Esiste un giusto prezzo per il petrolio oppure la quotazione corretta è talmente utopistica dall’essere un concetto del tutto inutile? Per rispondere a questa domanda è necessario anzitutto chiarire che teoricamente il concetto di giusto prezzo del petrolio è valido anche se poi, nella pratica, ci sono molti elementi in gioco. La quotazione giusta del petrolio è quella di equilibrio tra domanda e offerta e, su questo punto, non c’è nulla da aggiungere. La quotazione petrolio più rappresentativa, però, non si basa solo su elementi presenti ma anche (se non soprattutto) sul futuro. Questo concetto diventa chiaro se si a guardare a quello che è avvenuto negli ultimi mesi. Tanti analisti e molti traders si attendevano un forte aumento del prezzo del petrolio a seguito della crisi in Iran e Venezuela.
L’opinione a lungo diffusa era la seguente: l’embargo contro l’Iran e la crisi del Venezuela avrebbero fatto schizzarre alle stelle il prezzo del petrolio. In particolare, a suo tempo, l’introduzione dell’embargo contro l’Iran era vista come la peste capace di procurare un balzo quasi senza precedenti del prezzo del greggio. Co,me noto, però, non è assolutamente avvenuto nulla ma anzi la quotazione petrolio oscilla oggi si valori che di eccezionale non hanno nulla. Il caso del Venezuela e dell’Irana ha dimostrato che, spesso, il giusto prezzo del petrolio esiste solo nella teoria e non nella pratica.
Ulteriore dimostrazione di questo principio si può avere andandando ad analizzare il grafico storico della quotazione petrolio. Da anni, infatti, il greggio è soggetto ad un continuo sali e scendi. Nulla di nuovo sotto al sole quindi, anche perchè nel lontano 2007 la quotazion petrolio era pari ad 60 dollari al barile (valori medi) mentre già nell’anno successivo il prezzo del greggio era arrivato a 144 dollari al barile!
In una situazione caratterizzata da una volatilità molto spiccata a perdere maggiormente sono i paesi produttori di petrolio la cui economia è legata a doppia mandata al greggio. E’ questo l’esempio dell’Arabia Saudita che basa sul petrolio qualcosa come il 25 per cento della propria ricchezza annuale. Il paradosso dell’Arabia Saudita è che anche tutte quelle aziende non produttrici di petrolio e il cui core business non rientra nel citato 20 per cento, subiscono gli andamenti del prezzo del petrolio.
Insomma il giusto prezzo del petrolio è un target del tutto teorico. Per la cronaca, mentre è in corso la scrittura del post, la quotazione WTI registra un rialzo dello 0,5 per cento a quota 54,5 dollari al barile mentre il prezzo del petrolio Brent è in aumento dello 0,61 per cento a 62 dollari al barile.
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