ANALISI TECNICA PETROLIO SETTIMANA 10 – 14 DICEMBRE 

La scorsa settimana il prezzo del petrolio è stato soggetto a oscillazioni molto forti in coincidenza con le decisioni assunte dall’OPEC nell’atteso vertice di Vienna. 

IL PETROLIO RIMBALZA DAI MINIMI DI PERIODO DOPO ACCORDO TAGLIO ALLA PRODUZIONE OPEC E NON OPEC

Finale di ottava in rialzo per la quotazione petrolio, ma in ripiegamento dai massimi settimanali toccati a quota 54,55 dollari, dopo la diffusione della tanto attesa notizia di un taglio alla produzione per 1,2 milioni di barili giornalieri, arrivata dal vertice OPEC e NON OPEC di Vienna. Gli scambi di Venerdì 7 Dicembre si sono conclusi a quota 52,14 dollari ( +1,26% ), mentre la performance delle ultime 5 sedute è stata pari a +2,3%.

LE NOTIZIE PIU’ IMPORTANTI PER IL PREZZO DEL PETROLIO

Da quanto emerso dal comunicato rilasciato a margine della riunione, i paesi OPEC si faranno capo di una sforbiciata dell’ output pari ad 800 mila barili giornalieri, mentre i paesi non appartenenti al cartello, capitanati dalla Russia, diminuiranno la loro produzione per 400 mila barili al giorno. I tagli saranno effettivi a partire dal primo Gennaio 2019. L’ Iran ha ottenuto di essere esentato dall’ accordo. Arabia Saudita e Russia si faranno maggior carico della riduzione dell’ output, una decisione che avrà poco peso specialmente per i sauditi, la cui produzione lo scorso mese era lievitata fino ad un nuovo massimo, pari a 11,3 milioni di barili al giorno.

Prezzo dell’ oro nero che pertanto cerca di lasciarsi alle spalle il periodo nero del bimestre Ottobre-Novembre, in cui il WTI ha lasciato sul terreno il 35% del proprio valore, dai massimi dello scorso mese di Settembre, in prossimità di quota 77 dollari. Due mesi in cui le quotazioni sono crollate a causa della nuova impennata delle scorte statunitensi e per i timori di diminuzione della domanda come effetto di un possibile rallentamento della crescita globale.

L’ importanza del vertice di Vienna ha fatto passare in secondo piano la decisione, a sorpresa, del Qatar di abbandonare l’OPEC, dopo circa 60 anni di appartenenza alla sigla. L’ uscita di Doha dall’ OPEC sarà effettiva dall’ inizio del 2019, una “ fuga “ che denota che tra i Paesi membri esistono non pochi conflitti. L’ output del Qatar rappresenta meno del 2% della produzione mondiale di petrolio, pertanto, poco rilevante in termini di quantità, ma l’ uscita avrà un alto significato simbolico e politico.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

Dopo una lunga serie di settimane con scorte di greggio statunitense in netto aumento, l’ EIA ( Energy Information Administration ) ha reso noto che nell’ ottava terminata il 30 Novembre, gli stock hanno subito un calo di 7,32 milioni di barili, mentre le attese del mercato erano per una contrazione limitata soltanto a circa 1,6 milioni di barili. Le scorte di benzina, invece, hanno evidenziato un incremento di 1,7 milioni di barili, oltre 1 milione di barili in calo indicato dagli analisti. In ascesa anche gli stock di distillati, aumentati di 3,81 milioni di barili, contro +1,7 milioni di barili stimati dagli analisti.

Il dato API in questa occasione è stato nettamente differente rispetto a quello EIA indicato in precedenza, in quanto la stima rilasciata in anticipo dall’ American Petroleum Institute aveva evidenziato scorte in crescita di 5,4 milioni di barili.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Performance settimanale ricchissima per il nostro sistema operativo con sottostante il WTI, che ha preso profitto su tutti gli obiettivi indicati dalla strategia Long ( 7 su 7 ), pertanto sia nella versione Intraday che Over. Centrati anche i 3 target price pronosticati dalla strategia Short speculativa; nonché il primo obiettivo della strategia Short Intraday.

La visione rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 52,25 $; Target Price attesi in area 52,58 e 53,10 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 51,72 $. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 53,10 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 53,43 e 53,96 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 52,14 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 53,96 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 54,50 e 54,83 dollari, estesi a 55,38 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 53,10 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 48,75 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 49,25 e 49,75 dollari, estesi a 50,05 $, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 48 $.

La visione ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 51,72 $, per sfruttare eventuali discese in 51,39 e 50,88 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 52,25 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 50,88 $,per anticipare possibili cali fino a 50,56 e 50,05 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 51,72 $. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 50,05 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 49,75 e 49,25 dollari, estese a 48,75 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 50,88 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 55,38 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 54,83 e 54,50 dollari, esteso a 53,96$; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota 56,30$.

