Prezzo del petrolio in ribasso nella seconda metà della settimana. Mentre è in corso la scrittura del post, la quotazione petrolio in versione Brent registra un ribasso dello 0,28 per cento a 71,41 dollari al barile mentre il prezzo del WTI è in flessione dello 0,24 per cento a 63,61 dollari al barile. Il calo della quotazione petrolio ha avuto inizio ieri pomeriggio a seguito della pubblicazione del market mover sulle scorte settimanali di petrolio Usa. L’indicatore macro ha fatto registrare una contratazione inattesa che ha suggerito l’adozione di una strategia più prudente. Nel dettaglio l’EIA, (Energy Information Administration), la divisione statistica del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, ha precisato che nella settimana terminata lo scorso 12 aprile, gli stock di greggio statunitensi hanno registrato un calo di 1,4 milioni di barili. Il dato precedente, settimana al 5 aprile, aveva evidenziato un rialzo di 7 milioni di barili. L’andamento settimanale delle scorte di petrolio Usa non solo è stato peggiore del precedente periodo ma anche nettamente inferiore alle attese degli analisti. Gli esperti infatti si attendevano addirittura un rialzo degli stock di greggio statunitensi a +2,3 milioni di barili. La delusione, quindi, è stata tanta. 

Il ribasso delle scorte di petrolio Usa è stato il secondo dato che ha condizionato l’andamento della quotazione petrolio nel giro di poche ore. In precedente a sostenere l’andamento del prezzo del petrolio erano stati dati sull’industria della raffinazione cinese. Secondo l‘Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino l’industria cinese della raffinazione ha registrato nel mese di marzo volumi in aumento del 3,2 per cento su base annua salendo a 53,04 milioni di tonnellate. L’incremento dei volumi dell’industria della raffinazione cinese è stato comunicato assieme ad un altro market mover positivo: quello relativo all’andamento del Pil cinese. L’economia cinese, infatti, ha registrato una crescita migliore delle attese nel primo trimestre 2019. I dati hanno evidenziato un +6,4 per cento nel confronto con lo stesso periodo del 2018. 

Tra l’altro il rallentamento che la quotazione petrolio registra nelle ultime ore sembra confermare il punto di vista di quegli analisti che, già nei giorni scorsi, avevano evidenziato come la guerra civile in Libia non avrebbe avuto come effetto una crescita senza limite del prezzo del greggio. 

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