Gli Stati Uniti provano a contenere l’impennata del prezzo del petrolio nel tentativo di ridurre il peso del caro-greggio nella crescita dell’inflazione interna (nel mese di ottobre l’indice dei prezzi al consumo degli Usa è salito ai massimi degli ultimi 30 anni gettando nel panico consumatori e investitori). E’ in quest’ottica che va inquadrato il passo di Biden verso i paesi maggiori consumatori di petrolio al mondo vale a dire la Cina, l’India e il Giappone. 

In pratica il numero uno della Casa Bianca ha chiesto ufficialmente ai rappresentanti dei tre paesi citati di prendere in considerazione la possibilità di aprire le riserve di petrolio nel tentativo di contenere l’avanzata dei prezzi (in pratica l’obiettivo della mossa di Biden è quello di alzare l’asta dell’offerta e quindi placare la fame della domanda).

Prima di analizzare concretamente quelli che sono i dettagli dell’appello di Biden, facciamo un rapido riferimento agli effetti delle sue dichiarazioni.

Il prezzo del petrolio oggi è in leggero ribasso. La flessione era già iniziata nelle ultime sedute. Preferiamo però parlare di semplice calo e non di correzione poichè le quotazioni, comunque, stanno continuando a restare su livelli alti. Il Brent è attestato in area 80 dollari al barile, lo 0,3 per cento in meno rispetto a un anno fa mentre il WTI è in ribasso dell’1,16 per cento a 77,45 dollari al barile. I valori sono quindi sempre alti ma perlomeno non inducono all’eccessiva preoccupazione come invece è avvenuto nelle scorse settimane. 

La richiesta di Biden ai paesi consumatori di petrolio

L’insolita richiesta avanzata dal presidente americano Biden ai rappresentanti di Cina, India e Giappone è arrivata mentre la Casa Bianca è alle prese con l’annosa questione della crescita dei prezzi del carburante e degli altri costi a carico dei consumatori. L’amministrazione Usa, per la verità già da alcuni mesi, ce la sta mettendo tutta per provare a contenere la corsa dell’inflazione frutto del rimbalzo dell’attività economica dai valori minimi a cui essa era crollata nelle fasi più calde della pandemia. 

Secondo alcuni analisti critici verso il governo federale Usa, il passo di Biden verso i tre colossi asiatici è in realtà un segnale di debelezza. Non potendo nulla nei confronti dell’OPEC+, Biden sta provando a fare pressioni sui paesi consumatori di greggio. In effetti questa tesi è suffragata dai numerosi fallimenti che il presidente americano ha ottenuto nelle scorse settimane nel confronto con i rappresentanti dell’OPEC+. Tutti i tentativi di Biden di ottenere da questo o da quel paese del cartello, un aumento della produzione di petrolio, si sono risolti in un nulla di fatto innescato un ulteriore rialzo dei prezzi del petrolio.

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Una delle fonti che ha rivelato il passo di Biden verso Cina, Giappone e India ha aggiunto che si tratta di una mossa dal forte valore simbolico. Obiettivo degli Usa, infatti, è fare un cartello tra i più grandi consumatori di greggio e poi presentarsi ai produttori dando loro una sorta di ultimatum del tipo: “dovere cambiare atteggiamento“. 

Dififcile dire se la mossa inusuale di Biden sortirà o meno l’effetto sperato. Teoricamente se il tentativo di Biden dovesse riuscuire, i prezzi del petrolio potrebbe finire sotto pressione e quindi avviare (finalmente) un trend ribassista. Dal punto di vista operativo eventuali evoluzioni positive dell’appello possono essere sfruttate per strategie ribassiste sul prezzo del petrolio. Ricordiamo che per fare short trading sul greggio è fondamentale fare prima pratica con un conto demo. Ad esempio è possibile utilizzare (gratis) l’account dimostrativo di eToro, broker che mette e disposizione 100 mila euro virtuali per consentire ai trader di fare pratica senza correre il rischio di perdere soldi reali. 

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I segnali su quello che potrebbe avvenire al prezzo del petrolio se l’appello di Biden dovesse andare in porto sono incoraggianti. Dopo che la Cina ha fatto sapere di essere al lavoro per mettere a disposizione più petrolio, i prezzi del greggio sono calati. Un segnale positivo che suggerisce quella che potrebbe essere la tendenza se l’idea strampalata di Biden dovesse andare in porto. 

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