Anche oggi sta succedendo di tutti sui mercati azionari mondiali. Wall Street ha aperto le contrattazioni in forte ribasso nonostante i recenti interventi della Federal Reserve. A circa mezzora dall’avvio degli scambi, tutti gli indici della borsa americana segnano crolli molto marcati. I numeri non lasciano spazio all’immaginazione con l’indice Dow Jones che registra un ribasso del 5,8 per cento a quota 20008 punti, l’S&P 500 che è in calo del 5,5 per cento a quota 2.388 punti e il paniere dei tecnologici Nasdaq che lascia sul parterre il 4,8 per cento.

Operativamente il solo modo per investire sulla borsa Usa in questo contesto è lo short trading. Per operare al ribasso sugli indici azionari Usa ti consiglio di usare solo broker autorizzati come eToro (qui il sito ufficiale).

Crollo Borsa Usa 18 marzo: cosa succede a Wall Street

L’effetto positivo creato dalla decisione dell’amministrazione americana di varare un maxi piano di sostegno all’economia per arginare gli effetti negativi creati dall’emergenza coronavirus è durato solo poche ore. L’impressione, commentano alcuni analisti, è che gli investitori stiano predendo atto di una imminente crisi e stiano quindi scappando dagli asset tradizionali verso i beni rifugio. 

Secondo gli strategist di MPS Capital Services c’è il rischio che le misure annunciate ieri dall’amministrazione americana non siano sufficienti per riuscire a bloccare gli effetti perversi del coronavirus. E’ per questo motivo, hanno concluso gli analisti, che il sentiment continua ad essere molto negativo. 

Mentre a Wall Street la tensione è altissima, cresce l’attesa per la conferenza stampa annunciata via Twitter dal presidente Donald Trump. Il leader americano ha fatto a “notizie molto importanti della FDA (Food and Drug Administration) riguardanti il virus cinese!“. Trump non ha fornito ulteriori dettagli. E’ ipotizzabile che gli indici americani possano subire dei cambi di direzione in scia a quelle che potrebbero essere le affermazioni di Trump.

Prezzo petrolio crolla ai minimi dal 2002

Il tracollo di Wall Street non è la sola notizia negativa del primo pomeriggio. In un contesto generale in cui il sentiment degli investitori peggiora ogni giorno che passa, anche la quotazione del petrolio registra un ulteriore ribasso. Mentre è in corso la redazione del post, il prezzo del petrolio WTI è precipitato ai livelli minimi dal lontano 2002 a quota 25 dollari al barile. 

Crollano le borse, quindi, e crolla anche la quotazione del greggio in un contesto in cui molti punti di riferimento stanno saltando. Vedere il prezzo del petrolio ai livelli minimi da 18 anni è la dimostrazione evidente della gravità della situazione in atto. 

In un contesto simile le cartucce a disposizione dei piccoli traders sono poche. Per venire incontro alle problematicità di questi ultimi giorni può essere utile leggere l’articolo su come investire al ribasso il crollo del prezzo del petrolio grazie ai Contratti per Differenza. 

A tal proposito ti ricordo che oggi più di ieri è assolutamente necessario scegliere solo i migliori broker Forex e CFD per investire sui mercati. 

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Prezzo petrolio perchè è di nuovo crollato

E’ inutile girarci attorno: a causare il crollo del prezzo del greggio è la convinzione degli investitori che, a seguito dell’emergenza coronavirus, ci sarà un crollo verticale della domanda di greggio in tutto il mondo. Se già questa consapevolezza era sufficiente a determinare una fuga dal greggio, il carico da novanta è stato poi aggiunto dalla guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita.  

Insomma due fattori negativi hanno stretto in una tenaglia il prezzo del petrolio.

Attenzione perchè il crollo in atto potrebbe addirittura non essere completo. Secondo gli analisti di Goldman Sachs non è da escludere che possa esserci un ulteriore ribasso delle quotazioni del greggio anche nelle prossime settimane. Per gli esperti della banca d’affari non è da escludere che il quadro possa addirittura peggiorare nella media del secondo trimestre. A cavallo tra marzo e maggio la quotazione del WTI e quella del Brent potrebbe crollare fino a 20 dollari al barile. 

Spietato il commento di Jeffrey Currie, global head of commodities research di Goldman Sachs secondo il quale “le perdite della domanda nel complesso sono ormai senza precedenti“. 

In altre parole ci sono oramai tutta una serie di indizi che inducono a pensare che la situazione sia fuori controllo. 

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