Poichè le 10 maggiori società mondiali per livello di capitalizzaziono sono americane e sono quotate a Wall Street, è quasi normale chiedersi se questo primato non sia tale anche a causa della complicità dei traders europei. Il fatto che le 10 big siano tutte americane lascia infatti intendere che anche i traders europei preferiscano investire in azioni Usa. E’ davvero così?
A chiedersi se il mercato finanziario europeo è ancora americanizzato sono stati Investing.com e SEMrush, nota piattaforma per la gestione della visibilità online e del content marketing. Cosa centrano tra loro Investing.com e SEMrush ossia una sociatà che opera in ambito finance e una società di studio sui motori di ricerca? Se si va a guardare al contenuto dell’indagini, tutto appare molto evidente e quindi di facile intepretazione. In pratica i report ha analizzato quelli che sono i volumi di ricerca sul web da parte dei traders europei. Analizzando le ricerche in ambito finanziario degli utenti europei, l’analisi ha potuto fotografare quelle che sono le scelte di investimento dei traders europei. Il report ha messo a fuoco una tendenza ben precisa: oggi non si può più affermare che gli investitori europei preferiscono investire in azioni Usa ossia quotate a Wall Street. Alla stesso tempo, però, non si può neppure affermare il contrario. In altre parole la mappa delle scelte di investimento presenta colori molto diversi a seconda dei vari paesi.
C’è comunque una linea di tendenza ben precisa che Investing.com e SEMrush hanno messo a fuoco: mentre i traders dei paesi più piccoli dell’Europa scelgono di investire in azioni Usa, quelli dei paesi più grandi preferiscono investire in azioni nazionali. Ad esempio i traders italiani preferiscono investire nelle azioni del Ftse Mib e, più in generale di Borsa Italiana, mentre i traders svizzeri preferiscono comprare e vendere azioni Usa.
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La mole di dati raccolta dalla ricerca Investing.com SEMrush ha permesso di stilare la seguente mappa. I traders di Germania, Italia, Russia, Spagna, Fracia, Turchia, Danimarca, Grecia, Svezia, Norvegia, Finlandia e Polonia preferiscono investire in azioni nazionali. Viceversa i traders di paesi come Svizzera, Gran Bretagna, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Macedonia, Portogallo, Ungheria, Romania, Bielorussia, Ucraina, Islanda, Bulgaria, Irlanda, Serbia, Repubblica Ceca, Croazia, Mondova, Montenegro, Lituania, Lettonia, Estonia, Albania, Principato di Monaco, Cipro, Malta, Liechtenstein, Slovacchia e Slovenia preferiscono investire in azioni di Wall Street.
Il risultato di questo sondaggio non deve stupire più di tanto. Secondo Jesse Cohen, analista dei mercati USA presso Investing.com, è ovvio che un traders tedesco investa in azioni di colossi come Volkswagen, Bayer o Deutsche Bank senza bisogno di guardare al mercato Usa. Il risultato è che il traders tedesco fa crescere le azioni del suo paese e la sua borsa (Borsa di Francoforte). Viceversa è altrettanto naturale pensare che investitori di paesi più piccoli come la Romania o la Serbia preferiscano investire in azioni Usa. Cohen, comunque, ricorda che il boom dell’azionariato Usa nei paesi dell’est Europa è stato un effetto della diffusione di app di trading e broker online. Tramite gli intermediari oggi un investitore di un paese piccolo come l’Ucraina può investire online in azioni Usa mediante il CFD Trading.
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Attenzione perchè questa spiegazione non vale per tutti i paesi citati nell’elenco. Ci si attenderebbe che i traders inglesi siano più propensi ad investire in azioni della borsa di Londra che in azioni Usa. I dati della ricerca Investing.com SEMrush descrivono invece una situazione opposta. Gli inglesi preferiscono investire in azioni quotate a Wall Street. Secondo Clement Thibault, Senior Analyst di Investing.com, questa particolarità si spiega alla luce dei forti legami culturali tra Regno Unito e Stati Uniti. A spingere gli inglesi verso le azioni Usa è anche l’incertezza legata alla Brexit e il conseguente calo di fiducia verso il futuro dell’economia del Regno Unito.
Attenzione perchè il Regno Unito non è assolutamente l’unica eccezione alla regola paese grande—>azioni nazionali, paese piccolo—->azioni Usa. Il rapporto ha messo in evidenza che gli investitori svedesi, danesi, finlandesi e norvegesi preferiscono le rispettive azioni nazionali pur non essendo il loro un paese grande. Secondo Thibault questa difformità rispetto alla regola si spiega in considerazione dell’altissimo livello di benessere che i paesi del nord Europa hanno raggiunto. Grazie ad una uguaglianza alta dei redditi, a programmi di welfare molto avanzati, a sistemi educativi all’avanguardia, ad un tasso di disoccupazione basso e, più in generale, ad un indice di felicità altissimo, i traders di questi piccoli paesi preferiscono le azioni locali a quelle Usa.
Nonostante l’eccezione Nord Europa e il peso dei paesi più grandi come l’Italia, tirando un pò di somme il dato che emerge dall’indagine Investing.com SEMrush è che il 70 per cento dei paesi continua ad investire in azioni Usa. L’Europa unita non esiste in ambito azionario.
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