Essendo uno dei più importanti paesi produttori di petrolio, è quasi fisiologico che la crisi che spacca e sconvolge il Venezuela venga guardata con molta attenzione da chi ha scelto di investire sul prezzo del petrolio. Mentre è in corso la scrittura del post, la quotazione petrolio continua a registrare un rialzo. Il prezzo del greggio WTI è in aumento dell’1,28 per cento a 53,81 dollari al barile mentre la quotazione del greggio Brent è in rialzo dell’1,08 per cento a 61,65 dollari al barile. L’incremento delle quotazioni del petrolio è il segnale che la tendenza rialzista da tempo in atto sul greggio non era stata mai messa in discussione nonostante la recente debolezza delle quotazioni.
Poichè il Venezuela è oggi il paese che detiente le maggiori riserve di petrolio al mondo è evidente che studiare l’andamento del prezzo del petrolio in tempo reale significa avere la possibilità di capire quale sia il sentiment degli investitori nei confronti del paese sudamericano.
Politica e finanza, quindi, si fondono l’una con l’altra e finiscono per il confondersi tra di loro. Dal punto di vista politico la posizione del presidente Maduro è sempre più debole sia all’interno che all’esterno del paese. Molte nazioni hanno infatti riconosciuto Juan Guaido come legittimo presidente ad interim del Venezuela. Ovviamente tra i paesi che hanno subito riconosciuto Guaido ci sono gli Stati Uniti ma anche tante nazioni del sud America. Insomma il Venezuela appare isolato e la reazione dell’andamento del prezzo del petrolio è il segnale che ai mercati l’evoluzione della crisi nel paese martoriato da una crisi economica senza precedenti piace.
Dal punto di vista finanziario, però, non è possibile affermare che da qui a breve possa essere una stabilizzazione ulteriore del prezzo del greggio proprio perchà la situazione in Venezuela appare ancora molto fluida. Tutto è possibile anche perchè non ancora molto chiaro quella che è la posizione della forze armate del paese.
Come investire sul prezzo del petrolio con la crisi in Venezuela? In linea di principio la situazione è la seguente: considerando che l’OPEC ha tagliato la produzione di petrolio pesante, considerando che il Canada ha tagliato le forniture di questo tipi di greggio e considerando la posizione dell’Iran, ogni taglio alla produzione di petrolio da parte del Venezuela avrebbe come immediato effetto la contrazione dell’offerta e quindi dell’approviggionamento. Il fatto è che il Venezuala, rispetto al passato, ha già tagliato la produzione di petrolio in modo del tutto volontario e a causa delle difficoltà di estrazione e lavorazione, a loro volta causate dalla crisi economica.
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