Torna la tensione sulla quotazione petrolio. Il prezzo del greggio, sia nelle versione Brent che in quella WTI, ha registrato un nuovo crollo che ha fatto ritornare il terrore sui mercati. Dinanzi al nuovo sell-off che ha affondato i prezzi del petrolio, sono in tanti a temere che ci possa essere una situazione analoga a quella di circa 10 giorni fa quando il petrolio WTI era crollato sotto lo zero.
Partiamo dai numeri per capire se la spirale ribassista è destinata ad aggravarsi oppure se è possibile un piccolo rimbalzo. Mentre è in corso la scrittura del post, le quotazioni del WTI segnano un calo del 14,8 per cento a quota 10,9 dollari. Crollo verticale anche per i prezzi del Brent che cedono l’1,4 per cento a quota 19,7 dollari. Puoi avere idea di quanto avvenuto alle quotazioni petrolifere nelle ultime ora dando un’occhiata al grafico sul prezzo petrolio in tempo reale che ti ripropongo in basso.
Rispetto a quanto avvenuto in occasione del naufragio del WTI sotto lo zero, questa volta nessuno (ma proprio nessuno) è rimasto a bocca aperta dinanzi al sell-off. Il tracollo del greggio era infatti prevedibile come del resto praticamente tutti gli analisti avevano ipotizzato già la scorsa settimana.
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Crollo prezzo petrolio oggi: perchè?
Perchè la quotazione petrolio oggi va nuovamente a picco? Le ragioni del sell-off sono sempre le stesse. Il ribasso è infatti causato da quella combinazione letale di elementi che già da alcune settimane condiziona in modo fortemente negativo i prezzi.
I timori per l’andamento dell’economia globale e le paure per le dimensioni reali del crollo della domanda di greggio sono i due elementi che più di tutti affossano (anzi continuano ad affossare) il petrolio WTI.
Il ribasso non implica la necessità di restare alla larga da questo asset. Ti ricordo, infatti, che puoi investire al ribasso sul greggio con lo short trading. Per operare al ribasso ti consiglio sempre di fare pratica con un broker affidabile come eToro (leggi qui la recensione) che ti offre 100.000 euro virtuali.
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E’ significativo evidenziare che il prossimo 1 maggio entrerà in vigore il nuovo accordo sui tagli stipulato tra i paesi OPEC+. Ebbene, pur mancando pochi giorni a questo appuntamento, c’è già la consapevolezza che si tratterà di un non-evento. Inutile attendersi cambiamenti significativi di trend delle quotazioni in previsione dell’1 maggio.
A spiegare le ragioni del nuovo crollo del prezzo del petrolio è stato anche Reid Morrison, oil and gas advisory leader di PwC alla CNBC, secondo il quale il tracollo del contratto di giugno sul WTI è causato dal fatto che la domanda di greggio è e resta molto al di sotto dei livelli di produzione. Inoltre, ha proseguito l’analista, ci sono anche “opzioni di stoccaggio limitate“.
In considerazione di questa view, ti invito a valutare attentamente la posizione da adottare sulla quotazione petrolio. Ti ricordo che puoi investire sul greggio attraverso i CFD grazie ai migliori broker. Per operare puoi scegliere un broker affidabile come Plus500 (qui trovi la recensione) che ti offre la demo gratuita. In questo modo avrai la possibilità di imparare a fare trading sul petrolio con i CFD senza perdere soldi reali.
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Sei mesi di prezzi bassi per il petrolio?
Che il sentiment negativo sia destinato a durare ancora a lungo è opinione oramai diffusa. Secondo Maurizio Mazziero della Mazziero Research è inutile girarci attorno perchè il problema oggi si chiama eccessiva abbondanza di petrolio.
Stando alle previsioni indicate dall’analista, si stima un calo della domanda di circa il 20 per cento ad aprile che non è compensato dalle riduzioni decise dall’OPEC (-10 per cento e solo a partire dall’1 maggio).
Secondo Mazziero, inoltre, molte aziende stanno terminando lo spazio fisico dove accatastare le scorte ed è proprio questo che spiega il perchè il WTI è andato a picco ancora.
C’è un video che è stato diffuso dalla Reuters. Nel filmato si vedono ben 27 petroliere ancorate al largo della California. Questi mostri del mare contengono petrolio che nessuno compra.
Che il problema sia globale lo si deduce anche dalle notizie in arrivo dall’Algeria dove il ministro dell’Energia, Mohamed Arkab, ha fatto sapere che le riserve di greggio del paese ammontano a 1,340 milioni di tonnellate, 10 miliardi di barili e basterebbero addirittura per 27 anni di fila se la domanda di petrolio dovessere restare sui livelli attuali.
Sono questi dati oggettivi a indurre a pensare che la strada della risalita delle quotaziono sia ancora lunga. Oramai molti analisti non si nascondono più e affermano che i prezzi del petrolio sono destinati a restare bassi per sei mesi.
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