ANALISI TECNICA ORO SETTIMANA 10-14 DICEMBRE

Di seguito l’analisi tecnica sul prezzo dell’oro per la settimana dal 10 al 14 dicembre

ORO BALZA SUI MASSIMI A QUASI SEI MESI DOPO FRENATA NON-FARM PAYROLLS USA DI NOVEMBRE

Bilancio settimanale decisamente positivo per la quotazione oro ( +2% ), che dopo quasi sei mesi hanno fatto registrare una chiusura settimanale oltre la soglia psicologica e tecnica rappresentata da area 1.250 dollari. La chiusura della seduta di Venerdì 7 Dicembre a quota 1.254,05 dollari ( +0,84% ), vicino al massimo delle ultime cinque sedute, toccato a quota 1.255,80 dollari, lascia sperare che il rialzo prosegua anche nel corso delle prossime sessioni. Prezzo dell’ oro che oltre a sfruttare il cosiddetto “ risk off “ sui mercati azionari globali ha tratto beneficio dal rallentamento del mercato del lavoro non agricolo negli USA.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL PREZZO DELL’ ORO

La settimana appena messa in archivio è stata costellata di dati macro, il più atteso, come anticipato, quello relativo ai nuovi occupati nel settore non agricolo statunitense del mese di Novembre. Dal consueto report rilasciato dal Dipartimento per il Lavoro è emerso che il saldo delle Non-Farm Payrolls lo scorse mese ha evidenziato un aumento pari a +155 mila unità, mentre i pronostici degli analisti erano per una lettura pari a +198 mila unità. Forte il rallentamento rispetto alla precedente stima di Ottobre, a sua volta corretta al ribasso a +237 mila unità da +250 mila unità della prima comunicazione. Stabile sui valori più bassi a quasi 50 anni, il tasso di disoccupazione, rimasto fermo al 3,7%. Sotto il consensus degli analisti anche la variazione mensile del salario orario, in aumento dello 0,2% contro il +0,3% atteso dal mercato. Rivista al ribasso la precedente rivelazione mensile, passata da +0,2% a+0,1%. In linea con le attese, invece, la lettura suddetta lettura su base annua, assestatasi sui valori del mese precedente, a +3,1%. I deboli dati macro appena evidenziati contribuiscono a limitare il raggio d’ azione della Federal Reserve per quanto riguarda il rialzo dei tassi per il 2019, favorendo la ripresa dei corsi dell’ oro, un bene che, come risaputo, consiste in un’ investimento privo di rendimento e che quindi soffre un ritmo di rialzi dei tassi sostenuto.

Il rallentamento delle NFP era stato anticipato dalla frenata evidenziata anche dalla stima ADP, che aveva mostrato un saldo delle nuove buste paga nel settore privato USA, in aumento di 179 mila unità contro le +223 mila unità della precedente stima mensile e le +196 mila unità attese dagli analisti. La lettura rilasciata da Automatic Data Processing ( ADP ) la società statunitense che fornisce servizi di amministrazione e gestione risorse umane in tutto il mondo, copre circa il 20% dell’ occupazione privata non agricola negli USA.

Metallo giallo in ascesa sin dalle prime battute della scorsa settimana, in scia al calo delle quotazioni del dollaro (cambio Euro Dollaro), giù dopo che Stati Uniti e Cina si sono dati una tregua di 90 giorni, per cercare di raggiungere un’ intesa sui dazi sulle reciproco import-exoport. Un cessate i fuoco che non farà scattare i dazi del 25%, promessi da Trump, sulle importazioni da Pechino, a partire dal primo Gennaio del prossimo anno. Il presidente Xi Jinping si è invece impegnato a far sì che aumentino le importazioni di prodotti agricoli dagli USA e che venga congelata la tassa del 40% sulle importazioni di auto statunitensi.

Oro sostenuto dalla flessione del biglietto verde, in calo dopo la conferma della battuta d’ arresto dell’ indice PMI manifatturiero del mese di Novembre, sceso a 55,3 punti dai 55,4 punti della lettura di Ottobre. La suddetta stima, elaborata grazie alle indicazioni rivelata dai direttori agli acquisti nel comparto manifatturiero, si è assestata sui valori più bassi dal mese di Settembre 2016.

Minore delle attese la spesa per le costruzioni sostenuta negli USA nel mese di Ottobre, in flessione a 1.308,8 miliardi di dollari, mentre gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,4%. Migliore la lettura su base annua, che ha invece evidenziato un aumento del 4,9%.

Oro giù a causa del recupero del biglietto verde, in ascesa dopo la netta crescita fatta registrare dal Purchasing Managers Index manifatturiero del mese di Novembre rivelata dall’ ISM ( Institute for Supply Management ). Nel mese in esame l’ attività manifatturiera si è infatti portata a 59,3 punti dai 57,7 punti di Ottobre, mentre le indicazioni degli analisti davano un modesto calo a 57,6 punti. Ulteriori valutazioni positive sono arrivate anche con la lettura dell’ indicatore relativo ai nuovi ordinativi, in ascesa a 62,1 punti dai 57,4 punti della rivelazione mensile precedente. Flessione, invece, per l’ indice dei prezzi pagati, sceso a 60,7 punti dai 71,6 punti di Ottobre, assestandosi sui valori più bassi da Giugno 2017 ( consensus 70 punti ). Il sotto-indice che misura l’ occupazione, invece, sempre nel mese di Novembre, ha evidenziato un miglioramento a 58,4 punti dai 56,8 punti precedenti, mentre gli analisti avevano pronosticato una contrazione a 56,5 punti.

