Il ribasso in atto su Borsa Italiana oggi 11 maggio 2021 non è un evento limitato a se stesso o che al massimo coinvolge le borse europee. Se i mercati del Vecchio Continente fin da questa mattina sono sottopressione, è perchè in Asia si è verificato un vero e proprio tonfo degli indici a sua volta frutto del crollo registrato nella seduta di ieri dal paniere Nasdaq a Wall Street.
Considerando che il sell-off ha riguardato solo l’indice dei titoli tecnologici della borsa americana (il Dow Jones ha addirittura chiuso la seduta di ieri in leggero rialzo), è evidente che al centro della pesante ondata di vendite che ha poi impattato sulla borsa di Tokyo e, a cascata, sui mercati europei, ci sia una certa diffidenza verso il settore tech ossia verso il comparto che più di tutti ha tratto beneficio dalla situazione di emergenza creata dal Covid19.
Poichè a questo punto gli scenari possibili sono molteplici, per cercare di capire come convenga investire, è essenziale inquadrare bene cosa sia avvento. Perchè c’è stato un vero e proprio tonfo per i titoli tech diventa quindi la domanda fondamentale. Prima di provare a dare una risposta, ricordiamo che, grazie al CFD Trading, è possibile investire sugli indici di borsa sia al rialzo (long) che al ribasso (short). I Contratti per Differenza, quindi, consentono di guadagnare anche quando un indice di borsa crolla.
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Perchè i titoli tech sono crollati
Il motivo per cui i titoli tecnologici sono stati massacrati dalle vendite, generando poi il tonfo dei mercati asiatici, riguarda l’andamento dell’emergenza covid. Grazie alla campagna di vaccinazioni a tappeto che paesi come gli Stati Uniti stanno eseguendo, molte attività economiche hanno riaperto. Le restrizioni stanno cedendo il passo ad una ripresa dell’economia soprattutto in quei settori che hanno subito i contraccolpi maggiori dai vari lockdown.
Dal punto di vista dell’investitore questo si traduce in uno spostamento verso i titoli ciclici. Questo è un dato di fatto con il quale i mercati, se la campagna di vaccinazione dovesse proseguire con lo stesso trend attuale, dovranno fare i conti nei prossimi mesi.
Se in passato l’emergenza covid19 aveva sostenuto le quotazioni dei titoli tech adesso, il lento venir meno della stessa emergenza, potrebbe determinare un deprezzamento di quegli stessi titoli. Un movimento del tutto naturale che non deve spaventare.
Se la prospettiva dovesse essere quella anticipata dal tonfo del settore tech a Wall Street, allora diventerebbe necessario un aggiornamento del portafoglio CFD dell’investitore con inserimento di titoli ciclici. Puoi imparare ad eseguire questa operazione usando il conto demo eToro.
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Focus sui dati sull’inflazione Usa
Dopo il crollo registrato dal Nasdaq, adesso l’attenzione degli investitori si è spostata sui dati sull’inflazione Usa che verranno pubblicati mercoledì. Tra gli addetti ai lavori è crescente la preoccupazione per un possibile rafforzamento della politica monetaria della FED.
Fino ad adesso le continue rassicurazioni della Federal Reserve, con i suoi rappresentanti che hanno più volte dichiarato che è intenzione della banca centrale tollerare possibili fiammate improvvise dell’inflazione, non sembrano aver completamente rassicurato gli investitori.
Ad ogni modo la riapertura delle attività e il rally che i prezzi delle materie prime stanno registrando (a partire dalla quotazione rame) altro non fanno che incrementare i timori degli investitori circa la possibilità che la FED prima, e poi tutte le altre banche centrali, possano decidere di varare una politica meno accomodante. Uno scenario simile avrebbe conseguenze negative sulle borse con possibile ritracciamento degli indici.
Del resto se è vero che è stato il Nasdaq a crollare, a causa di una possibile disaffezione verso i titoli tech, è pur vero che l’S&P 500 non ha particolarmente brillato. E non lo ha fatto perchè i timori per un possibile aumento dei tassi di interesse hanno registrato un vero e proprio boom.
Di parere diverso è Alan Levenson, Chief US Economist, T. Rowe Price, secondo il quale la FED non sarebeb preoccupata nel caso in cui ci dovesse essere una sorpresa al rialzo dal dato suill’inflazione di aprile. La banca centrale Usa, infatti, ha già fatto sapere che considererà come transitorio ogni aumento dei prezzi che è legato al rimbalzo della domanda di servizi high-touch, come ad esempio gli hotel, e alla disruption delle catene di approvvigionamento, come è il caso dei veicoli a motore. Considerando che l’inflazione è rimasta sotto al 2 per cento per lungo tempo, quindi, la FED potrebbe accogliere favorevolmente un rimbalzo nel breve termine.
Alla domanda quale è l’outlook per l’inflazione USA e come essa potrebeb evolvere nel corso del tempo, l’analista ha risposto affermando che le sue previsioni sono per un rialzo dell’inflazione dal 2,6 per cento di marzo al 3,4 per cento ad aprile fino al 3,6 per cento di maggio.
Allo stesso modo l’esperto di attende che il tasso core a 12 mesi, esclusi quindi food & energy, registri un rialzo dall’1,6 per cento di marzo al 2,2 per cento di aprile per poi arrivare al 2,4 per cento di maggio. Più in generale Levenson ritiene che l’inflazione nel suo complesso possa accellerare a +2,7 per cento nei quattro trimestri a fine giugno 2022.
In merito poi alle possibili conseguenze per l’inflazione e per l’outlook delle politiche FED che sono riconducibili alla delusione provocata dai dati sul mercato del lavoro Usa peggiori delle attese, l’esperto ha affermato che, per quello che riguarda l’inflazione, non ci sono rischi.
Per la FEd, infatti, il report sul mercato del lavoro Usa è risultato inferiore alla soglia che era stata fissata per constatare la presenza di ulteriori progressi e questo ha spostato le tempistiche per poter arrivare a confermare che il del lavoro è sulla buona strada per arrivare a progresssi sostanziali e quindi per segnalare Levenson si attendeva che tale segnale potesse arrivare dal meeting del FOMC di giugno, con l’annuncio del taper a dicembre. Alla luce della delusione per i dati sul mercato del lavoro Usa, a questo punto il messaggio di giugno diventa meno probabile.
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