La notizia buona di oggi è che il prezzo del petrolio è tornato a salire come una certa convinzione. La notizia negativa è che l’aumento della quotazione petrolio (WTI e Brent) potrebbe avere vita breve. Il consiglio è quello di investire al rialzo sul prezzo del greggio ma senza esporsi più di tanto perchè, come detto, l’apprezzamento potrebbe avere vita breve.

Mentre è in corso la scrittura del post, la quotazione del petrolio Brent registra una progressione dello 0,63 per cento a quota 59 dollari al barile mentre le quotazioni del WTI sono in rialzo dello 0,82 per cento a quota 55,3 dollari al barile. Sia il Brent che il WTI, già rispetto ad alcune ore fa, hanno ridotto il loro slancio a dimostrazione di come la tendenza rialzista di oggi potrebbe avere una vita più breve di quella che molti investitori possono pensare. 

Per capire le ragioni per cui il rally del prezzo del petrolio potrebbe presto finire, è necessario analizzare i motivi alla base di quella che potrebbe essere la classica parentesi rialzista. Se il prezzo del petrolio oggi è in rialzo è perchè le tensioni geopolitiche sono tornate ad essere in primo piano mentre le incertezze più di natura economica (a partire dal rischio di recessione globale) sono, per ora, finite nell’angolino. 

Dietro al rialzo del prezzo del greggio c’è la notizia di un attacco effettuato con droni all’impianto petrolifero di Shaybah in Arabia Saudita durante lo scorso fine settimana. L’attacco, rivendicato dai ribelli Houthi dello Yemen in lotta da anni contro la coalizione a guida saudita, ha riaccesso le tensioni sul Medio Oriente determinando la risalita delle quotazioni del greggio. Lo schema che si è concretizzato oggi è stato il classico azione e reazione. Al ritorno della tensione geopolitica in uno scenario delicato per il greggio, è corrisposto un aumento delle quotazioni di Brent e WTI.

L’analista Edward Moya, senior market analyst di OANDA, ha sintetizzato quanto avvenuto con le seguenti parole: l’attacco ha ricordato a tutti “che le tensioni geopolitiche in Medio Oriente non andranno da nessuna parte per il momento“.

L’influenza della notizia sulle quotazioni del greggio potrebbe però avere vita breve poichè gli investitori già si interrogano sui nuovi segnali negativi emersi dall’ultimo report dell’OPEC. L’associazione tra i paesi produttori di greggio, senza usare mezzi giri di parole, ha deciso di tagliare le stime sulla domanda di greggio a 1,1 milioni di barili al giorno in considerazione dei forti venti di recessione che rischiano di condizionare negativamente la domanda di greggio in tutto il mondo. Sullo sfondo di questa decisione scontata ci sono le tensioni dovute alla guerra commerciale Usa-Cina. 

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