Come si muoverà il prezzo del petrolio il prossimo anno? Nonostante manchi ancora oltre un trimestre alla fine dell’anno in corso, per gli investitori di lungo periodo è già tempo di previsioni 2022. Non c’è da stupirsi se attorno a questo argomento c’è già un interesse molto forte.

Per un trader che investe sui lunghi intervalli temporali, sapere come si muoverà la quotazione petrolio in un orizzonte superiore ai 3 mesi è fondamentale per impostare le proprie strategie.

Ovviamente visto che manca ancora tanto all’inizio del nuovo anno, è logico che le previsioni petrolio 2022 che di seguito andremo ad esporre debbano essere prese con le pinze. In altre parole, da oggi fino alla fine dell’anno, saranno possibili cambiamenti e rettifiche che potrebbero correggere, e anche di molto, le prediction attuali.

Prima di scendere nel dettaglio e affrontare l’argomento previsioni petrolio 2022, ci preme ricordare che oggi il greggio è un asset alla portata di tutti. Per investire sul petrolio, infatti, non bisogna comprare barili ma è sufficiente speculare con i vari strumenti derivati.

Tra i più semplici ci sono i CFD (Contratti per Differenza) che consentono di investire al rialzo (long) oppure al ribasso (short). Puoi fare trading sul petrolio in entrambe le direzioni usando una sola piattaforma. E’ questo uno dei vantaggi del broker eToro (leggi qui la recensione completa) che offre anche la demo gratuita da 100 mila euro per fare pratica senza rischi. 

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Previsioni petrolio 2022: crollo sotto i 60 dollari al barile? 

A vedere il prezzo del petrolio 2022 addirittura sotto i 60 dollari al barile sono gli analisti di Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG). Secondo il colosso nipponico, la maggiore produzione di greggio da parte dell’OPEC, la ripresa della produzione di gas scisto negli Stati Uniti e la possibilità che l’Iran torni sul mercato a pieno ritmo, potrebbero determinare un crollo del Brent dai 75 dollari al barile del secondo trimestre 2021 ai 73 al barile alla fine del terzo trimestre fino a 64 dollari al barile a fine 2021. Seguendo questo trend, il petrolio Brent nel 2022 potrebbe oscillare a 58 al barile, sotto la soglia psicologica dei 60 dollari al barile.

Nel report di MUFG si afferma che la view bearish sui prezzi del petrolio è supportata dalla convinzione che  l’attenzione sia destinata a spostarsi dalla domanda, all’offerta più alta che inevitabilmente ci sarà a causa dell’aumento della produzione da parte della Russia, dell’incremento dello scisto americano e del ritorno dell’Iran sui mercati. 

Se sei convinto della view bearish elaborata dagli esperti di Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG) puoi tradurre questa previsione in una strategia trading ribassista. Fondamentale è scegliere un broker che ti offre strumenti efficaci per poter operare. Un esempio è il Copy Trading eToro grazie al quale puoi copiare le strategie sul petrolio dei migliori traders. Per imparare a usare questo strumento puoi usare la demo gratuita da 100 mila euro virtuali.

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Prezzo petrolio previsioni 2022: rally a 200 dollari?

Una seconda previsione sul 2022 vede la quotazione petrolio a 200 dollari. Ad avere una view così positiva è Mohammed al-Rumhi, ministro del petrolio e del gas dell’Oman, uno dei maggiori produttori di greggio.  Secondo il politico arabo se i paesi produttori dell’OPEC+ dovessero decidere di seguire i suggerimenti dell’Agenzia internazionale dell’Energia, secondo cui per arrivare all’obiettivo di emissioni zero entro il 2050, le aziende non dovrebbero investire nel petrolio, il valore del greggio potrebbe arrivare fino a 200 dollari al barile. 

Rumhi, nel corso di una conferenza sulla transizione energetica, ha detto chiaramente che raccomandare alle società di non investire più sul petrolio significa far volare il prezzo del greggio. 

Per la cronaca ricordiamo che fu la stessa IEA nel mese di maggio a raccomandare ai paesi produttori di smettere di investire in progetti legati ai combustibili fossili. 

La tesi di Rumhi secondo cui il prezzo del petrolio potrebbe salire fino a 200 dollari nel 2022 sembra però essere solo una minaccia alla stessa Agenzia Internazionale dell’Energia per la serie se si prosegue con pretese troppo dure sull’attuazione della transizione, c’è il rischio che l’intero mercato del greggio possa esplodere. 

Petrolio previsioni 2022: il quadro resta incerto

La conclusione che si può trarre da quanto abbiamo detto in precedenza, è che il quadro sul possibile andamento del prezzo del petrolio nel 2022 è comunque molto incerto. La correzione che i prezzi del greggio hanno registrato a cavallo tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre ha rafforzato questo clima di incertezza. 

L’irruzione sulla scena della nuova variante Omicron del covid19, ha spinto molti analisti ad ipotizzare che l’OPEC+ potesse stoppare il programma di incremento della produzione temendo un ribasso dei prezzi del greggio alla luce delle restrizioni che potrebbero caratterizzare il settore trasporti nel caso in cui la nuova ondata di covid19 non dovesse essere contenuta. 

