I titoli petroliferi nell’anno corrente hanno subito l’effetto combinato tra lockdown e crollo della domanda di greggio. Il risultato di questi due eventi negativi è stato un violento ribasso delle quotazioni. Senza andare a guardare troppo lontano, è sufficiente prestare attenzione all’andamento in borsa dei titoli petroliferi italiani (Eni, Saipem e Tenaris) per avere ben chiaro quanto avvenuto.

A livello globale il settore petrolifero è stato uno di quelli con la performace peggiore in assoluto durante la pandemia. Un dato su tutti: il Vanguard Energy Index Fund ETF che, tra gli altri investe anche su Exxon Mobil, Chevron e Phillips 66, ha registrato nel corso del 2020 un crollo di oltr eil 45 per cento nonostante l’indice S&P 500 della borsa Usa sia riuscito a recuperare quasi tutto il rosso accumulato nel periodo tra marzo e aprile. 

Questa la situazione di riferimento. Con l’inizio della stagione delle trimestrali, anche le azioni petrolifere finiranno sotto la lente di ingrandimento degli investitori. I traders cercheranno di catturare ogni minimo segnale di ripresa al quale aggrapparsi. 

Ed è a questo punto che entrano in gioco le strategie trading. Non c’è dubbio che le azioni petrolifere siano mal messe. Perchè allora non approfittare della pubblicazione dei conti trimestrali per comprare titoli petroliferi a buon prezzo? Nel settore gli affari non mancano e la pubblicazione dei conti trimestrali potrebbe essere l’assist decisivo. Per operare con questa strategia non serve per forza comprare azioni. E’ più che comprensibile che il possesso fisico di un titolo petrolifero di questi tempi possa visto come ingombrante. In tal caso c’è una soluzione che si chiama CFD Trading (se sei un investitore alle prime armi ti consiglio di leggere la nostra guida su come fare trading da zero). 

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Conviene comprare titoli petroliferi oggi?

Il contesto è permanentemente in evoluzione e questa guida, valida oggi, non ha alcuna pretesa di esserlo domani anche perchè, da più parti, ci sono segnali crescenti su un’oramai certa seconda ondata di coronavirus anche nei paesi europei. Detto questo, il punto di riferimento per capire se conviene tornare ad investire sulle azioni petrolifere è rappresentato dall’andamento della quotazione petrolio

Come si può vedere dal grafico in basso, nonostante un forte rialzo del prezzo del greggio dai minimi di marzo, ad oggi (ottobre 2020) continua purtroppo ad esserci un evidente squilibrio tra domanda effettiva di petrolio e scorte.

Lo sbilanciamento c’è anche perchè mentre le auto sono tornate su strada dopo il lockdown, la ripresa del settore aereo è molto più lenta. Secondo l’OPEC la domanda di voli passeggeri potrebbe chiudere l’anno con un calo di oltre la metà rispetto al 2019. Un disastro. 

Ma non ci sono solo queste criticità a spingere ad adottare un approccio prudente sui titoli petroliferi. Un secondo fattore di cui tenere conto è l’incertezza sulla sostenibilità dei dividendi. Il crollo delle quotazioni petrolifere avvenuto nella primavera, ha spinto molti produttori di petrolio americani a rivedere (migliore delle ipotesi) oppure a congelare (peggiore) i propri payout. 

Ad esempio la Royal Dutch Shell ha deciso di tagliare il dividendo per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale operano uno sforbiciata del 66 per cento. Anche il fornitore di servizi petroliferi Schlumberger hadeciso di tagliare il dividendo del 75 per cento. Questi due casi dimostrano che sono tutti i titoli del settore petrolifero a soffrire, a prescindere da quele sia il comporto preciso (produzione, estrazione, reti, etc). 

Eppure, in questo contesto per niente rassicurante, c’è chi preferisce ancare in controtendenza affermando oggi conviene essere rialzisti sul petrolio. Prima di svalare chi si è spinto a a fare simili affermazioni, ricordo che per investire sui titoli petroliferi da casa puoi usare il CFD Trading. Scegliendo un broker autorizzato come Plus500 (leggi qui la recensione completa e le opinioni) avrai la comoda demo per imparare a comprare e vendere CFD Azioni senza correre il rischio di perdere soldi reali. 

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Per Carl Icahn è tempo di essere rialzisti sulle azioni petrolifere

Per nulla interessato a quella che è l’opinione prevalente, il miliardario Carl Icahn è convinto che il settore petrolifero oggi sia molto attraente e a buon prezzo. 

Il miliardario ha al suo attivo una serie di partecipazioni in società energetiche come la CVR Energy e la Occidental Petroleum. Secondo il suo punto di vista, il passaggio alle rinnovabili sarà molto lungo e richiederà più tempo di quello che si possa pensare per essere portato a termine. Insomma la svolta non è propriamente dietro l’angolo. 

In una recente intervista rilasciata alla CNBC, Carl Icahn ha affermato testuale: “Ovviamente, non sto dicendo di andare a comprare titoli energetici domani, ma … se guarderete indietro fra tre anni, potreste dire: ‘Cavolo, avrei potuto comprare quei titoli energetici“.

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La posizione rialzista di Icahn è comunque minortaria. Per la stragrande maggioranza dei grandi investitori (qui trovi l’elenco dei traders migliori al mondo), non ci sono le condizioni per non essere ribassisti sui titoli del settore petrolifero. Un dato che la dice molto lunga: i possedimenti di azioni oil e settore gas da parte dei gestori attivi sono precipitate al minimo da 15 anni secondo una recente indagine che è stata condotta dalla banca di investimenti Evercore ISI.

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