Stabilire se conviene investire oggi è più complesso di quello che si possa pensare. Non è facile analizzare i mercati e quindi decidere se è arrivato il momento di comprare, di vendere oppure di stare con le braccia conserte.
Oggi per dare un contributo all’argomento “investire oggi conviene”, facciamo riferimento all’analisi effettuata dagli analisti di Rowe Price. Secondo Yoram Lustig, Responsabile delle Soluzioni Multi-Asset EMEA., questo non è il momento per investire con coraggio.
L’analista ha ricordato come fino alla prima metà del 2019, i mercati sono stati caratterizzati da un solido momentum. Molte classi di asset hanno offerto performance interessanti. Secondo Lusting si è registrato un rialzo sia sui mercati azionari che su quelli obbligazionari prudenti, come ad esempio i titoli di Stato. Tutto questo è avvenuto anche perchè la guerra commerciale Usa-Cina sembrava essere avviata verso una risoluzione.
Quel primo semestre 2019 sembra però essere sempre più lontano. Oggi i mercati inviano segnali contrastanti su quello che è il reale stato di salute dell’economia globale. L’americano S&P 500 è riuscito ad arrivare ai nuivi massimi storici mettendo in fila una serie di aggiornamenti che, a tratti, sono sembrati infiniti. Viveversa, sul mercato dei titoli di stato ha prevalso un approccio ribassista e infatti i rendimenti dei bond sovrano hanno registrato un calo. In alcuni casi i rendimenti sono addirittura diventati negativi!
Oggi gli investitori obbligazionari conservativi hanno paura che si sia davvero arrivati nell’ultima fase di un ciclo di mercato e che la crescita sia destinata a finire. Secondo Lusting è oggettivo che, al di là delle singole sfumature, si sai davvero vicini ad una forte recessione.
Nei mesi scorsi il rischio recessione ha trovato conferma nell’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury USA. Ha fatto molto scalpore che i rendimenti sui titoli a lunga scadenza fossero diventati inferiori rispetto a quelli offerti dalle brevi scadenze. Teoricamente è un dato di fatto che la curva dei rendimenti tenda ad invertirsi nel momento in cui il rischio recessione aumenta.
L’analista però ritiene che l’inversione della curva dei rendimenti non sia, per forza di cose, il segnale dell’avvio di una recessione. L’inversione può essere stata causata dalla decisione della FED di bloccare i rialzi dei tassi.
A conferma del fatto che prevedere l’avvio della recessione non sia affatto semplice anche alcune indicazioni macro. E’ vero, ha concluso l’analista di Rowe Price che molti indici PMI di tutto il mondo suggeriscono la presenza di un vero e proprio indebolimento economico a livello globale, ma va considerato anche il fatto che, secondo molti modelli economici, il mondo è a metà ciclo e non alla fine di un ciclo. Questo sta a significare che le probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi sono modeste.
La morale di tutto questo discorso è che ora più che mai conviene essere molto prudenti negli investimenti.
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