I trader tori hanno dettato legge a Wall Street negli ultimi 18 mesi. La crescita continua degli indici di borsa Usa ha permesso a chi aveva attivato posizioni rialziste di incamerare profitti molto consistenti. Quando un mercato cresce così tanto, però, il rischio che il prossimo passo possa essere un ritracciamento tende ad essere sempre maggiore.

Da tempo i tori temono un cambio di rotta della borsa Usa ma il fatto che i fondamentali continuino a restare su livelli molto alti, ha tenuto a freno le preoccupazioni giustificando le attuali quotazioni degli indici americani. Almeno fino ad oggi. 

Dal punto di vista tecnico tutte gli indicatori contrarian evidenziano uno sbilanciamento sul lato bullish. Dentro agli indici, invece, i nuovi minimi annui si battono con i nuovi massimi anche se va messo in evidenza che ci sono titoli che, da soli, pesano come mezzo listino. Visto che manca poco alla fine dell’anno, non è da escludere che la borsa Usa possa registrare, anche nel 2021 e nonostante un trend da record, un nuovo allungo proprio nelle ultime settimane. E’ vero che quella del rally finale è una tradizione che raramente ha bucato l’appuntamento, tuttavia molti analisti si chiedono se non sia il caso di iniziare a guardare alla borsa Usa assumendo un’ottica di più lungo termine. In poche parole sono oramai in tanti a consigliare di guardare alla nuova normalità post pandenia e post maxi piani di stimoli piuttosto che limitare il proprio orizzonte al breve periodo. 

Il rischio che si corre non allargando l’orizzonte, infatti, è quello di restare con posizioni bruciate. Per la serie, avviene una correzione sui mercati ma non si è stati capaci di coglierla perchè i fondamentali, l’ottimismo, la cresciata, etc. 

Intendiamoci: una cosa è dire che la borsa Usa sia pronta a correggere (sarebbe anche normale dopo 18 mesi in preda all’euforia) e una cosa è dire che ci sia una bolla pronta a saltare in aria. Nessuno afferma che Wall Street rischi di fare i conti con una bolla. Ciò che si evidenzia è solo la possibile naturale fine della fase rialzista. 

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Perchè la Borsa Usa è pronta a cambiare rotta

L’incipit per questo cambio di rotta potrebbe arrivare proprio dalle prossime mosse di FED e governo Usa. Tra le autorità americane c’è la consapevolezza che un’interruzione delle cure prima che il paziente sua guarito potrebbe avere effetti molto negativi. Al tempo stesso, però, c’è anche la consapevolezza che il paziente non possa essere tenuto in piedi in eterno dai farmaci in quanto ciò che si produrrebbe sarebbe un’inevitabile assuefazione. Fino ad ora Powell sembrerebbe esser riuscito a trovare il mix giusto per un ritorno, graduale, alla normalità. La cura dell’attuale governatore della FED prevede un rientro graduale e flessibile dello stimolo attraverso il lancio del tapering (riduzione degli acquisti) e un successivo rialzo dei tassi già nella seconda metà del 2022. La conditio sine qua non affinchè questa terapia possa essere eseguita è ovviamente l’assenza di controindicazioni. 

Purtroppo Powell non è da solo e deve fare i conti con le giuste pretese della politica. Il presidente Biden è intenzionato a far passare prima del 25 novembre, ulteriori interventi di stimolo fiscale per altri 1.750 miliardi di dollari. Questa somma si andrebbe ad aggiungere ai quasi 6.000 miliardi di dollari che sono stati già immessi nell’economia a seguito della crisi da pandemia (questa cifra comprende anche i 1.200 miliardi del piano infrastrutturale). 

E’ in questo terreno scivoloso che potrebbe maturare il ritracciamento della borsa Usa. La strada della sintesi tra decisioni della FED e provvedimenti del governo è sempre più stretta e questo è un dato di fatto. 

L’investitore dovrebbe essere pronto ad anticipare l’imminente ritorno alla normalità. In che modo? Comprendendo che la stagione dei saldi a prezzi stracciati è da considerarsi finita e che dentro agli indici ci sono titoli interessanti ma anche quotate pronte a crollare. Insomma per i trader tori si tratta di passare dall’entusiamo a priori ad una maggiore diversificazione. 

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