Nuovo crollo per il prezzo del petrolio. La seduta di ieri è stata disastrosa per l’oro nero e gli strascichi di quanto avvenuto si vedono anche oggi visto e considerato che sia il greggio WTI che il Brent evidenziano profonde flessioni.

Mentre è in corso la scrittura del post, il prezzo del WTI è in ribasso del 3,71 per cento sotto i 35 dollari al barile mentre le quotazioni del Brent registrano una flessione del 3,42 per cento a 37 dollari al barile. L’intensità di queste variazioni negative sembra essere quasi poca cosa rispetto ai segni rossi che avevano caratterizzato ieri il greggio riportando in vita lo spettro di un tracollo come quello avvenuto alla fine di aprile.

Come si può vedere dal grafico in tempo reale della quotazione petrolio, nella giornata di ieri il Brent ha perso oltre l’8 per cento mentre il WTI ha segnato un calo di circa il 10 per cento.

Considerando l’entità dei ribassi, c’è il rischio che il crollo del prezzo del petrolio oggi possa essere l’avvisaglia di un ritorno alle tensioni di aprile? Non è necessario essere dei grandi investitori per intuire che, se davvero uno scenario di questo tipo di dovesse realizzare, sarebbe necessario immediatamente adeguare le proprio strategie trading sul petrolio.

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Crollo prezzo petrolio proseguirà? 

E’ innegabile che la quotazione petrolio nel corso delle ultime settimana abbia corso decisamente troppo. Questa constatazione non riguarda solo il greggio ma anche la borsa americana. Pure Wall Street, infatti, ha registrato un rally ma poi, ieri, è andata a  picco con perdite molto forti. 

Si può fare un parallelismo tra l’andamento della borsa Usa e quello del prezzo del greggio. In entrambi i casi il sell off è scattato in scia alla letale combinazione tra incremento dei casi di coronavirus in Usa e dichiarazioni fortemente pessimiste sulla ripresa economica del governatore della FED Powell. Specificatamente al prezzo del greggio, il sell-off è scattato nel momento in cui sono stati pubblicati sulle scorte petrolifere Usa che, secondo l’ultimo aggiornamento, sono salite al record storico di 2,1 miliardi di barili tra greggio e raffinati. 

A partire da queste premesse si potrebbe pensare che il crollo del prezzo del petrolio sia appena all’inizio. E invece no perchè, a differenza di quanto avvenuto ad aprile, questa volta non sembrano esserci le condizioni per l’attivazione di un sell-off prolungato. 

Prima di analizzare le motivazioni alla base di quella che potrebbe apparire come una contraddizione, ti ricordo che per investire sulla quotazione petrolio puoi usare il CFD Trading. Ancora una volta ti ricordo l’importanza di scegliere solo broker autorizzati e affidabili come ad esempio Plus500 (qui trovi la recensione completa di Borsa Inside)

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La ripresa dei consumi grazie all’attenuamento del lockdown e i tagli alla produzione decisi dell’OPEC+ sono elementi certamente destinati a supportare il prezzo del greggio nel medio termine. Tradotto in parole più semplici: se non ci sarà alcuna seconda ondata di coronavirus, le quotazioni del greggio non crolleranno. 

Infatti se non ci sarà una recrudescenza della pandemia, le enormi scorte che sono state accumulate nel corso dell’emergenza verranno smaltite.

Secondo Rystad Energy a partire da questo mese il mercato del prezzo del petrolio potrebbe spostarsi in deficit di offerta e continuare a restare in questa condizione “fino alla fine del prossimo anno“.

Nel mese di maggio, hanno rilevato gli analisti, era ancora presente un surplus di greggio e condensati di 6,1 mbg mentre a giugno la domanda dovrebbe riuscire a superare l’offerta di 1,5 mbg. Tale deficit potrebbe ampliarsi a 4,6 mbg a luglio e quindi raggiungere anche un picco di 5,2 mbg a gennaio 2021.

Secondo Rystad, affinchè questo scenario si realizzi è assolutamente necessario che la “disciplina dell’Opec Plus resti forte e che la traiettoria di recupero della domanda non sia alterata“. Cosa significa questo secondo riferimento? Semplicemente la consapevolezza che il ritorno del coronavirus sarebbe una tragedia. 

Trader avvisato….

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