Buone indicazioni sono arrivate dal mercato immobiliare a stelle e strisce, dove la Mortgage Bankers Association ( MBA ) ha reso noto che il saldo delle nuove richieste di mutui ipotecari, nell’ ottava terminata il 30 Novembre ha rivelato un +2%, dando seguito al rialzo del 5,5% evidenziato la settimana precedente.

Secondo la consueta stima settimanale rilasciata dal Dipartimento per il Lavoro, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nella settimana terminata il 6 Dicembre, ha rivelato una contrazione di 4 mila unità rispetto all’ ottava precedente, assestandosi a +231 mila unità. Le attese degli analisti, invece, erano una flessione più marcata a +226 mila unità. La media mensile, indicatore meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali si è portata a 228.000 unità, in rialzo di 4.250 unità rispetto alla settimana precedente. Le richieste continuative di sussidio, invece, si sono assestate a 1,631 milioni di unità, in aumento di 74 mila unità rispetto alla stima precedente.

In flessione gli ordini di fabbrica del mese di Ottobre, in calo del 2,1% su base mensile ( Settembre +0,2% corretto al ribasso da +0,7% ), mentre gli analisti si aspettavano una contrazione del 2%.

Nuova battuta d’ arresto per la bilancia commerciale della prima economia al mondo, che ad ottobre ha evidenziato un disavanzo di 55,5 miliardi di dollari, peggiorando rispetto ai -54,6 miliardi di dollari del deficit di Settembre. Le attese degli analisti erano per un passivo lievemente più contenuto, pari a -55,2 miliardi di dollari.

Si confermano in forte calo gli ordinativi di beni durevoli, che nella stima finale di Ottobre hanno mostrato una contrazione del 4,2%, a dispetto del -4,4% della lettura flash. Il consensus degli analisti, tuttavia, era per un calo contenuto a-2,2%. Il Bureau of the Census ha inoltre reso noto che la suddetta lettura, al netto del settore trasporti, ha rivelato un aumento dello 0,2%, battendo le attese degli analisti, nonché la stima preliminare, entrambe ferme al +0,1%.

In miglioramento l’ indice PMI servizi del mese di Novembre, il cui risultato finale ha messo in luce un valore pari a 54,7 punti, contro i 54,4 punti della stima flash e del consensus degli analisti. Migliore della stima preliminare ( 54,4 punti ) anche il dato relativo al PMI Composito, che nella stima finale si è assestato a 54,7 punti.

Nel mese di Ottobre le scorte all’ ingrosso USA hanno evidenziato un aumento dello 0,8%, in lieve crescita rispetto al +0,7% atteso dal mercato, corrispondente alla precedente lettura mensile.

L ‘ottava macro si è conclusa con la lettura preliminare dell’ indice della fiducia dei consumatori statunitensi elaborato dall’ Università del Michigan, stabile a 97,5 punti, sui valori di Novembre, mentre gli analisti si aspettavano una lieve contrazione a 97 punti.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Dopo la mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, il prezzo dell’ oro è ritornato lentamente alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari. La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari ha innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo potrebbe correre il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari.

Lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, potrebbe allentare la pressione ribassista e favorire un ritorno in area 1.270-1.280 dollari. Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo si rafforza soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di breve potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Ottimo il bilancio settimanale per il nostro trading system con sottostante l’ oro che preso profitto su 5 dei 7 target price pronosticati dalla strategia Long : 2 nella versione intraday e 2 nella versione Over.

La strategia Long prevede l’ apertura di posizioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.257,80 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.260,75 e 1.265,55 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.250,20 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.265,55 $, per sfruttare possibili allunghi in area 1.268,55 e 1.273,40 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.254,05 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.273,40 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.276,40 e 1.281,30 dollari, esteso a 1.286,20 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.260,70 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.222,55 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.227,25 e 1.231,95 dollari, estesi a 1.237,80 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.210 $ in chiusura di candela giornaliera.

La strategia Short, invece, suggerisce di aprire posizioni al ribasso nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.250,20 $; Target Price previsti a 1.247,25 e 1.242,50 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.257,80 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.242,50$, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.237,80 e 1.234,90 dollari; Stop Loss; in caso di ritorno sopra 1.254,05 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.234,90 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.231,95 e 1.227,25 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.222,55 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.242,50 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.286,20 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.281,30 e 1.273,40 dollari, estesi a 1.268,55 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.300 $ in chiusura giornaliera.

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