La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore: la nave container Ever Given si è incagliata di traverso nel Canale di Suez (largo appena 400 metri). L’evento ha determinato l’immediato blocco della navigazione in quella sottile striscia di mare che consente all’Europa e all’Asia di comunicare più velocemente di quanto si farebbe circumnavigando il continente africano ed entrando nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra.
I tentativi fin qui condotti per disincagliare la nave non sono andati a buon fine e hanno determinato l’inevitabile intasamento delle bocche del canale sia a nord (quindi verso il mediterraneo) che a sud (verso il mar rosso). Secondo alcune agenzie in coda ci sarebbero oltre 150 navi. In pratica tutto il trasporto attarverso Suez è bloccato e la sola alternativa è invertire la rotta e fare la circumnavigazione dell’Africa con conseguente allungamento dei tempi di percorrenza fino anche ad una settimana in più.
Blocco canale di Suez: effetti prezzo petrolio
Mentre le foto della nave incagliata a Suez fanno il giro del mondo, cresce la preoccupazione su quelle che potrebbero essere le conseguenze economiche del blocco del canale alla navigazione. In particolare l’attenzione è rivolta alla materie prime a partire dal petrolio.
Ben il 50 per cento delle navi che attraversano il canale ogni anno sono mega container e petroliere. Inoltre il 10 per cento del totale del petrolio mondiali transita attraverso quella rotta. Questi due dati dicono una sola cosa: per le forniture di greggio, il canale di Suez è essenziale.
Stando alle ultime notizie sulla nave incagliata nel canale di Suez che sono state riportate dal Guardian, attualmente ci sono circa milioni di barili di petrolio fermi alle due imboccature della striscia di mare. Le grandi petroliere non passano (e per adesso restano in fila). Le uniche che riescono a transitare sono le petroliere più piccole che utilizzano vecchie sezioni dismesse del canale. Si tratta di striscie di mare strette che certamente non possono essere una soluzione per le grandi petroliere. A questo punto, per queste ultime, non c’è che una sola strada nel caso in cui la situazione non si dovesse sbloccare: la circumnavigazione dell’Africa.
Cambiare rotta significherebbe forte aumento della quotazione petrolio anche nel giro di pochissimo tempo. Probabilmente il rally del prezzo del petrolio sarebbe la prima conseguenza del blocco del canale di Suez.
Più tempo occorrerà per riuscire a disincagliare la nave container Ever Given, maggiore sarà la possibilità che il valore del petrolio possa salire. Questa mattina (grafico in alto) il prezzo del greggio Brent registra una progressione del 2,42 per cento a quota 63,45 dollari per quello che riguarda il Brent e un balzo del 2,65 per cento a 60,11 dollari al barile per quello che riguarda il WTI.
Le conseguenze del blocco del Canale di Suez a causa della nave incagliata, quindi, sono già evidentissime: il prezzo del petrolio oggi è in forte aumento.
Blocco canale di Suez: come investire sul petrolio
Alla luce di questa situazione, come investire sul prezzo del petrolio nei prossimi giorni? Tutto dipenderà dalle tempistiche necessarie per far tornare alla normalità la situazione. Se le notizie dovessero essere negative, puoi prendere in considerazione la possiibilità di investire al rialzo sulla quotazione petrolio. Il modo più semplice per farlo è comprare un CFD Petrolio. Se non hai mai fatto trading online, questa potrebbe essere la giusta occasione per iniziare. Attivando un conto demo con un broker autorizzato come eToro (qui la recensione) puoi imparare a fare trading CFD sul petrolio senza correre rischi.
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E nel caso in cui, invece, la situazione si dovesse sbloccare? Inutile dire che questo scenario implicherebbe l’immediato ritracciamento del valore del greggio. Anche in questo caso, per, puoi investire con i CFD facendo short trading. In pratica invece di comprare CFD, dovrai vendere. La demo eToro può esserti di aiuto per imparare ad investire al ribasso (qui il sito ufficiale).
Le opinioni su come investire sul prezzo del petrolio a seguito del blocco del canale di Suez sono discordanti. Secondo Stephen Brennock del broker petrolifero PVM, “il supporto dei prezzi sta arrivando grazie a un blocco dei trasporti” ma il sentiment “probabilmente lotterà per scrollarsi di dosso la sua nuova tendenza ribassista“. Per questa analista, quindi, il rialzo è destinato a durare poco. Di diverso avviso Lars Jensen, amministratore delegato della società danese Sea Intelligence Consulting, secondo il quale gli effetti del blocco del canale avranno ripercussioni sul mercato mondiale “per diversi mesi e lungo la catena di approvvigionamento“.
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