Il rialzo del prezzo del petrolio non è durato molte sedute. I segnali su una possibile inversione del trend, già presenti nell’ultima della scorsa Ottava, hanno trovato conferma oggi 14 gennaio. La settimana per la quotazione petrolio si è aperta con il WTI del Texas e il Brent entrambi in ribasso. Mentre è in corso la scrittura del post, la quotazione del petrolio Brent registra un calo dell’1,4 per cento a 59,63 dollari al barile mentre il prezzo del WTI è in flessione dell’1,51 per cento a 50,81 dollari al barile. Brent e WTI confermano quindi che la quotazione del greggio è tornata ad imboccare una strada negativa e che, con tutta probabilità, su Borsa Italiana oggi le azioni del settore petrolifero potrebbero segnare un calo rispetto ai valori della chiusura di venerdì.

Per capire come posizionarsi sulla quotazione petrolio oggi può essere utile andare ad eseminare i motivi alla base del ritorno delle prese di profitto. Certamente se il prezzo del petrolio oggi è in calo è perchè molti investitori hanno preferito prendere profitto e su questo non ci piove. I motivi per cui in tanti hanno preferito chiudere sono almeno tre: i dati elevati sulla produzione di shale oil in Usa, l’andamento negativo dei mercati mondiali e, strettamente connesso a questo secondo fattoro, i segnali su un possibile forte rallentanento dell’economia globale a causa della frenata dei mercati asiatici. Gli ultimi dati macro in arrivo della Cina hanno terrorizzato gli investitori. La grande patata bollente si chiama surplus commerciale cinese

Pechino ha infatti comunicato che il surplus commerciale della Cina con gli Stati Uniti ha registrato un aumento del 17 per cento anno su anno salendo fino a quota $323,32 miliardi nel 2018. Per questo market mover si tratta del livello in assoluto più elevato degli ultimi 10 anni. Sviscerando il dato si nota come l’export abbia registrato un aumento dell’11,3 per cento mentre le importazioni siano auementate di un frazionale +0,7 per cento. 

Se il surplus commerciale della Cina con gli Stati Uniti ha registrato variazioni così nette e forti, altrettanto non si può dire per quello che riguarda la bilancia commerciale cinese con il resto del mondo. In questo caso, infatti, il surplus di Pechino è salito nel 2018 a quota 351,76 miliardi con le esportazioni che sono aumentate del 9,9 per cento mentre le importazioni hanno segnato un aumento del 15,8 per cento. Secondo gli esperti la reazione negativa delle borse asiatiche oggi potrebbe essere legata alla delusione per il dato delle esportazioni. In questo contesto si inserisce l’andamento negativo della quotazione petrolio. 

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