Per il prezzo del petrolio è arrito puntuale oggi il momento delle prese di profitto. Dopo una cavalcata ha spinto il contratto sul West Texas Intermediate in scadenza luglio ai massimi degli ultimi tre anni, le quotazioni hanno invertito la rotta portandosi in negativo.
Mentre è in corso la scrittura del post, il prezzo del petrolio WTI registra un calo dello 0,5 per cento a 69,32 dollari al barile mentre il Brent è in flessione dello 0,43 per cento a 71,46 dollari al barile.
La dinamica in atto in queste ore sulla quotazione petrolio è molto chiara con gli investitori che preferiscono passare all’incasso e monetizzare i guadagni realizzati nei giorni scorsi grazie alle posizioni long aperte.
Considerando il livello molto significativo che è stato raggiunto dal contratto sul West Texas Intermediate, cosa c’è da attendersi nel breve termine? Gli elementi catalizzatori non mancano. I colloqui che sono in corso a Vienna sul nucleare iraniano, infatti, potrebbero offrire buoni spunti per il proprio posizionamento. Stando ad alcune voci di corridoio quella che si apre oggi potrebbe in effetti essere una settimana decisiva. Gli Stati Uniti, infatti, potrebbero rompegli gli indugi e revocare le sanzioni introdotte sul petrolio iraniano.
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Vendere per prendere profitto: è arrivo il momento?
Lasciando da parte i colloqui sul nucleare iraniano che sono in corso a Vienna, l’impressione di queste ore è che il prezzo del petrolio stia facendo i conti con le prese di profitto.
Secondo Avtar Sandu, senior commodities manager di Phillips Futures, è logico pensare che il prezzo del petrolio sia in calo dopo aver aggiornato i record degli ultimi tre anni perchè alcuni investitori hanno deciso di vendere per prese di profitto nel momento in cui il West Texas Intermediate ha superato quota 70 dollari al barile. Per l’esperto è inutile nascondere che adesso la preoccuapazione principale dei mercati riguardi il ritorno sulla piazza dei barili iraniani. Secondo Sandu, però, è poco probabile che possa esserci un accordo con l’Iran prima delle elezioni presidenziali della Repubblica Islamica che si terranno il 18 giugno prossimo.
Ricordiamo che la scorsa settimana l‘OPEC+ ha confermato l’iter di prudente allentamento delle restrizioni all’offerta. In base all’accordo che è stato raggiunto, i paesi produttori di greggio reimmetteranno sul mercato circa 2 milioni di barili al giorno entro luglio, procedendo ad una graduale riduzione dei tagli alla produzione pur nell’ambito del rispetto degli accordi che erano stati siglati lo scorso aprile.
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