Il recente andamento delle borse mondiali ha spinto molti analisti ad interrogarsi sul livello di correlazione che esiste tra i mercati e l’economia. In effetti quanto avviene da circa un mese spinge a dubitare dell’esistenza di un qualsiasi legame tra i due ambiti.
Mentre le borse balzano di record in record (come dimostrano soprattutto gli indici americani a partire dal Nasdaq) non c’è giorno che non arrivino notizie negative sulle tempistiche della ripresa economica. Come è possibile tutto questo? Rispondere a questa domanda non significa solo soddisfare una curiosità teorica ma bensì avere ulteriore elementi per non farsi troppo condizionare nelle scelte di investimento dal fattore economia. In altre parole se un mese fa avessimo dato retta ai catastrofisti della finanza (personaggi che da mesi predicano che tutto verrà giù), avremmo perso tante importanti occasioni di investimento.
Questo discorso vale sia se si preferisce investire in borsa in modo classico, quindi con la compravendita di azioni, che nel caso in cui si preferisce operare attraverso il CFD Trading usando i migliori broker. A tal riguardo ricordo che puoi imparare a comprare e vendere CFD Azioni e CFD Indici usando il conto demo eToro (leggi qui la recensione del broker): è gratuito.
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Per i catastrofisti, alla luce del disastro economico causato dal coronavirus, la sola cosa da fare a partire da marzo era vendere tutto quello che poteva essere venduto. Guardando l’andamento di indici come l’S&P 500 (grafico in basso) è facile constatare che dare retta a questa ipotesi pessimista, avrebbe significato perdere tutto.
Borse e economia c’è correlazione?
Quanto avvenuto sui mercati a causa dell’emergenza coronavirus è davvero destinato a fare scuola. In una prima fase, praticamente nelle settimane successive allo scoppio della pandemia, mercati e economia si sono mossi su binari paralleli. Le borse sono infatti crollate in modo impressionante mentre già circolavano i primi report sugli effetti economici della pandemia. Per ovvi motivi, nella fase iniziale, i mercati sono crollati molto di più dei dati macro.
Nell’ultimo mese la situazione è profondamente cambiata e si è invertita. Le borse si sono rialzate ad un ritmo che nessuno si sarebbe mai immaginato mentre tutte le principali economie sono in crescente difficoltà.
Quanto avvenuto induce a pensare che le tempistiche dei mercati siano molto più rapide di quelle dell’economia. In altre parole, l’ampiezza del crollo delle borse avvenuto durante il sell-off iniziale, farebbe pensare che i mercati avessero già scontato l’attuale disastro dell’economia. Insomma se c’è correlazione tra borse e economia essa è minima ed ha una caratteristica fondamentale: le borse anticipano l’economia.
Questa indicazione è molto utile per tutti i traders. A tal riguardo ricordo che per investire in azioni puoi prendere in considerazione la possibilità di operare con un broker autorizzato e affidabile come Plus500 (qui trovi la recensione di Borsa Inside).
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Secondo Moore, Chief Investment Officer Globale di Columbia Threadneedle, i mercati già da tempo non rispecchiano più l’andamento dell’economia ma bensì le previsioni sul futuro macroeconomico. L’assenza di correlazione diretta tra borse e economia non è legata alla manipolazione (come molti complottisti affermano) ma è invece frutto di un piano prettamente strutturale.
Questa non è una novità. Già prima dello scoppio del coronavirus si era assistito a fasi storiche caratterizzate da un rally dei mercati in un contesto di forte crisi economica. Questa tendenza si è consolidata nel corso del tempo ed oggi, complice anche la gravità della situazione, è evidentissima.
Tra l’altro il fatto che le borse riflettano non l’andamento dell’economia ma le previsioni sul futuro economico spiega il motivo per cui sul mercato Usa il rally dell’azionario è molto più forte rispetto all’Europa (riferimento EuroStoxx 50, grafico in basso).
