L’andamento del prezzo del petrolio oggi è più che mai legato alle previsioni su quello che sarà l’esito del vertice OPEC in corso a Vienna. Questa mattina tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che la quotazione del petrolio sarà influenzata dall’eventuale decisione dei paesi produttori di tagliare la produzione di greggio. Poichè le decisioni dell’OPEC di oggi non appaiono però scontate allora ecco che si creano importanti spazi per investire sul prezzo del petrolio grazie appunto alla volatilità in atto. Mentre è in corso la scrittura del post, il petrolio WTI registra un crollo del 4,65 per cento a quota 50,4 dollari al barile mentre il greggio Brent segna un calo del 4,7 per cento a 58,6 dollari al barile. Dopo il recente tentativo di recupero, quindi, la quotazione petrolio crolla di nuovo (anche se, viste le percentuali della flessione, forte sarebbe il caso di parlare di sell-off sul prezzo del petrolio).
Un rialzo del prezzo del petrolio sarebbe possibile nel breve termine solo se oggi l’OPEC dovesse decidere di tagliare i livelli produttivi in modo tale da sostenere le quotazioni. L’eventuale taglio viene però visto come fumo negli occhi dagli Stati Uniti. Nelle scorse settimane il presidente americano Trump aveva, in più di una occasione, affermato che il prezzo del petrolio attuale era finalmente giusto lasciando intendere che era suo desiderio che l’OPEC non intervenisse sui prezzi. Ovviamente la politica energentica non è fatta solo di desideri ed è per questo motivo che oggi a Vienna è anche presente Brian Hook, il rappresentante degli Stati Uniti per l’Iran. L’emissario di Trump avrebbe avuto un incontro con il saudita Khalid Al Falih che, logicamente, non è piaciuto ai rappresentanti dell’OPEC. In particolare il ministro iraniano Bijan Zanganeh ha subito dichiarato: “Se Hook è venuto a Vienna per fare domanda di adesione all’Opec, la richiesta verrà esaminata, mentre in caso contrario, si tratta di un approccio non professionale, ingenuo e invadente“. Insomma l’Iran non gradisce i bilaterali prima del vertice e il ministro di Teheran lo ha fatto capire senza neppure giri di parole.
Questo è il contesto di fondo nel quale si svolge in queste ore il vertice OPEC. Ovviamente questi scambi di frecciate interessano in modo margine ai piccoli investitori che operano con il trading di CFD sul petrolio. Il vero segreto per capire come posizionarsi nelle prossime ore sulla quotazione petrolio sono le previsioni sull’esito del vertice OPEC. In poche parole cosa deciderà l’OPEC oggi? Taglio o non taglio della produzione? A quanto ammonterà il taglio (nel caso in cui esso dovesse essere deliberato)?
Petrolio: cosa deciderà l’OPEC (previsioni)
La stragrande maggioranza degli analisti ritiene che oggi non possa non essere decisa una riduzione della produzione. Il vero enigma sarà capire a quanto ammonterà il taglio alla produzione. Mohammed Al Rumhy, ministro del petrolio dell’Oman, ha affermato: “Non abbiamo discusso di numeri, abbiamo solo raggiunto un’intesa su un taglio“. Questa linea di intervento è stata confermata da Amrita Sen, analista della società di consulenza Energy Aspects, secondo cui allo stato attuale dei fatti, “C’è un sostanziale accordo sulla necessità di diminuire, manca il consenso su quanto ridurre”.
Mentre il dibattito sull’ammontare dei tagli resta intenso, prende quota anche una seconda ipotesi. E’ possibile, infatti, che l’OPEC si limiti ad annunciare una sorta di riallineamento della produzione alla quota ufficiale stabilita a dicembre 2016 e pari a 32,5 milioni di barili. Tagli si, quindi, ma senza strappi anche perchè tutti sono consapevoli del ruolo degli Usa.
Secondo Warren Patterson, Commodities Strategist di ING, è probabile che “l’OPEC e la Russia dovranno mettersi d’accordo per un taglio di circa 1,2 milioni di barili al giorno per i primi sei mesi del prossimo anno. Una riduzione di queste dimensioni dovrebbe lasciare il mercato in equilibrio nel 2019“. Laddove si dovesse verificare questo scenario, allora “il prezzo del petrolio Brent dovrebbe tornare a 70 dollari al barile nel breve termine”.
L’analista conclude le sue analisi sui possibili effetti del taglio della produzione, affermando “che tutto ciò che è al di sotto di un taglio di 1 milioni di barili al giorno sarà considerato ribassista dal mercato, in quanto questo lascia ancora il mercato con un surplus abbastanza consistente anche nel primo semestre 2019, anche considerando i tagli annunciati dal Canada“.
Operativamente parlando, come dimostra l’andamento in tempo reale della quotazione del petrolio, ci sono tutte le condizioni per approfittare delle incertezze sull’esito del vertice. L’assist non vale solo per oggi ma anche per domani. Le decisioni finali dell’OPEC saranno rese note domani quando si terrà la solita conferenza stampa congiunta dei delegati OPEC e non OPEC (il cosiddetto OPEC Plus).
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