Il prezzo del petrolio oggi 3 giugno è in caduta libera. Le quotazione del greggio, a causa dei crescenti timori per la tenuta dell’economia globale, sono scivolate ai livelli minimi dalla scorso febbraio alimentando un pesante sell-off su tutte le azioni che sono legate all’andamento dell’oro nero.
Mentre sui mercati internazionali va in scesa il crollo della quotazione petrolio, su Borsa Italiana oggi va in scena il tracollo del prezzo delle azioni Saipem (le peggiori del settore oil italiano). I due eventi sono strettamente connessi tra loro e quindi per poter capire quando le azioni Saipem potranno invertire la rotta sarà necessario inquadrare correttamente quello che avviene in queste settimane al greggio. A tal riguardo i dati parlano molto chiaro: nel giro di appena un mese la quotazione del WTI ha perso circa il 20 per cento mentre il prezzo del greggio Brent ha segnato un ribasso del 18 per cento dai livelli massimi che furono raggiunti dall’asset lo scorso 25 aprile.
Venendo ai dati in tempo reale, mentre è in corso la scrittura del post, il prezzo del petrolio in versione WTI registra un ribasso dello 0,9 per cento a quota 53,02 dollari al barile mentre il greggio in versione Brent è in flessione dell’1,4 per cento a quota 61,13 dollari al barile. In pratica, come confermato dai dati in real time, la tendenza ribassista del prezzo del petrolio prosegue inesorabile e non potrebbe essere diversamente in considerazione delle tensioni sempre più forti sulla crescita economica globale. La guerra commerciale Usa Cina e la decisione degli Stati Uniti di introdurre nuovi dazi contro il Messico (non un paese qualsiasi ma uno dei maggiori partner commerciali degli Usa e la nazione ai primi posti al mondo per produzione di crude oil) hanno determinato il nuovo sell-off sul prezzo del petrolio.
Lo scorso venerdì è stata nero per il prezzo del petrolio con un calo del 3 per cento che, in considerazione dell’andamento di oggi, non può certamente essere inteso come un fatto isolato.
Secondo Edward Moya, senior market analyst di OANDA, ci sono tutta una serie di elementi che fanno pensare che il crollo del greggio o comunque la fase di debolezza possano ancora durare a lungo. L’esperto ritiene che i rischi geopolitici da un lato e l’andamento al ribasso della domanda , possano determinare un calo ulteriore delle quotazioni del petrolio. Moya nel suo report non ha avuto timore nel parlare di faida tra Usa e Cina che sta condizionando in modo negativo l’outlook sulla crescita globale.
Secondo gli esperti di Goldman Sachs il crollo del prezzo del petrolio è stato supportato dall’aumento delle scorte Usa e dai crescenti timori sulle capacità produttive americane.
Indipendetemente da cosa stia determinando il tracollo del prezzo del greggio, è sull’azionario che si possono vedere gli effetti più negativi di questa dinamica. Tra le azioni peggiori sul Ftse Mib oggi ci sono le Saipem che registrano un ribasso dell’1,75 per cento a quota 3,76 euro. La performance delle quotazioni Saipem su base mensile ha evidenziato un calo del 13 per cento circa ma è guardando il grafico che si può avere idea della fase delicatissima attraversata dal titolo engineering a causa del crollo della quotazione petrolio. All’inizio del mese di aprire il prezzo delle azioni Saipem aveva sfondato quota 5 euro per poi retrocedere e scendere ai livelli attuali. Dietro il forte ribasso di Saipem c’è stato proprio il cambio di rotta deciso dell’oro nero.
Tra gli altri titoli del settore oil sul Ftse Mib, Eni segna un calo dello 0,96 per cento a quota 13,45 euro e Tenaris è calo dell’1,33 per cento a quota 10,41 euro. Per il petrolio e le azioni petrolifere è buio nero.
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