Tra le tante domande particolari che sono arrivate in redazione verso la fine del 2019 alcune hanno riguardato le preferenze in materia di azionariato. Molti investitori hanno chiesto se è meglio investire in azioni europee o in azioni americane nel 2020. Altri hanno chiesto se le azioni europee faranno meglio di quelle americane nell’anno in corso. Entrambi gli interrogativi definiscono un ambito ben preciso: conviene investire nelle azioni europee o nelle azioni Usa nel 2020?
In effetti questa domanda non è mai stata legittima come oggi. Dopo 10 anni che la performance delle azioni europee è stata puntualmente inferiore a quella delle azioni americane, che possibilità ci sono che il 2020 possa essere l’anno della svolta?
Prima di scendere nel dettaglio dell’analisi, e quindi di capire se nel 2020 conviene investire in azioni europee o in azioni Usa, ti invito a prendere in considerazione il CFD Trading. Attraverso i Contratti per Differenza, infatti, puoi investire in azioni usando uno strumento derivato che riproduce l’andamento del sottostante. Se vuoi fare trading di CFD sulle azioni puoi aprire un conto demo eToro e avrai tanti utili strumenti di analisi a tua disposizione.
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In un suo recente report Alexander Roose – Head of International and Sustainable Equity di DPAM – ha ricordato come anche nel 2019 l’azionariato americano abbia sovraperformato quello europeo. Il 2020, però, potrebbe essere l’anno della svolta. Roose, infatti, ritiene che i mercati UE possono superare gli Stati Uniti nel 2020 grazie soprattutto al venir meno dei rischi connessi ad una hard Brexit. Ma partiamo dall’inizio.
Secondo l’analista, nonostante le tante paure che hanno agitato il 2019, l’anno si è concluso con l’indice MSCI Word in rialzo del del 25 per cento.
Nel 2018, le prospettive degli esperti per il 2019 riflettevano una serie di preoccupazioni macroeconomiche ma fortunatamente la decisione della FEd di cambiare rotta ha generato un miglioramento del sentiment.
Fermo restando quanto avvenuto, se l’obiettivo degli investitori è quello di sovraperformare i mercati, quanto avvenuto nel 2019 conferma che le considerazioni macro e geopolitiche sono e devono essere alla base di quelle che sono le prospettive di investimento.
Quando nel 2019 la curva dei rendimenti ha registrato una leggere inversione con il ritorno dei timori sulla recessione, gli analisti di DPMA si sono impegnato a mantenere una prospettiva basata sui fondamentali, senza lasciarsi condizionare da paure immotivate.
Detto questo, la prospettiva macro non va comunque ignorata quando si tratta di gestire portafogli azionari. Il quadro macro va tenuto in considerazione ogni qual volta c’è un legame con quelle che sono le strategie di lungo termine. Esempi in tal senso sono l’invecchiamento e tutto il dibattito sulla cosiddetta sostenibilità economica. Questi grandi temi spingono a privilegiare le aziende e tutti quei temi che si concentrano su soluzioni sanitarie che sono basate sul valore come, ad esempio, l’assistenza sanitaria.
L’eredità del 2019 è la seguente:
- è proseguita la sovraperformance dei mercati americani
- forte performance dei titoli dei produttori di semiconduttori
- performance debole del settore dell’energia
Come già detto in precedenza nel 2019 le azioni americane hanno nuovamente sovraperformato quelle europee. Non si dimentichi che l’indice S&P500 ha una composizione completamente diversa da quella dell’MSCI Europe. Tale differenza è alla base della discrepanza nei multipli prezzo-utili. Anche gli effetti delle cosiddette attività dirompenti sui due indici è molto diverso. Inoltre negli Stati Uniti c’è un numero maggiore di società che sono capaci di creare cambiamenti dirompenti rispetto all’UE.
Poichè la valutazione del rapporto prezzo/utili non è esente da imprecisioni, gli analisti preferiscono effettuare investimenti a lungo termine in attività che sono caratterizzate da bassa densità di capitale. Pur considerando tale aspetto, gli Usa battono nettamente l’Europa visto che il 44 per cento di imprese americane sono a bassa densità di capitale contro il 33 per cento dell’Europa.
Azioni europee o americane nel 2020?
Ma perchè nonostante i tanti elementi non favorevoli, gli analisti ritengono che nel 2020 le azioni europee faranno meglio di quelle americane?
Secondo Roose il motivo di questa inversione di tendenza è uno in particolare: la retorica commerciale è in via di miglioramento e i timori legati ad una hard Brexit stanno venendo meno. Ad avvantaggiarsi di tali miglioramenti potrebbe essere la Germania. Inoltre anche le iniziative di Commissione UE e Banca Centrale Europea potrebbero determinare un rafforzamento della performance delle azioni europee su quelle americane anche perchè gli analisti sono convinti nell’affermare che da parte americana non ci dovrebbe essere invece alcuno stimolo fiscale.
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