Un dato macro è capace di condizionare in modo decisivo l’andamento del prezzo di un certo asset, invertedendone il trend. E’ appunto questo ciò che è avvenuto ieri alla quotazione petrolio. Ad un passo dai 70 dollari al barile, il prezzo del greggio Brent ha cambiato rotta non appena è stato diffuso il dato sulle scorte di petrolio Usa che sono salite ai livelli massimi da gennaio. La pubblicazione del market mover ha determinanto il blocco del trend positivo e una vigorosa inversione di tendenza che sta proseguendo anche oggi. Mentre è in corso la redazione del post, infatti, la quotazione petrolio versione WTI registra un calo dello 0,43 per cento a quota 62,2 dollari al barile mentre il greggio Brent registra un calo dello 0,51 per cento a 68,96 dollari al barile, in ulteriore allontamento rispetto al muro dei 70 dollari ieri sfiorato in più di una occasione fino al crollo avvenuto nel pomeriggio. 

L’impressione è che il prezzo del petrolio oggi si stia assestando allontanandosi, nel caso del Brent, dai 70 dollari al barile. Per elaborare un’idea su come le quotazioni potrebbero muoversi nei prossimi giorni, diventa essenziale capire i motivi che sono stati alla base del rally del prezzo del greggio almeno fino a ieri. A determinare l’incremento delle quotazioni, poi bloccato dal dato macro Usa sulle scorte, è stato, in primo luogo, il nuovo taglio della produzione OPEC il cui livelli è diminuito per il quarto mese consecutivo. Tra i singoli paesi OPEC ad impegnarsi in modo marcato per una riduzione dell’offerta è stata l’Arabia Saudita. I sauditi hanno tagliato ancora le proprie quote permettendo al greggio di apprezzarsi. Oltre alle mosse di Riad a sostenere le quotazioni del greggio verso i 70 dollari al barile sono state anche le notizie in arrivo dal disastrato Venezuela. I continui blackout che hanno interessato il paese sudamericano hanno determinato un forte taglio della produzione e dell’export di petrolio da parte di Caracas. Tagli dell’OPEC e disastro Venezuela, hanno rafforzato l’andamento del prezzo del greggio almeno fino al brusco risveglio causato, nel pomeriggio di ieri, dalle scorte di petrolio Usa. 

Nonostante l’assenstamento in atto, comunque, le previsioni sul possibile andamento del prezzo del petrolio restano positive. Continua ad avere un approccio positivo sul greggio Edward Moya, analista senior di OANDA. Secondo l’esperto i tagli alla produzione dell’OPEC sono un terreno ideale per i prezzi del greggio. Per l’esperto, fino a quando la produzione americana non inizierà a salire, “la mossa più facile per il petrolio sarà verso l’alto”. Che il marker mover di ieri sia il primo segnale di ritorno all’interventismo da parte degli Stati Uniti? Ai traders…l’ardua sentenza. 

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