Il prezzo del petrolio continua a salire anche oggi. Dopo il rally spumeggiante di ieri che ha portato le quotazioni ai livelli pre-covid, la tendenza quindi resta rialzista con una dinamica dei prezzi fortemente costruttiva.
Mentre è in corso la redazione del post, la quotazione del greggio in versione WTI segna un rialzo dello 0,5 per cento a 58,68 dollari al barile mentre il prezzo del Brent sale dello 0,56 per cento a 61,43 dollari al barile.
Come messo in evidenza da Norbert Rucker, analista della banca svizzera Julius Bear, la quotazione petrolio è oramai arrivata i livelli pre-pandemia. Come si può vedere dal grafico in basso, infatti, già lo scorso lunedì il Brent era salito fino a quota 60,05 dollari, livello massimo da un anno mentre il WTI aveva agganciato i 57,55 dollari, anche in questo caso picco massimo su base annua.
Entrambi gli asset hanno poi ulteriormente migliorato il loro record su base annua nella giornata di ieri e anche oggi sembra esserci spazio per un ulteriore apprezzamento.
Dinanzi ad una simile dinamica, come si può investire sul prezzo del petrolio? Un’idea potrebbe essere quella di comprare CFD che riflettono l’andamento del valore del greggio per poi rivenderli e, in caso di effettivo rialzo nell’intervallo di tempo tra l’acquisto e la vendita, guadagnare con la differenza di prezzo. Per investire sul petrolio attraverso il CFD Trading è però necessario fare tanta pratica e a proprio questo serve la demo gratuita che broker autorizzati come eToro (qui la recensione e le opinioni) offrono ai loro clienti.
Investire al rialzo sul prezzo del petrolio: perchè quotazioni salgono?
La condizione necessaria per poter impostare una strategia rialzista sul valore del greggio è che le previsioni di breve termine sul prezzo dell’oil siano positive. Capire quali sono stati i motivi alla base del rally del petrolio ai massimi da un anno può per questo essere molto di aiuto.
A spingere in avanti il Brent e il WTI a partire dallo scorso lunedì è stata la decisione dell’Arabia Saudita di tagliare la produzione di oil oltre gli impegni presi. La nuova sforbiciata, ha precisato Riad, avverrà sia a febbraio che nel successivo mese di marzo.
Oltre alla mossa dei sauditi, altro elemento che ha supportato il prezzo del petrolio è la notizia di nuovi stimoli fiscali in Usa. Stando alle indiscrezioni il nuovo presidente americano Joe Biden, sarebbe pronto a varare un piano di stimoli fiscali dall’ammontare monstre di 1900 miliardi di dollari. Obiettivo del progetto è quello di riportare l’economia americana sui livelli precedenti lo scoppio della pandemia.
C’è poi un terzo elemento che ha fornito supporto all’andamento delle quotazioni petrolifere. Si tratta della crescente tensione geopolitica tra gli Usa e l’Iran. Nessuno se lo attendeva ma, stando a quelle he si vede in questa prima fase della presidenza Biden, il nuovo presidente non avrebbe alcuna intenzione di ridurre l’attrito con la Repubblica Islamica.
Da cosa lo si intuisce? Da quella che è stata la reazione di Biden alla decisione dell’Iran di proseguire l’arricchimento dell’urario nel sito sotterraneo di Fordo. Dinanzi a questa scelta, la Casa Bianca ha immediatamente reagito confermando le sanzioni contro la Repubblica.
L’impressione è che Biden non abbia alcuna intenzione di mutare approccio nei confronti dell’Iran anche perchè il comportamento della Repubblica Islamica per quello che riguarda il nuclerare non sembra essere per nulla costruttivo.
Ricapitolando: i drivers che supportano il rally della quotazione petrolio (qui la demo eToro per investire) sono essenzialmente tre:
- tensione tra Usa e Iran
- decisione dei sauditi di incrementare i tagli alla produzione di oil
- maxi piano di stimolo fiscale dall’amministrazione americana
Queste tre questioni sono da seguire passo dopo passo per poter capire come investire sul petrolio.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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