Questa minaccia, però, è stata presto disinnescata visto che lo stesso Opec+ ha deciso di proseguire il programma di incremento giornaliero della produzione di petrolio. 

L’organizzazione ha infatti rivisto al rialzo la produzione di petrolio attesa per gennaio 2022. Nell’ultimo report dell’Opec+ è presente una conferma delle stime sulla crescita mondiale della domanda di petrolio relative sia all’ultimo trimestre 2021 che al primo trimestre 2022. 

Considerando l’intero 2021, la domanda di petrolio dovrebbe evidenziare una crescita di circa 5,7 milioni di barili al giorno. In base alle previsioni di fine anno è possibile che nel 2022 tale valore possa abbassarsi lievemente pur continuando ad essere positivo. Le previsioni ipotizzano per il 2022 una produzione di greggio pari a circa 4,2 milioni di barili al giorno.

Per quello che riguarda l’irruzione sulla scena della variante Omicron, l’OPEC+, almeno per adesso, sembrerebbe tenere in scarsa considerazione la nuova variante del coronavirus. I maggiori produttori gloobali di petrolio sono convinti che la variante non sia destinata ad impattare più di tanto sull’andamento delle quotazioni petrolifere nei prossimi mesi. 

Questa stima si basa sulla convinzione che oramai il mondo si sia dotato dei mezzi per una corretta gestione di une eventuale nuova emergenza covid19. 

L’indicazione che arriva dall’OPEC+ per il 2022 è quindi improntata all’ottimismo. Questa view può tradursi in una strategia trading rialzista che si può testare in modalità demo prima di essere tradotta in un investimento reale. Il broker Plus500 può essere l’ideale per testare con il trading simulato grazie al conto demo da 40 mila euro messo a disposizione dei clienti per imparare a comprare e vendere CFD petrolio. 

Petrolio previsioni 2022: i paesi che condizioneranno i prezzi

In un articolo dedicato alle previsioni petrolio 2022, può essere fondamentale avere un quadro completo su quali potrebbero essere i paesi che sono a destinati a fare da traino nella crescita della domanda di oil l’anno prossimo. 

I principali protaginisti del settore oil 2022 saranno: la Cina, il Canada, il Brasile, la Russia, gli Usa, la Norvegia e la Guyana. In questo elenco, il ruolo dei big sarà ricoperto, come sempre, da Cina e Usa. Questi due paesi sono e resteranno i principali registi dalla domanda di oro nero. Stando alle previsioni è possibile che gli Usa contribuiranno alla domanda con un incremento di 0,9 mb/d mentre il contributo russo sarà di 1,0 Mb/d. 

In questo contesto è possibile che la domanda di petrolio possa registrare un incremento già nella prima parte dell’anno prossimo. Preponderano il ruolo dell’OPEC+ visto che l’associazione ha in mano il 78 per cento delle riserve di greggio e il 42 per cento di tutta la produzione.

Petrolio previsioni 2022: i fattori rialzisti

Per aiutare i nostri lettori nella consultazione di questo articolo abbiamo stilato un elenco di fattori che, secondo gli analisti, potrebbero avere un impatto positivo sul prezzo del petrolio il prossimo anno. A seguire, poi, ua lista di altri fattori che invece potrebbero spingere al ribasso le quotazioni del greggio. Iniziamo, quindi, dai driver rialzisti che sono: 

  • instabilità politica in Arabia Saudita (paese che aggi è il maggior produttore di greggio al mondo): nel 2022 il vecchio Re Salman dell’Arabia Saudita compirà 86 anni nel 2022 e, secondo gli analisti, un eventuale cambio di leadership in Arabia Saudita potrebbe generare non poche incertezze sul prezzo del petrolio
  • manovre militari russe: un aggravamento della tensione tra Russia e Ucraiana nella regione del Donbass potrebbero innescare un nuovo rally delle quotazioni petrolifere
  • nuove regolamentazioni ambientali: in caso si approvazione di nuove norme stringenti sull’esplorazione da parte delle camere americane, l’attività di produzione degli Usa potrebbe subire un rallentamento come già avvenuto in passato
  • tensioni tra Cina e Taiwan o tra Cina e Hong Hong: un incremento dell’interventismo cinese nell’area asiatica potrebbe determinare un incremento dei prezzi del greggio
  • covid19 normalizzato: se, come si potrebbe dedurre alla luce dei primi riscontri sugli effetti di omicron, il covid19, perlomeno in contesti caratterizzati da alta vaccinazione, dovesse essere sottocontrollo, il prezzo del petrolio potrebbe crescere ancora in vista di una ripresa in grande stile di viaggi e movimento
  • dati sulla produzione petrolifera Usa: un incremento dell’attività produttiva (ancora lontana dai livelli pre-pandemia) avrebbe effetti positivi sul greggio
  • inflazione: variabile incerta, nel 2021 ha pesato molto sulla crescita del prezzo del petrolio

I 7 driver rialzisti che abbiamo riportato nella short list possono essere usati per strategie long sul prezzo del petrolio. Consigliamo però sempre di fare pratica con un conto demo gratuito prima di operare con soldi reali. 

