In vista del taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (il primo dal lontano 2008), emerge la necessità di attuare un riposizionamento sulla quotazione ore oppure il metallo giallo proseguirà in linea con quello che è il trend attuale?

Mentre è in corso la scrittura del post, il prezzo dell’oro è sostanzialmente stabile a quota 1430 dollari l’oncia tuttavia l’appuntamento con l’aumento dei tassi di riferimento da parte della Federal Reserve è così importante da non poter essere trascurato da chi è solito investire sulla quotazione oro. Il numero dei traders che aprono posizioni sul metallo giallo è in constante aumento come dimostrano le stesse ricerche su Google. Il recente rally delle quotazioni del bene rifugio per eccellenza ha determinato un incremento del 100 per cento delle ricerche sul web della key “prezzo oro“. A rendere noto questo dato è stato Peter Kinsella, global head of forex strategy di Union Bancaire Privée (Ubp).

Secondo l’analista è ormai evidente che la quotazione dell’oro stia scontando l’imminente svolta monetaria accomodante della Federal Reserve. Le possibilità che il FOMC di oggi decida per un taglio dello 0,25 per cento del costo del denaro danno supporto all’andamento del prezzo del metallo giallo. 

Ricordiamo che il taglio dei tassi FED che potrebbe essere comunicato già oggi, sarebbe il primo intervento al ribasso dal dicembre 2008 ossia da quando l’allora governatore Ben Bernanke, per cercare di arginare la crisi dei mutui subprime, portò i tassi di riferimento sotto all’1 per cento, praticamente vicini allo zero.

La situazione di oggi non è paragonabile a quella del 2008. L’economia Usa, infatti, non solo non è in crisi ma registra addirittura tassi di crescita di oltre il 2 per cento annuo. In quest’ottica l’intervento sui tassi sarebbe solo di tipo preventivo ossia si verrebbe a configurare come una misura volta a disinnescare le possibili conseguenze della guerra commerciale Usa-Cina sull’economia americana prima delle presidenziali 2020. 

Secondo l’analista, il prezzo dell’oro, storicamente, si è sempre mosso in modo inverso rispetto ai tassi di interesse. Essendo il tasso dei Fed funds pari al 2,5 per cento, siamo dinanzi ad una situazione in cui l’entità dei possibili tagli dei tassi è decisamente più limitata nel confronto con le precedenti recessioni economiche. Alla luce di tali elementi è quindi possibile che la Federal Reserve decida di mettere in campo le sue politiche di quantitative easing. Se così fosse, prosegue l’analista di UBP, ci sarebbe un elevato rischio di grave debolezza del dollaro Usa e quindi un aumento della quotazione oro nei prossimi trimestri.

E’ questo il cuore delle previsioni sul prezzo dell’oro in vista dell’appuntamento di politica monetaria della Federal Reserve. 

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