La recente IPO di Airbnb ha accesso un campanello di allarme tra gli analisti più attenti. Considerando il valore dello sbarco in borsa e la successiva corsa a comprare azioni Airbnb (qui la guida su come fare trading), alcuni esperti si sono chiesti se tutto questo possa effettivamente avere senso. Insomma un prezzo come quello strappato dalle azioni Airbnb in fase di IPO è legittimo oppure è frutto di spinte che con la razionalità centrano ben poco?
I dubbi sull’effettiva capacità dei prezzi di rispecchiare la realtà, hanno portato alcuni analisti ad accendere un faro su tutto il settore. La domanda è quindi diventata: le ultime IPO sono veritiere oppure tutti i prezzi sono stati pompati senza alcuna attinenza alla realtà?
La risposta a questo interrogativo non deve essere vista come pura curiosità. E’ logico, infatti, che se i prezzi sono pompati, allora prima o poi saranno destinati a sgonfiarsi. E questa prospettiva dovrebbe interessare chi è solito investire in borsa ma anche chi preferisce comprare azioni attraverso il CFD Trading. Un aiuto per evitare spiacevoli sorprese può arrivare dal conto demo che broker autorizzati come eToro (leggi qui la recensione completa) offrono gratuitamente (puoi prendere la tua in basso).
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Il dubbio sulla possibilità che le IPO siano gonfiate è supportato non solo dalla vicenda Airbnb ma anche da quella, non tanto diversa, di DoorDash, società attiva nel segmento di mercato della consegna dei cibi di asporto che si è recentemente quotata in borsa.
Doordash è scambiata il 60 per cento sopra i prezzi dell’IPO. E’ vero che nelle ultime sedute il valore si è un pò sgonfiato ma tuttavia continua ad essere “immotivato”. Per la cronaca il prezzo delle azioni Airbnb, dopo la quotazione a Wall Street, è salito del 100 per cento rispetto al valore dell’IPO.
Numeri impressionanti che qualche dubbio lo fanno venire se si pensa che entrambi i titoli ad oggi non sono redditizi.
Ma l’aspetto più “divertente” di tutta questa vicenda è quello che viene riportato da una voce di corridoio secondo la quale l’Amministratore Delegato di AirBnb Brian Chesky sarebbe rimasto a bocca aperta nel momento in cui ha appreso il prezzo di quotazione in borsa della sua società. E se il manager è rimasto senza parole, figuriamoci come sono rimasti gli investitori dotati di un intuito.
Un dato su tutti: ad aprile AirBnb aveva racconto 2 miliardi di capitali con una valutazione di appena 18 miliardi. Numeri deprimenti che si possono spiegare, in parte, con l’emergenza covid19 di allora. Dinanzi però al fatto che dopo il primo giorno di scambi la valutazione di Airbnb fosse già salita a 86,5 miliardi di dollari, il dubbio che sia tutto irrazionale ci sta tutto.
Considerando i casi di AirBnb e di DoorDash, il sospetto che le ultime IPO siano stato gonfiate è normale.Cosa fare adesso? E’ ovvio che un prezzo che si gonfia, prima o poi si sgonfia ed è proprio questo che gli investitori devono temere.
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