Quante probabilità ci sono che la borsa di Wall Street nei prossimi mesi registri un ritracciamento anche pesante? Questa domanda non è una novità tra gli addetti ai lavori anche perchè da molti mesi si parla di possibile crollo di Wall Street come effetto di tutta una serie di cause avverse.

Ad interrogarsi sul rischio di un pesante ribasso della borsa Usa è stato Bob Thompson, vicepresidente senior e portfolio manager di Raymond James, che, in una intervista rilasciata a Daniela Cambone, ha affermato che la prossima correzione della borsa Usa potrebbe essere la più forte degli ultimi 20 anni. La previsione di Thompson è terribile: il nuovo crollo di Wall Street potrebbe avere dimensioni simili a quello registrato dall’azionario americano nel 2001. In quell’anno, tutti i titoli del settore tech, artefici di un rally che fino ad allora sembrava essere inarrestabile, si sgonfiarono gettando nel baratro l’indice Nasdaq.

20 anni dopo la bolla dei tecnologici e il tracollo di Wall Street, la borsa Usa rischia di andare incontro ad un nuovo pesante sell-off? Secondo Thompson, le dimensioni del possibile crollo della borsa nell’immediato futuro saranno direttamente proporzionali a quella che sarà, a conti fatti, la durata complessiva della fase rialzista. Detto in altre parole secondo l’analista più a lungo durerà la fase del rialzo, maggiore sarà il prossimo crollo del mercato azionario.

Volendo quantificare le dimensioni del possibile crollo, Thompson, nel corso della sua intervista, ha fatto riferimento ad una correzione di circa il 40-50 per cento. Un vero e proprio disastro.

La convinzione che la borsa Usa possa presto rivivere quanto avvenuto nel 2001 è supportata da tutta una serie di analogie con quanto avvenuto a seguito della bolla dei titoli tech. E’ lo stesso Thompson a ricordare ccome le condizioni della borsa Usa oggi siano molto simili a quelle del biennio 1999-2000 ossia a quelle degli anni precedenti il grande crollo del 2001. Anche 21 anni fa, infatti, i traders erano impegnati ad incrementare le proprie posizioni in attività rischiose come se non ci fosse un domani. In particolare gli investitori era soliti incrementare le posizioni nel capitale di rischio di tutte quelle società tech che, oggettivamente parlando, in quella fase storica, non fornivano alcuna garanzia circa la loro capacità di diventare redditizie. Insomma la classica scommessa sul futuro che, prima o poi, è costretta a fare i conti con la realtà. Quel poi, come noto, arrivò nel 200 con il crollo dell’indice Nasdaq.

Per prevedere i tempi sul possibile crollo della borsa Usa, è utile tenere in considerazione quelli che sono gli ultimi segnali arrivati dall’azionario americano. Nell’Ottava oggi arriva al termine, ad esempio, hanno fatto molto rumore i crolli di Abercrombie & FitchCanada Goose Holdings Inc. 

Crollo azioni Abercrombie & Fitch 

Lo scorso mercoledì 29 maggio il prezzo delle azioni Abercrombie & Fitch Co. ha registrato un crollo del 26,55 per cento a quota 18,37 dollari. Il tracollo del titolo è arrivato nonostante la stessa società aveva fatto sapere di aver chiuso il primo trimestre del nuovo anno fiscale con ricavi leggermente superiori alle attese e con una perdita più bassa rispetto al consensus. Gli investitori, però, hanno preferito guardare non a questi dati ma bensì alle previsioni sulle vendite nel trimestre corrente che sono viste in aumento al massimo del 2 per cento contro il +2,8 per cento di una stima precedente.

Canada Goose Holdings Inc., invece, ha registrato un ribasso del30,84 per cento crollando a quota 33,90. La società che opera nella produzione e nella vendita di abbigliamento, ha registrato nell’ultimo trimestre fiscale, ricavi più bassi rispetto alle attese. A preoccupare gli investitorisono state le stime sul tasso di crescita del fatturato più basse delle attese. 

In entrambi i casi, quindi, il crollo del valore delle azioni è legato ad una revisione delle previsioni sul risultati nel segno di un peggioramento. E’ questo un dato da non trascurare per avere un’idea delle tempistiche del possibile ritracciamento della borsa Usa. 

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