Negli Stati Uniti, infatti, le previsioni puntano su una ripresa molto più rapida e consistente dell’economia rispetto alle stime sul Vecchio Continente.
Perchè l’economia crolla e il Nasdaq vola?
Dopo aver definito le coordinate generali, Moore ha analizzato il caso specifico dell’indice Nasdaq. Tanti investititori nelle ultime settimane si sono chiesti perchè, nonostante dati macro molto negativi, a partire dal tasso di disoccupazione e dal Pil, il paniere dei titoli tech ha sfondato il muro dei 10mila dollari (grafico in basso).
Tralasciando il fatto che il Nasdaq è formato da società che non hanno reagito in modo negativo al disastro economico causato dal Covid-19, è innegabile che il rally sia sostenuto dalle aspettative di una ripresa dell’economia a V.
Il vero nodo, però, è capire a quale tipo di economia il mercato sta pensando. La domanda, quindi, diventa: quale sarà lo scenario economico del futuro?
Secondo Moore, gli investitori presendo in considerazione tutte le informazioni disponibili per elaborare le loro strategie operative compresi i dati macro attuali e gli eventi futuri. Questo significa che i prezzi delle azioni riflettono quelle che sono le aspetattive su utili aziendali, insolvenze, inflazione ma anche la politica monetaria. In tal senso una delle conseguenze dei tassi di interesse bassi per tanto tempo è che essi “incidono in misura potenzialmente maggiore sui prezzi dei titoli attuali di quanto generalmente non facciano in contesti di tassi più alti“.
Questo implica che le variazioni delle società quotate (e quindi le variazioni degli indici cui queste società fanno riferimento) si configurano come multipli relativi agli utili degli esercizi attesi. Se il raggio di azione degli investitori è limitato, allora essi si muovono sulla base di scelte ma in una situazione più complessa, come è appunto quella attuale creata dal coronavirus, i traders agiscono rapidamente ma hanno un raggio di interpretazioni ben più vasto.
Le borse recuperano prima delle economie
Anche Toby Nangle, Responsabile asset allocation globale Columbia Threadneedle, è convinto che le borse stiano recuperando prima dell’economia. Secondo l’esperto, nel momento in cui c’è stato il primo impatto della crisi, la flessione dei prezzi delle azioni e l’incremento dei rendimenti dei corporate bond, hanno determinanto un forte aumento della volatilità. Solo dopo è subentrata una lettura più orientata alle prospettive di recupero future.
Questa situazione ha creato circostanze favorevoli all’apprezzamento sia delle azioni che dei bond corporate. Di conseguenza, in una seconda fase, si è poi assistito ad un conseguente rientro degli spread.
Il fatto che le borse stiano recuperando prima delle economie è un elemento di cui tenere conto non solo se si investe in modo diretto sui mercati ma anche se si opera con il CFD Trading usando, ad esempio, il conto demo che broker come eToro mettono gratuitamente a disposizione. Approfitto per ricordare che con eToro non sono previste commissioni nel trading sulle azioni.
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Tornando al discorso principale quanto avvenuto, comunque, non è una novità. I precedenti storici, infatti, non mancano. La situazione attuale ricorda molto da vicino quanto avvenuto dopo il grande crollo dei mercati del 2008. Anche in quella circostanza le borse subirono un forte sell-off ma poi recuperarono i punti persi già a partire dal 2009 quando la ripresa dell’economia era ancora lontana.
Sempre secondo l’analista della Columbia Threadneedle, a prescindere da come sarà la ripresa economica (ipotesi a V, a U o a W) non va comuque dimenticato un dato molto importante. Già prima della pandemia le economie sviluppate (soprattutto alcune di queste) vantavano un trend di crescita decisamente basso a causa delle tendenze demografiche e degli alti livello di debito.
Adesso la pandemia potrebbe cambiare alcune tendenze in relazione alla spesa per consumi ma anche ai livelli di debito e politica fiscale. E’ comunque molto difficile che possa verificarsi una accelerazione della domanda aggregata nel confronto con l’andamento degli ultimi anni.
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