro (leggi qui la recensione completa) è possibile avere subito la demo gratuita da 100 mila euro per esercitarsi senza rischi. 

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La FED diventa falco: ecco cosa può cambiare adesso 

Il cambio di sentiment dei mercati è da imputare anche al nuovo approccio da falco deciso della FED. Tutto è cambiato quanto il numero uno della Federal Reserve Powell ha riconosciuto che l’inflazione non può più essere considerata transitoria ma è da ritenersi duratura. 

A questo punto, evidenziano da Morgan Stanley, non è da escludere un ulteriore inaspirmento della dinamica di inflazione, nel caso in cui Omicron dovesse avere un impatto eccessivo sull’economia mondiale (aggravamento del quadro pandemico). 

In questo contesto, affermato da Morgan Stanley IM, il livello di rischio è diventato più alto e ciò significa che una normalizzazione dei tassi, capace di non sconvolgere i mercati, sta diventando sempre più complessa da individuare.

Come investire dopo le decisioni della FED

Cosa fare, quindi, dinanzi a questo nuovo contesto? Secondo il team di gestione di Morgan Stanley IM a causa delle incertezze sulle tempistiche delle svolte restrittive da parte delle varie banche centrali, è consigliabile tenere un’esposizione al rischio che sia prudente. 

A settembre Morgan Stanley aveva rodotto il sovrappeso detenuto sul segmento value. Successivamente è stato ridotto anche il sovrappeso nel segmento growth e l’esposizione al settore dell’energia. Ad essere al centro di un rafforzamento, invece, sono state le posizioni nei titoli delle società internet cinesi.

A partire dal gennaio dello scorso anno, il team di Morgan Stanley IM sovrappesava i titoli dell’energia globale, in un contesto di rotazione verso i settori ciclici e value. In quel periodo, infatti, i titoli energetici Usa ed europei erano scambiati con uno sconto rispetto al mercato. Successivamente, però, la tendenza al rialzo ha dato l’impressione di essere in esaurimento e quindi Morgan Stanley ha deciso per la riduzione delle posizioni in questi settori. In altre parole sono scattate le prese di profitto. 

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In tempi più recenti, vale a dire a settembre, è stata decisa la reintroduzione nei portafogli trading di una posizione di maggiore sovrappeso nei confronti delle azioni internet cinesi. La mossa fu giustificata alla luce degli ottimi fondamentali dei players del comparto e della stabilizzazione di un quadro normativo diventato meno favorevole. Ancora più recentemente questa posizione ha subito un ulteriore rafforzamento. Alla base di questa scelta la convinzione che le valutazioni di questi titoli continuino ad avere un appeal molto marcato. 

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