Tregua non significa automaticamente pace ma anche possibile ripresa della guerra. E’ questo quanto avvenuto alla guerra commerciale Usa-Cina. Le ultime novità sul dossier non lasciano spazio ad equivoci: dalla tregua e da un accordo definitivo vicinissimo si è infatti passati alla guerra aperta.
L’analista Chia-Liang Lian, Head of Emerging Markets Debt di Western Asset (affiliata Legg Mason) non ha dubbi: l’accordo commerciale che Usa e Cina avrebbero dovuto annunciare lo scorso venerdì, è morto e sepolto. La mossa a sorpresa del presidente americano Trump ha praticamente riportato indietro l’orologio del tempo.
Trump, senza tanti giri di parole, ha affermato che le autorità americane stanno prendendo in considerazione la possibilità di aumentare i dazi su 325 miliardi di dollari di importazioni cinesi al 25% dopo che i dazi su altri 200 miliardi di importazioni cinesi era stati già portati dal 10% al 25%.
Sono le stesse cifre sopra riportate ad evidenziare come quella americana non sia una frecciata per accelerare le trattative ma si configuri invece come un affondo vero e proprio contro Pechino.
La rottura della tregua non era nell’aria anche perchè fino a pochi giorni fa dagli Stati Uniti erano arrivati soprattutto segnali di fiducia. Ad esempio era stato il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin ad aver affermato che gli ultimi negoziati che si erano tenuti a Pechino erano stati produttivi.
Secondo l’analista a far precipitare gli eventi facendo saltare potrebbe essere stata l’insistenza da parte del governo USA in merito alla concessione del diritto di reimporre unilateralmente i dazi nel caso cui la Cina fosse venuta meno alla sua parola. Lo stop cinese al riconoscimento di questo diritto avrebbe spinto gli americani a denunciare il doppio gioco di Pechini.
Secondo Chia-Liang Lian, alla luce delle recenti evoluzioni, è ora possibile che una soluzione alla guerra commerciale Usa-Cina possa arrivare non prima della fine del 2019. Questo perchè la Cina ha già annunciato contromisure all’iniziativa americana.
Gli effetti della rottura della tregua e dell’inasprimento della guerra commerciale sono stati immediati. Le azioni cinesi sono crollate e, per quello che riguarda il Forex, lo Yuan ha subito un deprezzamento dello 0,75 per cento. Queste le prime conseguenze del ritorno della guerra commerciale.
Secondo l’analista un effetto di lungo termine della ripresa della guerra commerciale sarà il ritorno delle incertezze sulle prospettive di crescita globali. In particolare, nonostante l’ampia gamma di strumenti che il governo cinese può mettere in campo, è ovvio che la crescita della Cina oggi non è più quella di un tempo.
Guerra commerciale Usa Cina conseguenze: analisi Merian Global Investors
La guerra commerciale è stata anche al centro di un report di Chris Mahoney, assistant portfolio manager, Merian Gold & Silver Fund, Merian Global Investors. Secondo l’esperto i mercati, dopo l’istintivo crollo successivo all’annuncio di Trump sull’aumento dei dazi, hanno preso fiato. Mahoney ritiene che si prevalsa la convinzione secondo la quale Cina e Usa potrebbero comunque arrivare ad un accordo nel medio termine. Ovviamente nel caso in cui non ci dovesse essere alcun accordo ma anzi la guerra dei dazi dovesse intensificarsi, allora le conseguenze sarebbero negative.
La nuova Trade War è arrivata in un momento in cui gli scambi globali avevano già registrato un crollo marcato. I numeri parlano chiaro: tra dicembre 2018 e febbraio 2019 i volumi degli scambi commerciali hanno registrato un calo al ritmo più forte dell’ultimo decennio. Ragionando in termini di conseguenze ed effetti della guerra commerciale sarebbe inevitabile che dazi alti determinino maggiori pressioni sul commercio globale e sulla crescita.
Se la FED dovesse reagire varando una politica monetaria più accomodante allora ci potrebbe essere un movimento al ribasso anche per i tassi di interesse nominali. Secondo l’analista inoltre, l’aumento dei prezzi come conseguenza della guerra commerciale farebbe scattare una dinamica al rialzo dell’inflazione e quindi l’abbassamento dei tassi di interesse reali. A trarre beneficio da tutto questo sarebbe la quotazione oro che tornerebbe a crescere. Nella nuova Trade War, quindi, a vincere potrebbe proprio essere l’oro.
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