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Petrolio previsioni 2022: i fattori ribassisti 

Come anticipato in precedenza, c’è anche un quadro ribassista sul prezzo del petrolio 2022. Secondo gli analisti a prevalere nel nuovo anno saranno le vendite se dovessero imporsi i seguenti catalizzatori: 

  • miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Usa e Iran: in passato un aggravamento della tensione geopolitica tra le due parti ha determinato un rally dei prezzi petroliferi e quindi, in caso di sviluppo positivo, è logico attendersi un ribasso del greggio
  • affermazione dei Repubblicani alle elezioni di novembre 2022: considerando il favore con cui i conservatori Usa hanno sempre guardato alla produzione oil, una loro affermazione alle prossime elezioni determinerebbe un rialzo del valore del greggio
  • allentamento delle restrizioni normative da parte di Biden: se il democratico Biden si dovesse comportare da repubblicano, i vincoli stringenti sull’estrazione di greggio si allenterebbero e la produzione Usa tornerebbe a crescere con conseguente compressione dei prezzi
  • crescita dell’attivià di estrazione degli Usa: il fattore inverso a quello citato nel precedente paragrafo, avrebbe come conseguenza lo scenario opposto
  • decisione cinese di tagliare le importazioni di petrolio
  • mosse dell’OPEC+: se c’è una cosa che ha dimostrato il 2021 è che l’organizzazione che riunisce i paesi produttori di greggio (più la Russia) è sempre imprevedibile nelle sue mosse. Tale caratteristica potrebbe condizionare i prezzi dell’oil in negativo. 

I driver ribassisti che abbiamo sopra riportato possono essere utilizzati per investire al ribasso sulle quotazioni dell’oil. Per puntare a trarre profitto quando il valore dell’oil è in calo si può usare il CFD Trading. Con il broker Plus500 (qui il sito ufficiale) è possibile avere subito la demo gratuita per imparare a vendere CFD Petrolio (short Trading). 

Petrolio previsioni 2022: opinioni di Goldman Sachs

Tra gli analisti più ottimisti sul prezzo del petrolio nel 2022 ci sono quelli di Goldman Sachs. Secondo Damien Courvalin, numero uno dell’Energy Reseach Team di Goldman Sachs, non è da escludere che il prezzo del petrolio possa anche arrivare a 100 dollari al barile nel corso dei prossimi mesi. 

L’analista ha ricordato come in autunno le quotazioni petrolifere sono arrivate a oltre 80 dollari in scia al boom della domanda di greggio. Successivamente, con lo scoppio della variante Omicron del covid19, il prezzo del greggio è precipitato verso i 70 dollari al barile. Rispetto a quei livelli i prezzi si stanno riprendendo in modo molto rapido. Secondo la banca d’affari è evidente che gli operatori siano propensi a ritenere Omicron una variante molto contagiosa ma al tempo stesso poco grave soprattutto per chi ha fatto il vaccino. Addirittura i più ottimisti si sono spinti ad ipotizzare che Omicron possa essere il colpo di coda di una pandemia arrivata alla fine. 

Attualmente, ha ammesso l’esperto, i trasporti aerei devono fare i conti con le restrizioni locali e con le quarantene che interessano una parete consistente del personale. Tuttavia, ha affermato l’economista di Goldman Sachs, quella in atto è una situazione transitoria che è destinata ad essere superata. Quando ciò avverrà, ha concluso l’esperto, il prezzo del petrolio si potrebbe spingere fino a 85 dollari al barile (livello target 2022). 

Petrolio previsioni 2022: opinioni di Schroders

Previsioni petrolio 2022 ancora più ottimistiche sono state espresse da Schroders secondo cui il valore del greggio potrebbe anche salire fino a 100 dollari nel corso del 2022. 

Gli analisti britannici si attendono che la domanda di greggio nel corso del 2022 possa salire fino a 100,23 milioni di barili al giorno, vale a dire 3,5 milioni di barili in più rispetto allo scorso anno. Una stima così ottimistica è supportata da condizioni economiche molto robuste a partire da una crescita notevole del Pil. Secondo gli analisti, inoltre, a spingere il prezzo del petrolio in avanti nel corso del 2022 potrebbe anche essere l’ulteriore incremento del prezzo del gas che, a sua volta, potrebbe spianare la strada da uno switch dal gas al petrolio con conseguente incremento della domande di greggio.

Tra i fattori che sono gli esperti possono spingere al rialzo il prezzo del greggio c’è anche l’incremento del trasporto aereo di merci.

In questo contesto, caratterizzato da un aumento della domanda, non ci dovrebbe essere, secondo Schroders, un contestuale incremento della produzione. Infatti i paesi dell’OPEC+ si stanno limitando ad attuare il loro impegno di incrementare la produzione di greggi al ritmo di 400mila barili in più ogni mese fino a settembre 2022 e non sono disposti a fare altre concessioni. In questo contesto, il prezzo del petrolio non può che essere destinato a crescere. 

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