La guerra commerciale Usa-Cina è stata a lungo uno dei fattori più destabilizzanti per il mercato. Non usiamo il tempo presente quando facciamo riferimento al conflitto dei dazi, perchè, ultimamente, qualcosa è cambiato. La recente decisione del presidente americano Trump posticipare a data da destinarsi l’introduzione di nuovi dazi contro la Cina rappresenta un chiaro segnale di come, dal lato americano, la guerra commerciale non convenga più di tanto. Anche dal punto di vista di Pechino, però, lo scontro commerciale contro gli Stati Uniti non conviene come poteva invece convenire i primi tempi. In poche parole da entrambe le parti sembra essere maturata una nuova concezione degli eventi. 

Salman Ahmed, Chief investment strategist Lombard Odier IM e Didier Rabattu, Head of Equities Lombard Odier IM, hanno spiegato in un loro report perchè nessuno dei due vecchi belligeranti ha più voglia di combattere la guerra commerciale. 

Dal punto di vista cinese, la guerra commerciale ha inflitto una serie di danni alla crescita di Pechino. Il problema è che con la guerra commerciale la Cina ha capito che la strada per poter essere una superpotenza sotto tutti i punti di vista è ancora lunghissima. E’ per questo motivo che a Pechino oggi conviene riportare sotto controllo lo scontro commerciale con gli Usa.

La guerra dei dazi non conviene neppure dal punto di vista americano. Secondo i due analisti di Lombard Odier IM  la guerra commerciale ha rivelato agli Usa quelle che sono le ambizioni a lungo termine di Pechino nei riguardi di alcuni stakeholder in materia di sicurezza. E’ innegabile che la Cina sia riuscita a realizzare passi da gigante nel campo dell’intelligenza artificiale.

Partendo da tali premesse Ahmed e Rabattu ritengono possibile che le parti arrivino ad un accordo o comunque ad una distensione entro la primavera. In partcolare il punto di svolta dell’intesa potrebbe essere rappresentato dalla chiusura della bilancia delle partite correnti.

Il giudizio dei due analisti di Lombard Odier IM è da tenere in debita considerazione non fosse altro per il fatto che proprio i due esperti avevano per primi parlato di una possibile distensione tra Usa e Cina già a seguito dell’esito del G20 di fine 2018. In quella occasione erano arrivati precisi segnali su una imminente diminuzione della tensione tra le parti (come è poi avvenuto effettivamente).

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