Nel momento in cui l’utilizzo di internet è crescito in modo esponenziale a causa del lockdown, Google non è riuscita ad approfittare del boom di connessioni e ricerche sul web a causa della drastica riduzione degli investimenti pubbliciari che tante aziende e interi settori (si pensi al comparto viaggi) hanno attuato per cercare di resistere alla violenta crisi economica globale innescata dal coronavirus. E’ in questo modo che si possono spiegare i risultati trimestrali di Alphabet, la holding a monte di Google.
Nonostante numerose variazioni negative, tutte provocate dal crollo delle entrate pubblicitarie, nei conti del secondo trimestre del colosso tech non sono comunque mancati alcuni spinti interessanti. Pur in presenza di alcuni lati positivi, il senso profondo dei conti di Alphabet è sintetizzabile in questo modo: Google dipende in tutto e per tutto dalle entrate pubblicitarie e se le imprese non investono in pubblicità o tagliano i loro budget per causa di forza maggiore, per Alphabet tutto si complica.
Prima di analizzare i conti del secondo trimestre 2020 di Google, è utile dare uno sguardo all’andamento del titolo dopo la pubblicazione dei risultati. Nell’afer hours, Alphabet ha addirittura registrato una progressione del 2 per cento ma l’euforia è durata poco e le vendite sono tornare ad imporsi come si può vedere dal grafico in basso.
Il rosso è stato frutto della delusione e della preoccupazione del mercato per il forte calo delle entrare pubblicitarie che, su base annua, hanno registrato un ribasso di 2,6 miliardi di dollari.
Dopo il ribasso è quindi scattata una discreta volatilità fermo restando che il titolo non ha comunque subito alcun crollo in scia alla pubblicazione dei conti trimestrali probabilmente perchè tutti gli analisti si attendevano una forte contrazione dei risultati, unico esito possibile alla luce della dipendenza di Alphabet dalle entrate pubblicitarie.
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Trimestrale Alphabet: come è andato il secondo trimestre 2020 di Google?
Alphabet ha chiuso il secondo trimestre 2020 con un utile netto pari a 6,96 miliardi di dollari ovvero 10,13 dollari per azione. Un anno prima (secondo trimestre 2019) Alphabet aveva registrato un utile netto pari a 9,95 miliardi di dollari ovvero 14,21 per azione. Il crollo, quindi, c’è stato ed è stato anche forte.
Leggero ribasso anche per il fatturato che, al netto dei costi di acquisizione del traffico, ha registrato un ribasso a quota 31,6 miliardi di dollari dai 31,7 miliardi di dollari del secondo trimestre 2020.
Dicevamo di alcuni elementi che contribuiscono a guardare meno negativamente ai conti trimestrali di Alphabet. Nonostante ben sebbene 29,9 miliardi del fatturato trimestrale di Google su complessivi 38,3 miliardi totali derivano dalla pubblicità, le vendite di Google Cloud e di YouTube hanno registrato una buona progressione in avanti.
In particolare il fatturato pubblicitario di YouTube ha messo a segno un aumento del 6 per cento a quota 3,8 miliardi rispetto ai 3,6 miliardi di un anno fa mentre le vendite di Google Cloud sono addirittura cresciute del 43 per cento salendo a 3 miliardi di dollari. Due buone notizie che spiegano il perchè, nonostante una trimestrale negativa, molti traders abbino attivato posizioni long sulle azioni Google attraverso i CFD.
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