Gli investitori guardano alle elezioni presidenziali americane per cercare di capire, anche alla luce dei sondaggi, chi potrebbe vincere tra Trump e Biden. I report degli analisti diventano ogni giorno più frequenti. Vengono segnalate le azioni da comprare/vendere in caso di vittoria del candidato repubblicano o di quello democratico e vengono fornite indicazioni su cosa potrebbe succedere al cambio Euro Dollaro con la sconfitta di Trump. Insomma da settimane (e la tendenza non può che essere in aumento) non c’è giorno che non venga diffusa un’analisi sugli effetti delle elezioni Usa 2020 su questo e su quell’altro asset.
A prescindere dal tema, la domanda è sempre e solo una: su cosa investire in vista delle presidenziali Usa? Ci sono degli asset da privilegiare? L’argomento interessa praticamente chiunque operi sui mercati finanziari. Riguarda chi preferisce investire in borsa in modo tradizionale e anche chi invece è solito operare con il CFD Trading usando broker autorizzati come ad esempio eToro (qui puoi leggere la recensione).
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Ma andiamo a monte del discorso e interroghiamoci su quanto la vittoria di Biden o di Trump potrebbe essere rilevante per gli investitori. A porsi questo interrogativo è stata Johanna Kyrklund, CIO e Global Head of Multi-Asset Investment, Schroders.
L’analista si è posta una domanda che in tanti danno per scontata: “quanto dovrebbero preoccuparsi gli investitori se il prossimo presidente degli Stati Uniti si chiamerà Donald o Joe?“
Secondo l’analista la risposta da dare a questo interrogativo è “non più di tanto“. Insomma l’argomento elezioni Usa è un grande driver per investire sui mercati ma il risultato del voto non è poi tanto rilevante per gli investitori.
Johanna Kyrklund ha ricordato che oggi le notizie politiche causano spesso una certa volatilità sui mercati. A volte è bastato un semplice tweet del Presidente Trump per causare un crollo dei mercati o, viceversa, un rally delle borse.
Contrariamente a quanto avveniva negli anni 90, la politica al giorno d’oggi appare più polarizzata soprattutto per quanto concerne la divisione delle risorse (la coperta è infatti sempre troppo corta).
Con Trump presidente degli Stati Uniti c’è stato un impatto diretto sui mercati. La riduzione delle aliquote ha dato un forte impulso al rally degli utili societari mentre, sul fronte internazionale, il braccio di ferro commerciale con la Cina ha oscurato l’outlook economico gettando gli investitori nell’insicurezza.
In questo contesto, ha poi proseguito l’analista, l’emergenza coronavirus, non ha fatto altro che portare ad un consolidamento dei trend in atto mettendo ancora più in risalto problematiche arcaiche nella società Usa come il diseguale accesso all’assistenza sanitaria.
Come se non bastasse, poi, è arrivato anche il movimento Black Lives Matter che ha ulteriormente reso evidenti le fratture della società americana.
Risultato di tutto questo? L’esito delle elezioni presidenziali Usa è del tutto incerto e, ad oggi, non è possibile dire se vincerà Biden e Trump. Certo i sondaggi sono per il primo ma questo genere di rilevazioni regale sempre sorprese.
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Ad ogni modo, in caso di svolta democratica del Congresso (maggioranza sia al Senato che alla Camera dei Rappresentanti) darebbe al Presidente Biden uno spazio di manovra che il candidato democratico non riscirebbe ad avere se i repubblicani dovessero tenere il controllo di uno dei rami del parlamento.
Fin qui le considerazioni politiche. E per quello che riguarda gli effetti del voto sui mercati? Quali sono le conseguenze se a prevalere dovesse essere Biden? E se invece, contrariamente a quello che dicono i sondaggi, Trump dovesse essere riconfermato alla guida della Casa Bianca? Ponendosi queste domande l’analista entra nella seconda parte della sua riflessione, quella più specificatamente dedicata all’impatto sui mercati.
Prima di analizzare questo aspetto, ricordo che per investire attraverso i CFD su asset molto diversi tra loro (dal Forex, agli indici di borsa fino alle azioni) operando da una sola piattaforma, una buona alternativa è il broker Plus500 (leggi qui la recensione completa).
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Dove investire con le elezioni Usa?
Le azioni tech potrebbero subire in modo molto pronunciato gli effetti del voto Usa. In caso di vittoria democratica, i timori per una possibile regolamentazione più stringente, potrebbero indebolire i titoli tech.
E se l’esito del voto dovesse essere contestato? Questo non è uno scenario inverosimile poichè il presidente Trump ha già storto il naso sulle modalità di esercizio del voto postale. Inutile farsi illusioni: se Biden dovesse vincere di poco, il voto sarebbe contestato e questo sarebbe disruptive per i mercati ma anche per l’economia Usa.
Quali sono quindi le conclusioni che l’analista ha tratto al termine di questa lunga analisi? La morale è che la politica può generare rumore nel breve termine ma se l’obiettivo del trader è quello di resistere alla volatilità (qui la guida su come sfruttarla) allora è preferibile sedersi e attendere che la confusione passi.
Ma se il desiderio di fare trading è irrefrenabile? In questo caso il consiglio della Johanna Kyrklund è quello di incassare i profitti, soprattutto quelli che arrivano dai titoli tech. In altre parole, onde evitare di dover fare i conti con perdite anche consistenti a causa dell’esito confuso del voto, è meglio passare all’incasso. Per imparare a chiudere le posizioni trading attive, esercitati con il conto demo eToro (qui il link ufficiale) e così non correrai il rischio di perdere soldi reali.
I traders non dovrebbero preoccuparsi troppo
Secondo Didier Saint-Georges, membro del Comitato Strategico di Investimento, Carmignac, gli investitori non dovrebbero temere più di tanto l’esito delle elezioni in Usa. L’analista ha ricordato che, come occasione di ogni tornata elettorale in Usa, l’attenzione nelle trading room è ai massimi livelli ma il passato dimostra che il tentativo di analisi dei programmi politici si rileva puntualmente vano.
Per l’analista la storia dimostra che le conseguenze dei risultati delle elezioni sono abbastanza simili per i mercati. Guardando al passato, durante le presidenze di Obama e di Trump le prestazioni dell’indice S&P 500 sono state quasi uguali tra loro (infatti c’è stato un rialzo del 12 per cento nel primo caso e del 14 per cento nel secondo. Stesso discorso per il Forex con il dollaro in calo dello 0,7 per cento nel primo caso e in progressione del 2,3 per cento nel secondo (base annua).
Spostandoci all’azionariato, nel corso della presidenza Obama, i tre settori che hanno tratto maggiore profitto sono stati quelli dei consumi discrezionali, il settore tecnologico e quello sanitario. Ebbene nel corso della presidenza di Trump, i tre settori che hanno fatto meglio hanno continuato ad essere quello della tecnologia, quello dei consumi discrezionali e il settore sanitario. Identici anche i due settori che hanno registrato le maggiori perdite sono gli stessi ossia quello bancario e quello energetico.
Morale del discorso: inutile perdere il sonno concentrandosi troppo sul risultato delle elezioni Usa.
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E tu come la pensi? Davvero i traders non dovrebbero preoccuparsi più di tanto del voto Usa?
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