Con un prezzo del petrolio che questa mattina si è riportato in area 82 dollari al barile, potrebbe non essere più scontato un ulteriore rally. E’ del tutto naturale, infatti, che quando il valore di un asset cresce a dismisura, i margini per un ulteriore rally diventino più stretti. Se questo è valido in teoria, non sempre trova riscontro nella pratica.
E infatti nel caso della quotazione petrolio, il rally sembrerebbe essere propedeutivo ad un altro balzo in avanti.
Detto in poche parole, il prezzo del greggio sarà si aumentato, ma comprare petrolio continua ad essere conveniente. Il motivo è semplice: i prezzi di oggi potrebbe essere più bassi a quelli delle prossime settimane. Del resto sono le stesse previsioni a sostenere questo approccio: la maggior parte degli analisti, infatti, vede il greggio ad almeno 90 dollari al barile entro fine anno (a voler esser precisi bisognerebbe anche ricordare che per alcuni esperti il petrolio potrebbe salire anche a 100 dollari al barile).
Con simili prospettive, comprare petrolio in ottica speculazione diventa un’idea da prendere in seria considerazione. Ovviamente un approccio di tipo speculativo ad un asset come il greggio richiede l’utilizzo di strumenti adeguati. Il modo più semplice per investire in ottica speculativa sul prezzo del petrolio è attraverso il CFD Trading. Oggi esistono broker online che addirittura permettono di copiare i traders migliori. E’ questo il caso di eToro che ha lanciato la funzionalità del social trading. Tutti possono provare a copiare i traders più bravi anche perchè eToro offre una demo gratuita proprio per permettere di fare pratica senza rischi.
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Comprare petrolio per sfruttare sentiment speculativo?
Prima di iniziare a comprare petrolio in ottica speculativa, è consigliabile analizzare i motivi per cui il prezzo del greggio è destinato a crescere ancora.
Quali sono i fattori che stanno condizionando l’andamento del prezzo del petrolio? Secondo una vulgata abbastanza diffusa, il rally del greggio dovrebbe essere un effetto del boom della domanda non soddisfatto da un’offerta che invece resta bassa.
E’ davvero questo il motivo della corsa delle quotazioni petrolifere? La risposta è negativa perchè, in realtà, il trend scorte-domanda si sta già invertendo. Secondo GasBuddy, nel mese di settembre la domanda di benzina è scesa del 3,35 per cento. Inoltre l’uso delle raffinerie la scorsa settimana (dati EIA) ammontava all’89,6 per cento. Insomma non sembra esserci un problema di scorte anche perchè la stessa produzione nel Golfo del Messico è tornata regolare.
E’ quindi più plausibile che siano le aziende di scisto ad aver spinto il sentiment dei mercati a far salire i prezzi. La pressione è stata esecitata in due modi:
- le grandi big dello scisto non sono tornate ai livelli di produzione pre-COVID come invece si attendeva il mercato
- il management delle big dello scisto ha detto chiaro e tondo che non ci sarà alcun aumento della produzione neppure nel caso di prezzi più alti.
Tali fattori secondo considerati dai market mover un elemento di spinta per i prezzi del greggio.
Un elemento che sicuramente sta spingendo al rialzo il prezzo del greggio è la paura per una carenza di gas naturale negli Stati Uniti. Il governo federale americano ha già fatto sapere che bollette del riscaldamento mnegli States potrebbe subire un rincaro di quasi il 50 per cento. Nel caso in cui ci dovesse essere una carenza di gas naturale in Usa, molti molti generatori di energia da gas naturale potrebbero passare al petrolio. Tale prospettiva è palesemente un driver rialzista per il greggio.
Tutti gli elementi citati, nel loro complesso, delimitano le coordinate del sentiment che, secondo noi, può essere ritenuto il vero motivo per cui il prezzo del petrolio è destinato a restare su livelli alti. Certo un certo impatto lo ha anche la speculazione ma, in un mercato molto dinamico come è quello del petrolio attualmente, è normale che sia cosi.
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