Il prezzo del petrolio si appresta a chiudere il primo trimestre 2019 registrando la performance migliore su base trimestrale dal lontano 2011. A mettere in evidenza questo importante traguardo che la quotazione del petrolio ha oramai a portata di mano è stato l’analista Tomas Varga della PVM Oil Associates. Secondo l’esperto grazie al forte impegno dell’OPEC e alla più generale tendenza di tutti i paesi produttori a mantenere sotto stretto controllo la domanda, il prezzo del petrolio non si è affossato. Mentre è in corso la scrittura del post, il petrolio versione WTI registra un ribasso frazionale dello 0,05 per cento a quota 56,03 dollari al barile mentre la versione Brent deL greggio è in aumento dello 0,03 per cento a 66,52 dollari al barile. In considerazione di tali indicazioni si può affermare che la quotazione petrolio oggi sia sostanzialmente stabile a conferma proprio dei rilievi del citato analista.
Da questo dato di fatto è necessario partire per delineare le previsioni sul possibile andamento del prezzo del petrolio nel 2019. Secondo l’analisi di Varga, le indicazioni dell’ultimo periodo dimostrano che le quotazioni dle greggio sono legate a fattori anche molto diversi tra loro. Gli elementi che l’analista cita come capaci di influenzare l’andamento del prezzo del petrolio sono: la Brexit, la crisi in Venezuela, la guerra commerciale tra Usa e Cina, la possibile ripresa della produzione in Libia e, per finire, l’imprevedibilità del presidente americano Donald Trupm. Insomma, per riprendere le parole dell’esperto, è palese che ci siano “molti se e molti ma” capaci di condizionare l’andamento del prezzo del greggo anche nei prossimi mesi.
Attenzione, però, a non eccedere con il peso che potrebbe avere la volatilità. Secondo Varga, infatti, ci sarebbero chiari segnali, soprattutto nell’ultimo periodo, su una possibile contratazioni del mercato. Cosa fare quindi? Il consiglio che l’analista della PVM Oil Associated fornisce è chiaro: evitare di “nuotare controcorrente” anche perchè oggi il fiume “petrolio scorre verso nord“.
Nella definizione delle previsioni petrolio 2019, sono molto utili anche le indicazioni che arrivano dai fondi hedge. Quello degli hedge funds è un tema delicato che va interpretato nel giusto modo. Grazie ai tagli dell’OPEC e alle sanzioni contro Iran e Venezuela, i gestori stanno diventando sempre più ottimisti sul possibile andamento del prezzo del greggio. I fondi hedge sono stati acquirenti netti di Brent in ben nove delle ultime dieci settimane. In gestori hanno inoltre aumentato la net position di 130 milioni di barili nel periodo compreso tra lo scorso 4 dicembre 2018 ed oggi. Tenendo in considerazione i dati della scorsa settimana, i gestori hanno oggi una net long position sul Brent pari a 266 milioni di barile che si raffronta con quella pari a 136 milioni di barili di inizio dicembre ma che è nettamente sotto ai 500 milioni di barili di fine settembre.
Per definire la tua strategia trading sul prezzo del petrolio, leggi anche l’analisi tecnica materie prime 18-22 febbraio 2019.
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