Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrà anche avere il potere di ordinare alle aziende americane che operano con la Cina di abbandonare le proprie relazioni con la seconda economia più importante del mondo, ma un simile approccio potrebbe costargli molto, politicamente.
Ad affermarlo è Timothy Stratford, presidente della Camera di Commercio statunitense in Cina, secondo cui “il Presidente potrebbe emettere ordini che renderebbero molto difficile per le aziende americane continuare a fare affari in Cina, ma non si tratterà di una questione di fattibilità legale, quanto di una questione politica ed economica”.
Il riferimento di Stratford è principalmente al tweet di Trump dello scorso 23 agosto, con il quale ordinava alle aziende americane di “iniziare immediatamente a cercare un’alternativa alla Cina” e invitandole sostanzialmente a iniziare a produrre i loro prodotti negli Stati Uniti. Il presidente ha poi fatto riferimento all’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) in un tweet separato, collegandolo ai “poteri presidenziali” e quanto sta avvenendo in Cina; la legge, risalente al 1977, permette al presidente di affrontare “qualsiasi minaccia insolita e straordinaria ….. per la sicurezza nazionale, la politica estera o l’economia degli Stati Uniti”.
In tale ambito, Stratford ha affermato che una simile scelta sarebbe un “passo estremo” per il presidente: “Penso che sarebbe un passo molto radicale da parte sua. Penso che ci sarebbe un’enorme spinta a tutto campo negli Stati Uniti, anche da parte dei leader del suo stesso partito politico, e quindi sembra improbabile che si spinga così lontano“, ha detto, per poi condividere che “il rapporto economico tra Stati Uniti e Cina è molto, molto complicato. Colpisce molte aziende e molte industrie”.
Ad ogni modo, anche senza l’invito di Trump, le aziende statunitensi stanno in parte già abbandonando le relazioni cinesi a causa della lunga guerra commerciale tra i due Paesi, i cui esiti sono sostanzialmente imprevedibili.
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