La seduta del 22 marzo è stata molto positiva per l’S&P 500. L’indice della borsa americana non è però riuscito a dare continuità al suo andamento rialzista e già ieri sono arrivate le prese di profitto. In un contesto di sostanziale debolezza per la borsa Usa, l’S&P 500 ha chiuso con un ribasso dello 0,76 per cento a quota 3911 punti, allontanandosi ancora di più dal target dei 4000 punti. 

Nonostante la flessione sono comunque i compratori ad avere il coltello dalla parte del manico. I rialzisti, infatti, hanno dimostrato di essere in grado di riassorbire i ribassi senza particolari timori. Insomma, nonostante il passo falso di ieri, la situazione sembra essere perfettamente gestibile e il gioco continua ad essere condotto dai compratori come si può vedere dal grafico. 

Dal punto di vista tecnico, l’orientamento al rialzo è evidente. Il grafico giornaliero dell’S&P 500 mette in evidenza che il modello di Engulfing bullish che sembrerebbe essere non ancora ancora confermato. Se il pattern dovesse essere dimostrato, i compratori si potrebbero spingere fino a 3982 punti. Questo, in realtà, sarebbe solo il primo step di una intonazione positiva più profonda che potrebbe appunto portare l’S&P 500 a quota 4000 punti. Tale livello è molto significativo non solo da un punto di vista psicologico (per i motivi che si possono facilmente immaginare) ma anche da un punto di vista tecnico poichè per quota 4000 punti passa la trendline che si ottiene unendo i massimi che sono stati raggiunti il 9 novembre 2020 con quelli dell’8 gennaio 2021. 

La teoria base è quella rialzista con target a 4000 punti. Non è scontato che il principale indice della borsa di Wall Street sia destinato ad avere questa evoluzione. Infatti, nel caso in cui i prezzi dovessero scendere a ridotto dei 3825 punti, livello dove scorre la linea di tendenza che mette i comunicazione i top del 16 e quelli del 26 marzo, ci potrebbe essere una evoluzione al ribasso. 

Tirando quindi le conclusioni, è fondamentale che l’S&P 500 non scenda sotto i 3800 punti per tenere la porta aperta ad un possibile rally fino a 4000 punti. 

S&P 500: ribasso oppure volatilità prolungata? 

Accanto alla possibile evoluzione ribassista, c’è anche una seconda alternativa alla view al rialzo ossia la volatilità. 

La scorsa settimana non è stata positiva per l’S&P 500. L’indice di riferimento di Wall Street ha perso l’1,15 per cento. A causare il ribasso è stato l’andamento dei rendimenti delle scadenze a lungo termine, con il decennale americano che è arrivato fino all’1,75 per cento in scia alle parole del presidente della FED, Powell. 

Il governatore della banca centrale americana ha affermato che la politica accomodante proseguirà ancora per molto tempo con la forchetta dei tassi che resterà inchiodata fino al 2023 e l’acquisto degli asset che proseguirà al solito ritmo mensile. 

Sulla base di tali elementi, si si può attendere una certa volatilità che, comunque, può essere sfruttata per investire sull’S&P 500 attraverso i CFD. A tal riguardo ricordiamo che il broker eToro (leggi qui la recensione) mette a disposizione la demo gratuita da 100 mila euro per imparare a fare pratica senza rischi. 

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Secondo quanto dichiarato dall’analista Antonio Zedda, Junior Financial Analyst di Unicron Associates, in una intervista a TrendOnline, il blocco della riduzione del coefficiente di leva finanziaria minimo (SLR) potrebbe consolidare la volatilità dell’indice americana. Un provvedimento di questo tipo, infatti, potrebbe spingere le banche a rafforzare il loro capitale attraverso la vendita di obbligazioni. Ciò non farebbe altro che determinare un aumento dei rendimenti. 

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