Politiche governative attente all’ambiente, con taglio delle emissioni e conseguente mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di livelli coraggiosi, avrebbero un impatto terribile sul prezzo del petrolio. Secondo alcune stime che circolano in questi giorni, una svolta coraggiosamente ecologista determinerebbe da oggi al 2025 il crollo della quotazione petrolio di circa il 95 per cento. Considerando quello che è il prezzo del petrolio oggi, il greggio diverrebbe carta straccia con un valore attorno ai 4 dollari al barile. Ma chi ha azzardato previsioni simili sul possibile andamento del prezzo del petrolio? Ad ipotizzare gli effetti della svolta ecologista sulle quotazioni del greggio e sugli affari delle grandi compagnie sono stati i consulenti di Mercer. Attenzione perchè queste previsioni, bollate come folli da molti investitori, sono da considerarsi molto remote in quanto frutto della concretizzazione dello scenario ecologista migliore al mondo. In altre parole il prezzo del petrolio al 2025 crollerebbe del 95 per cento rispetto alle quotazioni attuali se tutti i governi attuassero con rigore le migliori politiche per arginare il riscadamento globale. Per quanto interessante una prospettiva simile è davvero molto remota se non impossibile
Ma vediamo quali sono i contenuti dettagliati dell’analisi di Mercer. Secondo gli analisti, tutti gli sforzi per cercare di mantenere il riscaldamento globale a 2° C non potranno non avere un diretto impatto sui costi dei rendimenti azionari nei prossimi decenni. Politiche ambientali volte a mitigare i cambiamenti climatici in atto avranno un costo per gli investitori azionari nei mercati sviluppati pari a circa lo 0,2 per cento annuo nei prossimi trent’anni ossia da oggi al 2050. Ovviamente, ha poi evidenziato Mercer, gli investitori non puntano solo sulle azioni ma anche su altri asset. E’ per questo motivo che la società di consulenza ha anche preso in esame gli effetti per proprietà, obbligazioni e infrastrutture. Sotto questo punto di vista politiche ambientali rigorose dovrebbero determinare un vantaggio degli investitori quantificabile tra lo 0,1 per cento e lo 0,3 per cento ogni anno.
Se i governi riusciranno ad adottare misure verdi rigorose, allora da oggi al 2050 ci sarà un taglio della domanda globale di petrolio di circa un terzo. Ad avvantaggiarsi di tale situazione sarà il gas naturale la cui offerta potrebbe segnare un auemento del 20 per cento. Se a ciò si aggiunge la crescita del segmento di mercato delle auto elettriche, petrolio e gas sono destinate a perdere il 42 per cento del loro valore di mercato entro il 2030. Entro il 2050, invece, la perdita sarebbe del 95 per cento! Ovviamente se qualcuno perde, allora altri guadagneranno. E infatti Mercer stima che il settore eolico e solare possano registrare, nello stesso arco temporale, un aumento del 178 per cento! Previsioni da folli, quindi, che presuppongono un cambio radicale nella concezione stessa del rapporto uomo/ambiente.
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