Walmart ha annunciato che le vendite online sono raddoppiate durante la pandemia da nuovo coronavirus, trascinando verso l’alto i profitti e realizzando quella che per gli analisti di Bloomberg è stata la più grande sorpresa nei profitti netti in oltre 30 anni.
Il discount americano ha fatto leva sulla sua massiccia rete di negozi e sugli investimenti effettuati nel commercio elettronico per garantire ai suoi clienti cibo e altre merci durante la pandemia. Le vendite nei negozi “fisici” negli Stati Uniti sono così salite del 9,3% nel secondo trimestre fiscale, mentre le vendite nell’e-commerce sono balzate addirittura del 97%, dato che un numero maggiore di clienti ha preferito procedere con questo canale, ritenuto più sicuro.
Il CEO di Walmart, Doug McMillon, ha dichiarato che l’azienda cercherà di sviluppare ulteriormente il proprio servizio cavalcando tali profitti, e aggiungendo un servizio di membership. Non è stato ancora precisato quando questo servizio verrà lanciato, o quando verranno forniti ulteriori dettagli sui vantaggi di questo programma. Il programma, chiamato Walmart+, dovrebbe competere con Amazon Prime.
Ad ogni modo, non sono mancate le riflessioni critiche sul periodo appena trascorso, con i dirigenti di Walmart che hanno riconosciuto i venti contrari che hanno dovuto affrontare nei mesi pandemici. Nonostante ciò, però, il periodo si è concluso positivamente per il big statunitense.
Tra i principali dati diramati nel comunicato pubblicato dai media, spicca un utile per azione pari a 1,56 dollari, contro i 1,25 previsti dalle stime di consenso, ricavi per 137,74 miliardi di dollari contro 135,48 miliardi di dollari previsti dagli analisti e un utile netto salito a 6,48 miliardi di dollari, o 2,27 dollari per azione, da 3,61 miliardi di dollari, o 1,26 dollari per azione, un anno prima.
Walmart ha anche precisato che i suoi clienti hanno fatto acquisti meno frequenti, ma ne hanno fatto di maggiore valore, concentrando probabilmente le transazioni di acquisto in meno occasioni. Lo scontrino medio è cresciuto del 27% nel secondo trimestre, mentre le transazioni sono diminuite del 14%.
Il rivenditore ha dichiarato di aver speso circa 1,5 miliardi di dollari per i costi relativi a Covid-19, principalmente a causa della necessità di evadere gli ordini online, pulire i negozi e gli scaffali e adeguarsi all’evoluzione del contesto operativo.
Infine, si noti come le nette internazionali di Walmart siano calate del 6,8% a 27,2 miliardi di dollari, in quanto le chiusure imposte dal governo durante la pandemia hanno limitato gli acquisti in India, Africa e America Centrale.
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