Brutto scivolone per le azioni Tesla che, come già anticipato dalle indicazioni del pre-market di ieri, hanno risentito della negativa impressione generata dalle anticipazioni fornite da Musk sul Battery Day. 

La netta prevalenza delle vendite ha determinato il crollo delle azioni Tesla a 424 dollari, oltre 5 punti percentuali in meno rispetto alla precedente seduta. Alla fine non è andata neppure malissimo al titolo se si considera che, prima dell’apertura degli scambi, il rosso era arrivato anche ad oltre il 6 per cento. Ad ogni modo, considerando che l’indice Nasdaq ha chiuso la sessione in rialzo, è evidente che alla base della flessione consistente di Tesla ci sono elementi domestici ed è altrettanto chiaro che, oramai da inzio settembre, il sentiment sul titolo non sia più quello ultra-positivo di agosto. 

Premesso tutto questo, le anticipazioni fornite da Musk sul Battery Day sono state solo un’occasione per il ritorno delle vendite sul titolo.

Attenzione perchè il fatto che a prevalere sia il sentiment negativo sul titolo non significa che sia preferibile stare alla larga da Tesla. Forse non lo sai ma attraverso il CFD Trading è possibile investire al ribasso su un asset puntando, ossia, su un calo delle quotazioni. Parliamo di short trading (qui la guida completa) che è possibile imparare a fare usando il conto demo gratuito che broker autorizzati, come ad esempio il noto eToro (leggi qui la recensione ufficiale) ti mettono a disposizione. Con eToro avrai subito 100.000 euro virtuali per imparare a fare short trading sulle azioni attraverso i CFD. 

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Crollo azioni Tesla: cosa è successo?

Ma cosa è successo concretamente? Prima dell’evento Battery Day, il CEO di Tesla ha pubblicato un Tweet riguardante le sue previsioni in merito alla produzione ad alto volume in proprio delle celle delle batterie della casa automobilistica. Musk ha affermato che la produzione non partirà prima del 2022 lasciando intendere che è inutile attendersi novità su questa questione nei prossimi mesi. 

Sempre attraverso Twitter, Musk ha anche affermato che l’obiettivo di Tesla resta quello di arrivare a produrre direttamente gli accumulatori che dovranno poi essere montati sui modelli Cybertruck, Tesla Semi e sulla nuova Roadster. Implemantazione della produzione propria, ha poi aggiunto Musk, non significa che Tesla andrà a cambiare i suoi rapporti con i fornitori di celle. Allo stesso tempo il numero uno di Tesla punbta ad in cremenatre gli acquisti dai suoi partner Panasonic, CATL e LG e non esclude neppure possibili accordi con altre aziende. 

Secondo Musk, è possibile che ci possa essere una carenza di batterie a partire dal 2022 ed è proprio per questo motivo che il colosso dell’auto elettricaha fissato come targer la produzione in proprio delle batterie a partire dal 2022.

Secondo gli analisti, le parole di Musk fanno dedurre che Tesla non sia ancora pronta a produrre in modo diretto grandi volumi di celle per accumulatori di nuova generazione. Di conseguenza, diventa molto difficile immaginare che possano esserci aggiornamenti di qualche modello già esistente che monta queste batterie. 

Non serve essere degli esperti di finanza per comprendere che queste anticipazioni, poi confermate nel corso del Battery Day che si è tenuto ieri sera, non sono quello che si può definire un buon catalizzatore. 

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