Nessuna ripresa per la quotazione petrolio oggi che anzi continua il suo trend negativo. Dopo i recenti ribassi, sono nuovamente i sell a condizionare l’andamento del greggio. L’assedio dei venditori sulle quotazioni petrolifere, ha fatto scivolare i contratti su WTI e sul Brent ai livelli minimi da circa due mesi.

Più dettagliatamente questa mattina la quotazione del contratto sul Brent per marzo è scesa fino a 63,24 dollari al barile mentre il prezzo del contratto del WTI su febbraio ha segnato un calo a 60 dollari al barile. Logicamente la dinamica ribassista in atto sul prezzo del petrolio comporta sofferenza per tutte le azioni legate alle quotazioni oil. Dopo la difficile seduta di ieri, quindi, anche oggi sarà una giornata non facile per Saipem, Eni e Tenaris.

Perchè il prezzo del petrolio è in calo? La domanda diventa inevitabile proprio alla luce del consolidamento del trend ribassista. Diciamo subito che c’è più di un motivo alla base della fase negativa del prezzo del petrolio.

A condizionare l’oil è ovviamente il quadro geopolitico con la guerra civile in Libia e le forniture traballanti dall’Iraq in primo piano. C’è però anche dell’altro. Il ribasso della quotazione del petrolio potrebbe essere sostenuto anche dalla decisione della Cina di interrompere le forniture di greggio dal Kazahkstan a causa di alcune contaminazioni. Al di là di questi tre citati motivi, il vero responsabile del calo di quasi il 2 per cento delle quotazioni petrolifere, è il nuovo terribile coronavirus cinese. Il virus è stato isolato per la prima volta anche in Usa e molti commentatori ritengono che la portata dell’epidemia in atto sia maggiore rispetto a quanto lasciato intendere dalle autorità cinesi.

Il prezzo del petrolio oggi è contagiato dal coronavirus, quindi. Goldman Sachs, dinanzi all’emergenza in atto, è scesa in campo ricordando quanto avvenuto al mercato del petrolio nel 2003 in occasione dell’emergenza Sars. 

Se dovesse essere replicata la stessa situazione di allora, i consumi di greggio potrebbe diminuire di 260mila bg nel 2020. Il crollo della domanda sarebbe un effetto della diminuzione degli spostamenti in areo ma anche del rallentamento della crescita economica. 

Gli esperti hanno anche calcolato con precisione di quanto potrebbe scendere il prezzo del petrolio: 2,90 dollari al barile.

Secondo Goldman Sachs a sostenere il sell sul petrolio potrebbe anche essere l’esposizione rialzista degli speculatori e la paura sul fatto che il contagio del virus possa estendersi. Non bisogna infatti dimenticare che ra poche settimane i cinesi festeggiaranno il capodanno lunare, ricorrenza nella quale si è soliti viaggiare molto. 

Insomma il quadro sembra essere in costante deterioramento e il prezzo del petrolio sarà certamente condizionato dal nuovo virus cinese almeno fino a quando non dovesse essere scoperto un antidoto.

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