Il recente boom della quotazione petrolio provocato dagli attacchi contro alcuni impianti sauditi condotti dai ribelli Houti ha spinto molti analisti a rivedere le loro stime sull’andamento del prezzo del greggio. Come avrete certamente già capito in questo post parleremo proprio delle previsioni sul prezzo del petrolio.
All’argomento avevamo dedicato già un articolo di approfondimento pubblicato nel giorno in cui greggio WTI e Brent avevano messo a segno un boom a doppia cifra a causa dello shock provocato dalle notizie in arrivo dall’Arabia Saudita: Prezzo petrolio, rally fino a 100 dollari con attacco a raffinerie saudite (analisi e previsioni).
Oggi, a distanza di alcuni giorni dalla notizia che ha fatto tremare i consumatori di tutto il mondo (il rally del prezzo del petrolio non è solo un problema degli automobilisti a causa dell’inevitabile caro-benzina), priviamo ad adottare un approccio più freddo. Ci chiederemo, in particolare, se è possibile un rally della quotazione petrolio anche nel lungo termine.
Per provare a rispondere a questa domanda può tornare molto utile l’analisi che è stata condotta da Névine Pollini, Senior commodity analyst di Union Bancaire Privée (UBP).
Secondo l’analista è ovvio che l’attacco condotto dagli Houti contro gli impianti sauditi spingerà il prezzo del petrolio nel breve termine. Del resto lo scorso lunedì (giorno successivo alla notizia dell’assalto) la quotazione del Brent ha segnato un balzo del 14,6 per cento. Tuttavia, ha affermato la Pollini, ad oggi l’entità effettiva del danno non è stata ancora resa nota con precisione e non è dato sapere neppure quanto dureranno i disagi. Secondo Bloomberg, però, Riad potrebbe ripristinare un volume significativo della produzione fermo restando che, per quanto concerne il ritorno alla piena normalità, le tempistiche saranno ovviamente più lunghe.
Tutto questo mentre il colosso Aramco ha già comunicato che è sua intenzione rispettare i termini di consegna dei propri clienti facendo ricorso scorte esistenti. Secondo Pollini, già da questi pochi elementi si può intuire che l’impatto sul lungo termine dell’attacco subito dall’Arabia Saudita sia destinato ad essere limitato. In altre parole l’equilibrio di domanda e offerta di greggio non dovrebbe avere particolari conseguenze nel lungo periodo.
Per l’analista è invece probabile che l’andamento della quotazione petrolio possa impattare sull’esito delle elezioni negli Usa. Nel breve termine, infatti, la scontata interruzione dell’offerta potrebbe condizionare la già fragile economia americana e quindi avere ripercussioni sul voto. E’ per questo motivo che Trump, dopo l’attacco, ha subito chiesto ai produttori nazionali di incrementare la produzione. Il presidente Usa, infatti, punta alla rielezione e non vuole imprevisti sul suo cammino.
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