L’agenzia di rating Moody’s ha declassato le sue prospettive per le banche d’investimento globali da “positivo” a “stabile”, citando il rallentamento della crescita economica e i tassi di interesse bassi o negativi quali principali determinanti di tale scelta.

Secondo Moody’s, questi operatori – tra di essi figura, ad esempio, Goldman Sachs, J.P. Morgan, HSBC e Deutsche Bank – vedranno la loro redditività subire una pressione maggiore nei prossimi 12 – 18 mesi: assisteranno anche ad una bassa attività dei clienti a causa delle incertezze globali, ha precisato Moody’s, che ha poi sottolineato come le prospettive stabili per le banche d’investimento globali riflettono le proprie aspettative che la redditività degli istituti di credito possa aver raggiunto il massimo per questo ciclo economico.

Evidentemente, è noto che molte banche centrali in tutto il mondo hanno realizzato una vera e propria inversione a U delle proprie politiche monetaria, tagliando i tassi di interesse al fine di stimolare i prestiti nelle economie di riferimento. I tassi di interesse più bassi, tuttavia, limitano la capacità di una banca di realizzare profitti. L’aumento dei tassi, di contro, è un “bene” per le banche, in quanto permette loro di prestare denaro agli investitori con un tasso di interesse più profittevole.

La ricerca afferma altresì che la lenta crescita economica e gli elevati livelli di indebitamento delle imprese potrebbero comportare costi più elevati per le banche d’investimento. E anche se le politiche accomodanti di una banca centrale potrebbero sostenere le condizioni finanziarie, il rischio di un rallentamento più netto sta ora aumentando, in particolare con l’intensificarsi delle tensioni commerciali e geopolitiche.

In tal senso, non sfugge come gli investitori di tutto il mondo siano preoccupati per l’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, tra accelerazioni e ripensamenti. Gli stessi investitori sono contemporaneamente concentrati sullo spread tra il rendimento del Tesoro statunitense a 10 anni e a 2 anni, che si è invertito più volte nelle ultime settimane, fornendo una chiara indicazione di una potenziale recessione imminente.

“La prospettiva di una recessione è una preoccupazione per gli investitori esposti alle cosiddette ‘attività di rischio’, come le azioni e le materie prime, in quanto colpirà rispettivamente la loro capacità di guadagno e la domanda, a possibile scapito delle loro valutazioni e dei prezzi” – ha commentato Moody’s.

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