Il mercato del petrolio è tornato ad essere in balia dei tori. E’ questo il dato che emerge con certezza dall’andamento delle quotazione del greggio negli ultimi giorni. Nella seduta di ieri la quotazione del petrolio, sostenuta da una serie di fattori positivi, ha registrato un balzo di circa il 5 per cento spingendo molti analisti a parlare di fiammata del greggio o rally della quotazione petrolio. Dinanzi ad un aumento di simile spessore è inevitabile chiedersi se la fase negativa durata fino a pochi giorni fa, sia alle spalle oppure se il rialzo sia invece ul frutto di un rimbalzo di tipo tecnico.
I dati in tempo reale dicono che il prezzo del petrolio WTI oggi registra un calo dell’1,24 per cento a quota 51,71 dollari al barile mentre la quotazione del Brent è in flessione dell’1 per cento a quota 60,81 dollari al barile. Il leggero ribasso che la quotazione petrolio oggi segna è fisiologica in considerazione del rally registrato ieri dai prezzi.
A sostenere la tesi secondo cui il petrolio potrebbe aver imboccato la strada del rialzo, sono una serie di fattori molto diversi tra loro. L’impennata sembrerebbe essere causata soprattutto dai dati sulla produzione di petrolio greggio dell’OPEC relativi al mese dicembre. Questo indicatore ha registrato un calo fino a un minimo di sei mesi di 32,43 milioni di barili al giorno. Precedentemente era stata l’Energy Information Administration (EIA) a rendere noto che gli approvvigionamenti di greggio nella prima settimana del nuovo anno aveva segnato un ribasso di 1,7 milioni di barili. Ci sono stati quindi ben due diversi dati di tipo macroeconomico a sostenere il possibile cambio di rotta della quotazione del petrolio.
Questi indicatori sono stati una sorta di manna dal cielo per i Tori che sono così tornati a dettare legge su un mercato dal quale mancavano da tanto se non troppo tempo.
Ieri mattina l’analista Carlo Alberto De Casa di ActiveTrades aveva affermato, commentando il balzo delle quotazioni, che il petrolio stava estendendo la sua ripresa. Secondo l’esperto di trading, il mercato è finito in “uno scenario di eccessi. L’eccitazione dell’estate scorsa, quando il WTI è stato scambiato a $ 75, è stata seguita da un crollo del 40% in soli 3 mesi. Oggi invece, i prezzi stanno registrando il loro settimo giorno consecutivo di guadagni“. Dal punto di vista tecnico, De Casa ha messo in evidenza che “l’area $ 50/51 è la prima forte resistenza per questa mossa rialzista a breve termine per WTI. Ci potrebbe essere un consolidamento attorno a quel livello ($ 50-51) dopo la rapida ascesa, poiché molti indicatori tecnici sono ora in ipercomprato. Nonostante questo, ci sono buone possibilità di vedere il petrolio salire sino al range $ 50-54 nelle prossime settimane”. Le parole dell’analista del broker ActiveTrades sono molto significative poichè aprono la porta a possibili previsioni positive sulla quotazione del petrolio. Dopo mesi di pessimismo, quindi, si è in presenza di un segnale importante. I tori lo hanno capito.
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