Giornata storica per il prezzo del petrolio in versione Brent. Oggi 25 aprile la quotazione del Brent ha infatti superato i 75 dollari al barile per la prima volta dal lontano ottobre 2018. L’assalto di quota 75 e il superamento di questa resistenza confermano il momento estremamente positivo che la quotazione petrolio attraversa in queste settimane. Ieri era stato il petrolio WTI ad arrivare ai massimi da 6 mesi.
Grazie al forte rialzo che il prezzo del greggio ha realizzato nell’ultimo periodo, la progressione negli ultimi 4 mesi è arrivata ad oltre il 50 per cento. A sostenere il rally del greggio nell’ultimo periodo sono stati una serie di fattori di tipo geopolitico. In particolare la guerra civile in Libia, prima, e la decisione degli Stati Uniti di non rinnovare la deroga delle sanzioni all’Iran concessa a 8 paesi (più informazioni in questo articolo), dopo, hanno determinato il ritorno, con forza, degli acquisti. Nella giornata di ieri il petrolio WTI ha superato un ostacolo molto resistente collocato in area 64 dollari al barile. A questo punto, dal punto di vista dell’analisi tecnica, il target successivo per il prezzo del petrolio WTI può essere ora collocato a quota 68 dollari. Target successivo, in caso di ulteriore rally, sarebbe posizionabile in area 70 dollari al barile anche se, secondo alcuni traders, non è da escludere che la quotazione del petrolio WTI possa anche salire con slancio fino in area 75/80.
Nonostante le previsioni petrolio siano positive è comunque necessario restare prudenti. Non sta infatti scritto da nessuna parte che il prezzo del petrolio debba per forza continuare a salire. Soprattutto nel breve termine, infatti, sono ancora possibili improvvise flessioni e quindi correzioni di prezzo. A rendere concreto il rischio di un calo repentino del prezzo del greggio nel breve termine potrebbe essere anche la situazione di ipercomprato che è stata raggiunta dagli indicatori di breve termine. Se il prezzo del WTI dovesse scendere fino all’area 63 dollari, si creerebbere le condizioni per un ingresso che sarebbe favorito proprio dalla citata debolezza. Segnali di cedimento più forti potrebbero poi portare le quotazioni verso quota 60 dollari al barile ma questo scenario, francamente, appare improbabile.
Mentre è in corso la scrittura del post, il prezzo del Brent segna un rialzo dell’1,07 per cento a quota 75,37 dollari al barile mentre la quotazione WTI avanza dello 0,41 per cento a quota 66,16 dollari al barile.
Per approfondire l’analisi tecnica petrolio, si legga questo articolo: Petrolio: analisi sulle cause dell’aumento delle quotazioni
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